PERCHE’ LA TELEVISIONE E’ CAUSA DI SEDENTARIETA’

Nelle case abbiamo molti coltelli di tutti i tipi, non per questo ci ammazziamo a coltellate, è vero che qualche pazzo criminale a volte piglia un coltello qualsiasi e si avventa su qualcuno ma se anche togliessimo i coltelli dalle case probabilmente questi folli troverebbero il modo per scatenare i loro raptus. Non altrettanto si può dire per le armi. Gli Stati Uniti ci insegnano che avere troppe armi per le case può aumentare il numero di disgrazie sia volontarie che involontarie ed è documentabile come le leggi che ostacolano la normale detenzione di un’ arma siano più che utili per contenere in modo significativo questo numero di disgrazie, addirittura il numero di stragi compiute da folli che vengono facilmente in possesso di armi per mettere in atto i loro tragici propositi. Il fatto che gli americani si sentano sicuri con le armi in casa probabilmente è un folle miracolo di deviazione dell’informazione operato dalla lobby dei produttori di armi. Si rigira la frittata dicendo che con le armi in casa ti difendi dai criminali, mentre con le armi i criminali possono diventare tutti. Anche se può sembrare un paragone ad effetto, la televisione va paragonata alle armi più che ai coltelli, almeno da quando esiste il telecomando e quindi da fine anni ’70.

La storia della televisione si può dividere in due, una “buona” ed una “cattiva”. E’ triste dire così ma non c’è dubbio che la televisione dei primi decenni dava più benefici dei danni che creava alla collettività anche in tema di informazione, mentre la TV del “dopo telecomando” fa certamente più danni che altro. La prima trasmetteva “anche pubblicità”, mentre la seconda trasmette “anche altre cose” oltre alla pubblicità che la comanda sovrana. La prima televisione era libera e poteva addirittura selezionare gli inserzionisti se li riteneva sconvenienti, la TV attuale è assolutamente uno strumento di mercato e non può permettersi il lusso di trasmettere programmi che danneggiano gli inserzionisti, pena la risoluzione di contratti che sono di vitale importanza per l’emittente. La prima TV poteva addirittura far politica, quella attuale può farne una sola e cioè la “non politica” governata dal mercato.

Perché la televisione è un’arma paragonabile ad una pistola o ad un fucile più che ad un coltello? Perché così come la pistola ed il fucile hanno un grilletto che è facile premere per fare disastri la televisione ha il bottone del telecomando che è altrettanto facile premere, anzi ancor di più perché mentre l’arma la devi sollevare e puntare prima di premere il grilletto la televisione non  hai nemmeno bisogno di sollevarla e puntarla. Mentre un coltello per fare danni devi brandirlo energicamente le televisione non è necessario fracassarla sul corpo della vittima, basta accenderla e contemporaneamente fa danni su di te, se la guardi, e sulla vittima. Anche lì la pistola è tutto sommato più “macchinosa” da usare, molti pazzi dopo aver assassinato qualcuno sul momento di suicidarsi non trovano la forza di orientare la pistola verso sé stessi e la lasciano cadere per terra magari ammazzando il gatto ma salvando se stessi. Con la TV forse salvi il gatto, ma se stai lì, anche passivo e rimbecillito, non salvi te stesso.

Al di là di queste annotazioni di stampo tragicomico la televisione è fonte di sedentarietà di tipo patologico per tutt’altri motivi, anche peggiori. Sono proprio i contenuti della televisione che portano alla pubblicizzazione del pericoloso stile sedentario.

L’unico conduttore televisivo che abbia provato a svegliare i telespettatori sul danno potenziale che andavano a subire è stato Adriano Celentano, sto scrivendo del lontano 1987, il programma televisivo si intitolava “Fantastico” ed il noto cantante è stato redarguito severamente dalla dirigenza per essersi preso la licenza di fare informazione. La cosa curiosa è che più che i suoi sermoni pseudopolitici sono stati condannati i suoi lunghi silenzi, assolutamente non televisivi e che avevano proprio la funzione di svegliare il telespettatore. Pare assurdo ma per svegliare il telespettatore patologico dal suo coma devi spegnere la TV, in quel modo si sveglia e comincia a pensare, Comincia a pensare, quello è il problema, la televisione riduce la possibilità di pensare perché da risposte preconfezionate e così anche in tema di attività fisica risolve il problema perché se da un lato ti dice che la sedentarietà patologica è un problema serio e di grosso impatto sociale, dall’altro la soluzione che ti offre è… di non pensarci e continuare a guardare la televisione! Ma se si continua a guardare la televisione la risoluzione del problema della sedentarietà patologica non verrà mai data perché l’unico che ha provato a darla è stato redarguito severamente ed il suo ultimo intervento risale al 1987.

La televisione ha bisogno di sedentari patologici che non escono alla sera ma restano chiusi nelle loro case a guardare la TV, non ha bisogno di sportivi veri che frequentano il campo sportivo ma ha bisogno di sportivi finti che guardano la loro squadra del cuore comodamente sdraiati sul divano sorseggiando una bevanda rigorosamente pubblicizzata dalla TV stessa.

Quando io affermo che la prima mossa intelligente per sconfiggere la sedentarietà patologica è spegnere lo scatolone infernale non lo dico perché non lavorandoci dentro non ho nessun interesse da proteggere ma per il semplice motivo che effettivamente il cittadino che spegne la televisione si accorge come per incanto che aumenta di molto la sua quota di tempo libero e quando quel tempo libero è proprio quello che manca al movimento salutare in automatico, anche senza pensarci, verrà riservato ad attività che vanno a compensare con quelle sedentarie del resto della giornata. Anche uscire per andare al cinema può essere molto più dinamico che restare a casa a guardare la televisione. Poi anche lì c’è un altro problema sociale perché se qualche ben pensante ha fatto sparire i cinema dalle città per inventare i supermercati del cinema dove ci si va rigorosamente in automobile allora vuol dire che c’è un problema sociale impostato sui grandi scatoloni. Il primo scatolone dal quale liberarsi è la televisione appunto, il secondo scatolone, ancor più grosso, è l’automobile sulla quale è progettata l’esistenza dei cittadini contemporanei e allora andate in cerca di un cinema in città, non lo troverete ma avrete fatto una bella camminata.