“Fondamentalmente è il solito confronto fra realtà soggettiva e realtà oggettiva dove alcuni si ostinano a sostenere che la prima sia più importante della seconda quando c’è indubbiamente un mondo che funziona su una realtà indiscutibilmente oggettiva. Le idee possono certamente avere una loro forza ma le cose hanno una forza che può essere anche superiore e rinforzata da una buona dose di inerzia che mina alla base ogni tentativo di cambiamento troppo azzardato… “
Questa è una visione del confronto fra realtà oggettiva e realtà soggettiva, io ne ho un’altra piuttosto distante da questa e se devo dare una particolare forza alla realtà oggettiva gliela do solo perché una elite di benpensanti ritengono che sia importante inneggiare alla realtà oggettiva per tarpare le ali a quella soggettiva e pertanto all’idealismo e a tutto ciò di buono che può produrre.
Mi pare un po’ uno scontro fra conservatori e laburisti vedendola in altro modo dove i conservatori sostengono l’importanza della realtà oggettiva mentre i laburisti sostengono la forza d’urto della realtà soggettiva.
Nello sport si traduce nel sostenere che il campione può venire fuori solo da una elite di talenti predestinati e gli altri si devono accontentare di fare le comparse o gli spettatori oppure nel sostenere che chiunque può diventare un campione basta che abbia un testone più duro della realtà oggettiva.
Nella vita di tutti i giorni la traduzione è molto più complessa, scomoda e si presta anche a contenuti un po’ sovversivi. La realtà oggettiva prende atto del fatto che esistono degli equilibri su vasta scala che sono difficilmente modificabili e regolano la politica, il sistema economico ed i rapporti di potenza fra i vari stati in un modo che è piuttosto irrevocabile e non facilmente modificabile. La realtà soggettiva che si può facilmente tradurre nella corrente che sostiene l’idealismo che in molti hanno tentato di assassinare, sostiene che un equilibrio basato sulle esigenze di due o trecento burattinai che dominano il mondo grazie al loro potere economico è un equilibrio semplicemente folle e destinato a saltare da un momento all’altro anche se tenuto in piedi da un sistema di controllo dell’informazione sempre più sofisticato quanto vacillante.
Questa è indubbiamente fantascienza dell’informazione ma se prende piede l’idea che la realtà soggettiva può essere più importante di quella oggettiva allora qualcuno può prendere il coraggio per tentare di esplorare l’inesplorato. Per come la vedo io è uno scontro fra ottimismo e pessimismo dove chi è ottimista può solo sperare nella forza delle idee che può superare la forza delle cose. Se al contrario prevale questa seconda allora siamo condannati ad essere un po’ degli spettatori delle nostre esistenze e a vivere ciò che altri hanno progettato per noi. Questa sensazione nel sistema dei consumi che si basa sui consumi esasperati può essere anche piuttosto netta ma proprio per questo può portare a nuove consapevolezze. Quando la gente si rende conto (e potrebbe mancarci pure abbastanza poco…) che non sono i consumi a dare la felicità può anche essere che questo sistema cominci a vacillare. A quel punto anche tutti i sistemi di controllo dell’informazione possono indebolirsi e si possono creare i presupposti per una nuova era. Non è un’ era impossibile da immaginare, con più equità, meno prepotenti ed i capitali distribuiti razionalmente invece che concentrati nelle mani di pochi. La realtà oggettiva attuale non è questa indubbiamente ma se crediamo che tutto si trasforma possiamo sperare che la trasformazione avvenga secondo un modello più sopportabile e non secondo un modello che perpetua le follie di questo.