Osservazione su “Ancora sulle restrizioni…”

“Con la critica alle misure restrittive per la lotta al Covid ci vai di fino perché anche se sostanzialmente sei d’accordo (l’hai scritto tu che la salute è più importante dell’economia) poi ti perdi in puntualizzazioni veramente cavillose: la regole dei 200 metri da casa era fatta anche per non far impazzire le forze dell’ordine impegnate nei controlli. Se non si fosse applicata quella regola ogni scusa era buona per allontanarsi molto da casa e fare quel cavolo che si vuole in barba alle disposizioni. Pertanto, accettato il criterio di una lotta molto decisa al contenimento della pandemia, c’era pure da attendersi regole molto penalizzanti quale quella del raggio di 200 metri dalla propria abitazione…”

 

Certe cose si scrivono anche perché avendole vissute sulla propria pelle si resta un po’ traumatizzati e diventa impossibile non riportarle. Non è passato molto da quel marzo 2020 e anche se per certi versi è stato come un secolo fa perché certe cose ci hanno dilatato il tempo per certi versi a me pare ieri.

E allora io ricordo di essere andato a correre in posti che speravo che venissero le forze dell’ordine a misurare che non ero effettivamente a 200 metri da casa perché facevano talmente schifo che non vedevo l’ora di avere una scusa per abbandonarli. Ma diciamo pure che se volevo correre e non volevo farlo attorno al tavolo di casa dovevo farlo in quel luogo abbandonato da Dio e dagli uomini dove anche le forze dell’ordine non arrivavano perché “chi vuoi che sia lo scemo che va a correre in quel posto” ed io penso pure che aggiungessero “… e se poi va a correre lì vuol dire che è messo molto male, ha una grande assuefazione alla corsa, lasciamolo stare…”. In effetti ho pensato pure questo perché giravano anche gli elicotteri ed io sono convinto che mi hanno visto, mannaggia se devono avermi visto, e non potevano pensare che abitassi lì perché non c’era un’abitazione nel giro di 400 metri e allora dovevano pensare che fossi un barbone senzatetto che viveva lì…

Insomma io nel lockdown totale del marzo 2020 ho riportato un trauma e penso sempre che se quella regola dei 200 metri non ci fosse stata sarebbe stato più facile per tutti venirne fuori. Chiaro che poi, come sempre, si scatenava la caccia agli idioti e per le forze dell’ordine il compito sarebbe stato un po’ più complesso, però è triste pensare che devono dare delle regole terribilmente ferree solo perché si vive in un paese che non ha senso civico.

Adesso spero che quelle situazioni non si ripetano perché rinunciare ad andare al bar sarà anche una rottura di scatole ma rinunciare ad allontanarsi da casa come se fuori da un certo perimetro ci fosse il territorio minato è veramente un incubo. Io quella strada me la sogno ancora di notte, ma solo quando ho digerito male e rischio di svegliarmi di soprassalto dicendo: “No, non è vero, ne siamo fuori…”. Ne siamo fuori se tutti hanno capito che le restrizioni hanno un limite e non sono quelle dettate da come gira l’economia ma da ciò di cui ha bisogno l’organismo umano per restare in salute.