PERCHE’ SONO ARRABBIATO CON CERTI GIORNALISTI

Alcuni mi fanno rilevare che anch’io esercito una sottospecie di giornalismo e dunque dovrei essere arrabbiato anche con me stesso perchè scrivo un sacco di fesserie.

Ammetto che l’osservazione sia piuttosto azzeccata ma io scrivo fesserie “gratis” e questa precisazione che potrebbe rendere il tutto ancora più deplorevole (le famose fesserie “gratuite”) in realtà mi scagiona almeno parzialmente. Mi scagiona perchè io mi lamento con me stesso perchè non ho le capacità di valere di più del due di picche, sono letto da una ristretta elite di pazzi scatenati che hanno la pazienza di leggermi e probabilmente con le mie filastrocche si curano l’insonnia. In breve io non sono un professionista e non devo rispondere ad un grosso pubblico di eventuali scemate che scrivo. Particolare non trascurabile, se scrivo scemate è solo per ignoranza, nessuno mi paga per scrivere scemate e dunque sono “in buona fede”. Non sono convinto che tutti i giornalisti che scrivono scemate siano inconsapevoli del grado di idiozia di alcune cose che scrivono. Le scrivono su commissione.

Non ci credo che un giornalista possa fare un titolo dal quale emerge che fumare o non fumare è la stessa cosa, soprattutto se poi nell’articolo spiega con chiarezza che c’è una differenza abissale in termini di aspettative di salute a medio e lungo termine fra chi fuma e chi non fuma. Allora mi si può replicare che la colpa non è di chi fa l’articolo ma di chi stampa il titolo, ma in ogni caso si spera che il giornalista rilegga il suo articolo pubblicato pure con il titolo e se il titolo è stato messo in modo molto maldestro, tale da stravolgere completamente il testo dell’articolo, io mi attendo che quel giornalista si faccia sentire e protesti per non passare per un ignorante.

Sono arrabbiato perchè questo avviene molte volte con riferimento alla mia materia e così mi capita di ricevere domande da persone che sono completamente disorientate da un certo tipo di giornalismo.

Abbiamo una serie di stereotipi sull’attività motoria che sono tenuti in piedi da un giornalismo di serie “B” e non riusciamo a toglierceli di dosso fintanto che circolano certi titoli.

Ne elenco alcuni conscio di scrivere pure delle fesserie ma molto convinto che le mie fesserie non siano macroscopiche così come quelle che vado a descrivere e che non ho mai scritto io.

1°) L’attività fisica è quella cosa che si comincia a fare poco prima di andare al mare per sostenere la “prova costume”.

2°) L’attività fisica è molto faticosa, è noiosa e se non fai molta fatica non serve a nulla.

3°) Se l’attività fisica non ti modella il fisico vuol certamente dire che stai sbagliando qualcosa e non stai seguendo una preparazione utile, in breve stai perdendo tempo.

4°) All’attività fisica va senz’altro abbinata una particolare dieta e magari pure stressante perchè se non abbini la dieta all’attività fisica non puoi avere risultati soddisfacenti.

5°) L’attività fisica non va fatta nei ritagli di tempo, devi assolutamente andare in una palestra o in un circolo sportivo dove un istruttore ti dice quello che devi fare.

6°) Assolutamente vietato il fai da te: se non hai i soldi per pagarti la palestra o il preparatore personale non ti ci mettere nemmeno perchè fai sicuramente danni.

7°) Se fai ginnastica usa i pesi, la ginastica a corpo libero non serve a nulla, se fai corsa fai solo corse superiori a 10 chilometri, fare i 100 metri dopo i 18 anni è pericoloso per la salute, se cammini cammina veloce perchè se cammini piano potresti morire prima del tempo (non c’è niente da ridere: su un articolo una volta c’era scritto proprio così ed io sono partito come un missile con un mio controarticolo scritto alla velocità della luce, il problema è che l’articolo idiota l’avranno letto decine di migliaia di persone ed il mio “riparatore” sì e no qualche centinaio).

Ecco questi sono sette punti presi un po’ a casaccio fra stereotipi insidiosissimi che popolano giornali ad alta tiratura e continuano a circolare indisturbati.

La citazione finale sul “cammino lento” che ti fa morire prima non è che la ciliegina sulla torta di una serie di spropositi che veramente rischiano di fare danni incalcolabili.

Torniamo ad analizzare questi punti sopracitati tentando di capire i danni che può fare un’informazione superficiale.

1°) Se passa il concetto che l’attività fisica è quella cosa che si comincia a fare poco prima di andare al mare per sostenere la prova costume allora vuol dire che l’attività fisica è quella stronzata per gente che ha tempo da perdere.

2°) Se l’attività fisica è molto noiosa e faticosa allora non voglio praticarla perchè io di fatica ne faccio già abbastanza con altre cose durante la settimana che mi risultano pure noiose, di noiose e faticose non posso sopportarne altre.

3°) Se quando non modella il fisico è sbagliata allora di certo quella che sto facendo è sbagliata perchè è tre mesi che ho iniziato, sto meglio ma di modificazioni fisiche non se ne vede nemmeno l’ombra.

4°) Ho un grosso problema sulla dieta perchè da quando ho iniziato a praticare attività fisica ho molta più fame e non riesco a fare proprio nessuna dieta. Penso che smetterò di praticare attività fisica…

5°) Se non va fatta nei ritagli di tempo allora non so cosa fare perchè tempo non ne ho. E si che avevo anche messo in preventivo di andare al lavoro a piedi o in bicicletta, ma se non serve a nulla…

6°) Anche se non posso mettermi lì con calma a studiarmela da solo non so cosa fare perchè i soldi per iscrivermi in palestra non li ho e quelli per un preparatore personale men che meno.

7°) Peccato che la ginnastica serva solo con i pesi, a me piaceva molto quella che facevo a corpo libero ai tempi della scuola. Peccato che la corsa dopo i 18 anni sia solo quella sulle lunghe distanze, a quarant’anni sono ancora in grado di correre i 100 metri sotto i 13″ ma se dicono che è pericoloso, amen. Ah, sul cammino lento mi pare evidente che chi cammina piano campi di meno: se non attraversi la strada sulle strisce pedonali in meno di 1 secondo e 8 decimi ti ammazzano, su quello è proprio vero che potevano anche fare a meno di fare l’articolo, la sapevo già…

 

Ecco e questi, anche se sono solo alcuni, mi sembrano punti abbastanza importanti. Poi è vero che io mi perdo anche in quisquilie e così mi sentirete spesso lamentarmi di quel giornalismo che fa credere che nello sport di alto livello gli atleti che si dopano siano quelli che vengono trovati positivi e mi da terribilmente fastidio che i giornalisti non ammettano che il doping è soprattutto un problema di facciata e dunque anche, e direi “soprattutto”, giornalistico e che, per coerenza, il minimo che potrebbero fare dovrebbe essere di non indignarsi quando un pesce piccolo casca nella rete. Ma quelli sono già discorsi più complessi. Se riusciamo a perderci del tutto già in quelli semplici figuriamoci in quelli complessi.