MA E’ PROPRIO NECESSARIO CORRERE?

Ho visto un bel film con Toni Servillo nel quale c’è una parodia della proposta di attività motoria nelle palestre italiane che purtroppo non è una parodia ma la pura realtà e messa così com’è, senza alterazioni, ci si può fare pure su un bel film che fa ridere e che fa anche pensare. Toni Servillo è il classico italiano che ha bisogno di mettersi un po’ in forma (ce ne sono circa 20 milioni, non sono proprio pochi) il suo medico lo avvisa di questo e consiglia di andare in palestra, lui replica che solo l’idea della palestra lo infastidisce e che tenta di arrangiarsi da solo, il medico controbatte che se fa da solo abbandonerà i  sani propositi in meno di un amen e praticamente lo obbliga ad andare in palestra. “Lì paghi” dice “e dunque prendi l’impegno come si deve perché non vuoi buttare i soldi dalla finestra.

E questa è già una prima cosa che fa ridere e pensare: possibile che uno sia costretto a pagare per mettersi a fare una cosa che potrebbe fare gratis e necessita solo un po’ di buona volontà per essere portata avanti?

Il Toni Servillo protagonista rassegnato (nel film psicologo pure un po’ depresso con problemi con la moglie Carla Signoris) si reca in palestra ed anche lì sembra una caricatura ma è la triste realtà. E’ costretto a fare lo slalom nella bolgia fra macchine varie che non lasciano un metro di spazio libero, in breve la palestra che è un posto dove dovrebbe esserci tanto spazio per muoversi è un po’ come il cesso di casa mia che proprio non ci si riesce a muovere, finalmente, dopo una serie di slalom fra queste macchine che fanno fare cose tutte rigorosamente chiamate in lingua inglese, appare un piccolo spazio gestibile dove una bella insegnante tiene una lezione di corpo libero senza macchine infernali. Per una serie di cose che nel film accadono perché è un film ma che purtroppo fanno fatica ad accadere ai 20 milioni di italiani che hanno bisogno di fare attività motoria, Servillo riesce a contattare questa insegnante, nella realtà brava attrice che non so se sia poco famosa ma io che sono ignorante in materia non l’avevo mai vista e questa oltre che carina nella realtà è pure carina e simpatica nel film e riesce ad avvicinare Servillo all’attività motoria con successo. Qui c’è da dire una cosa che si discosta un po’ della realtà che forse è una licenza poetica del bravo regista. La bella personal trainer ha un approccio iniziale con Servillo che è semplicemente devastante, nella maggior parte dei casi con un personal trainer così si scappa via subito, ma qui c’è una storia anche di sentimenti ed insomma ti fa vedere che il Toni Servillo vittima, nonostante l’approccio iniziale sopravvive, probabilmente proprio solo perché l’insegnante è carina e simpatica. E’ un bel film a lieto fine e questa professionista un po’ poco professionale (chiaramente non troppo esperta almeno nel modo di mettere a proprio agio il cliente) riesce comunque nell’intento di  far capire quanto sia importante l’attività fisica e lo  psicologo scopre anche di avere un fisico oltre che una mente che gli consente di fare il proprio mestiere. Molto banalmente lei ad un certo punto dice: “Vedi, siamo colleghi, ristrutturiamo tutti e due, tu ristrutturi le menti io ristrutturo i fisici”.

Ebbene da questo film che una volta tanto non mi ha fatto arrabbiare per come presenta l’attività motoria perché per quanto ridicola è la nuda e cruda realtà, ho tratto degli spunti di riflessione (ma penso di non essere stato l’unico perché poi  è comunque un film che fa sorridere ma pure meditare anche su altri livelli, non da ultimo quello sentimentale).

Prima cosa: i medici consigliano di andare in palestra ma pare che in palestra non abbiano mai trovato tempo di metterci piede, altrimenti invece di consigliare in senso generico di andare in palestra consiglierebbero ben altro. Secondo punto: le palestre attuali (la maggior parte) per quanto grandi, sono dei casini infernali nei quali non si riesce nemmeno a passare da tante macchine che ci sono dentro, quasi sempre lo spazio per il corpo libero è molto più ridotto di quello riservato alle macchine quando le macchine veramente essenziali, solamente a scopo puramente riabilitativo, dovrebbero essere gran poche. Terzo: grazie a queste macchine si fanno esercitazioni tutte rigorosamente chiamate in lingua inglese. Siamo uno dei paese più ignoranti del mondo in tema di lingua inglese, si e no che un italiano su cento lo conosce anche se tutti provano a parlarlo e nelle palestre si ostinano a presentarci gli esercizi in lingua inglese quando sanno benissimo che rischiamo di fraintendere. E’ garantito che rischiamo di fraintendere perché la maggior parte degli italiani non sanno nemmeno che differenza c’è fra un “piegamento” ed una “flessione” che sono i termini più semplici per definire due movimenti comunissimi nell’attività fisica. Quarto punto: Toni Servillo psicologo del film ha il culo (bisogna definirlo così…) di trovarsi in una situazione dove la personal trainer, pur non terribilmente esperta, ha bisogno di occuparsi di lui perché non ne può fare a meno per situazioni contingenti, grazie a questa situazione è costretto a scoprire i benefici dell’attività motoria perché questa insiste e pur fra notevoli errori (uno fra tutti quello di aggredire il cliente invece di metterlo a suo agio) alla fine riesce a far capire come l’attività motoria sia essenziale per stare bene e non sia un inutile passatempo per buontemponi che potrebbero benissimo andare in discoteca invece che in palestra.

Penso a quegli italiani che credono che mettersi a correre sia necessario per stare bene e visto che di correre non ne hanno la benché minima intenzione allora rinunciano e restano sedentari. Allora vanno in palestra e dopo lo slalom fra le macchine infernali ed aver sentito un po’ di nomi di esercizi in inglese tornano a casa pensando che forse loro il treno dell’attività motoria l’hanno già perso. “Se questa è l’attività motoria” pensano “allora vuol dire che proverò almeno a mettermi a dieta per fare qualcosa di salutare” e così si rovinano del tutto perché la gran parte delle diete sono studiate per dimagrire ma non per stare bene.

Tanto per dire una cosa banale che non tutti sanno (così come la differenza fra un piegamento ed una flessione) non è assolutamente necessario mettersi a correre per stare bene ed invece camminare è più che sufficiente. Se uno ha la passione per correre è vero che si può iniziare a correre anche avanti con l’età se si ha la pazienza di attendere gli adattamenti graduali provocati dalla corsa ma questa è una opportunità e non un obbligo e pertanto chi non prova nessun entusiasmo per la corsa non ha alcun bisogno di mettersi a correre, così come chi non sopporta l’idea dell’ambiente palestra non ha nessuna necessità di mettersi a frequentare la palestra per fare un po’ di sana ginnastica e altra attività fisica a carattere generale. E’ un fatto culturale. Se andiamo al cinema e guardando fatti reali ci mettiamo a ridere vuol dire che in questi fatti c’è qualcosa che non torna. Allora al cinema tanto per ridere mi stanno benissimo ma nella realtà non  mi fanno ridere perché vuol dire che continuiamo a cullarci nella nostra beata ignoranza. Non c’è bisogno di torturarsi con l’attività fisica, c’è solo bisogno di qualcuno che ci dia i giusti consigli senza dover vendere nessun prodotto. E senza nomi in inglese.