‘NA VOLTA TANTO ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO

A chi mi dice che dovrei trasferirmi in Olanda rispondo che dell’Olanda invidio solo le piste ciclabili e, da quel punto di vista sì, quando mi servo della bici soprattutto come mezzo di trasporto più che come mezzo di svago, vorrei proprio essere in Olanda.

Il trasferimento in bici da un punto all’altro dei propri luoghi di vita è una delle tante cose, non l’unica che caratterizza l’esistenza stessa. Vero che in questo periodo quel piccolo dettaglio del trasferimento da un posto all’altro sta diventando talmente importante che può davvero influenzare parecchio la qualità di vita.

Chiudo la premessa ribadendo che spero davvero che si concentrino in modo efficace sugli incentivi per l’acquisto delle bici e sulla nuova segnaletica stradale per favorire la mobilità in bici così sì potrebbe anche tentare di non invidiare l’Olanda nemmeno per questo aspetto in un futuro non troppo lontano.

L’attenzione la voglio focalizzare invece su una cosa ancora più importante che forse ci chiede un paragone con un altro paese che per certi versi ritenevamo molto più evoluto di noi: la Svezia.

La Svezia ha ancora un welfare state funzionante e da quel punto di vista non è antica ma molto evoluta, perché se è vero che un welfare state “spinto” era una moda di qualche decennio fa è anche vero che la moda successiva, quella di un eccessivo “liberismo” che ha bruciato il welfare state è già crollata sotto le evidenze di una realtà che non  lascia spazio a dubbi. Il liberismo incontrollato non ha devastato solo l’assetto sociale producendo diseguaglianze patologiche ma pure l’ambiente in modo speriamo non irreversibile. Nonostante questo buon welfare state, la Svezia ha gestito la questione corona virus in modo assolutamente inefficiente. E’ riuscita a fare disastri su un territorio che poteva contenere il problema in modo forse anche più efficace del nostro meridione. E qui sono orgoglioso di essere italiano perché la nostra è stata una scelta eroica, difficile, molto difficile e in certi momenti poteva parere pure folle ma comunque una scelta di civiltà. Abbiamo scelto di mettere in crisi l’economia per salvare soprattutto gli anziani. Era chiaro, come è chiaro ancora adesso, che i soggetti più a rischio erano proprio gli anziani, quelli che “non producono più”. Da un certo punto di vista sembrava un virus creato dall’Inps. Facciamo fuori un po’ di anziani e salviamo l’Inps che non ha più i soldi per pagare le pensioni. E invece abbiamo lottato tenacemente contro questo virus che poteva fare comodo all’Inps così adesso ci troviamo tutti in crisi, non solo l’Inps. Questa è stata una scelta di civiltà e ‘na volta tanto abbiamo surclassato l’evoluta Svezia, quella Svezia che poteva parere un modello di civiltà, un modello di assistenzialismo, dove basta essere nati lì per avere garanzia di una vita dignitosa senza fare salti mortali.

In quella Svezia lì, così evoluta, arriva il corona virus e muori anche se abiti in un  territorio dove non dovresti morire perché non ci sono gravi condizioni di rischio. A Napoli, invece, grazie a un governatore che pare pigliato pari pari dalle gag dei programmi televisivi di intrattenimento, nonostante un territorio pericolosissimo, ti salvi. Guardate che sono stato il primo io a criticare De Luca che correva dietro ai podisti nei parchi. Sono stato io il primo a scandalizzarmi di fronte ad atteggiamenti che parevano semplicemente folli, però bisogna ammettere che hanno prodotto buoni risultati.

Forse è stata necessaria la teatralità che contraddistingue molte nostre azioni e correre dietro ai podisti o a chi passeggiava sulla spiaggia deserta è stato più che una misura razionale, un fatto simbolico. Occorrevano delle mosse ad effetto per far capire quanto era grave la situazione ed io continuo a dire che il passeggiatore solitario sulla spiaggia forse poteva essere invitato cortesemente a tornare a casa senza multarlo, ma senza andare troppo per il sottile l’intervento ha prodotto buoni risultati.

Ovviamente da noi adesso divampa la polemica su quanto sia opportuno ancora “castrare” l’economia per salvare ancora più vite possibile e su quanto non sia folle provocare nuove vittime, che potrebbero essere anche molte, da disastro economico e qui occorrerà grande attenzione nel valutare tutto, ma nella prima mossa abbiamo surclassato la Svezia.

Occorre l’umiltà di ammettere che noi abbiamo corso il rischio di devastare l’economia perché in realtà la nostra economia era già devastata e c’era poco da perdere ma proprio per questo il nostro atteggiamento probabilmente è stato ancora più eroico. Proprio in un’ economia devastata come la nostra fermarsi anche pochi mesi è letale e mette in ginocchio molti settori.

Adesso siamo uno dei paesi europei più inguaiati, non certamente l’unico. Altri paesi, tipo l’Olanda si vogliono isolare in un’ economia che con la solidarietà dell’Europa unita ha poco a che fare. La stessa Svezia ci capisce poco di solidarietà europea e rischia di prendere un secondo granchio storico.

Io penso che dovremmo aiutare questi paesi a capire che a volte sbagliano anche quelli che sembrano che facciano sempre tutto giusto. Non ha senso che si facciano un’ Europa per conto loro, anche perché la maggior parte dell’Europa non è così e loro resterebbero solo gli emarginati dell’Europa. Quelli che, nel bene e nel male abbiamo rischiato di essere noi, anche se in tema di solidarietà sociale, e pure con rifermento agli anziani “che non producono”, possiamo dare una lezione agli altri.

Non salgo sul carro del vincitore, ho sempre criticato la classe politica italiana in modo netto e deciso, dico solo che in questi mesi abbiamo dato una lezione di civiltà al resto del mondo e sono convinto che se le scelte di chi ci comanda saranno improntate ancora sul principio che la salute comanda sull’economia potremmo essere anche degli apripista nelle scelte di macroeconomia che adesso riguardano il corona virus e domani potrebbero riguardare le inondazioni, le malattie da inquinamento etc. Greta predica e noi mettiamo in pratica. Forse qualche nostro giovane potrebbe andare a predicare in Svezia così capiscono che gli anziani contano come i giovani.