LO SCIOPERO DEI PEDONI E DEI CICLISTI

Non è cambiato nulla. Caos infernale di auto che sfrecciano a velocità pericolose nei centri urbani e ciclisti e pedoni intimoriti da questo atteggiamento che fanno di tutto per evitare di andare a piedi ed in bici. Comanda ancora l’auto sovrana, anche in città e non è cambiato nulla.

E’ pure possibile che quelle righe tracciate per terra quando non riempire gli autobus era un imperativo e delle presunte corsie ciclabili potevano essere un incentivo, almeno per i giovani, ad usare meno l’autobus restino un triste ricordo del Covid, qualcosa che prima si cancella e meglio è perché potrebbero far tornare alla memoria i tempi della mascherina, che se i vaccini funzionano in un futuro imminente potrebbero anche finire splendidamente.

Nonostante quelle misure il traffico automobilistico nei centri urbani è rimasto pressoché identico, decisamente esagerato, inaccettabile e non al passo con i tempi in una società civile.

Allora viene da pensare che invece di prendersela con i politici e gli amministratori locali sarebbe da prendersela con noi stessi. Perchè politici e amministratori danno alla gente ciò che la gente chiede loro.

I politici vanno a caccia di voti e sanno che per prendere voti devono accontentare la gente, non possono perdersi dietro a progetti lungimiranti che faranno vedere i loro effetti chissà fra quanti anni e torneranno utili alle generazioni future ma non nell’immediato.

Viviamo la politica dell’immediatezza dove non si può programmare nulla ma bisogna ottenere risultati immediati altrimenti ti tirano giù subito dalla poltrona. E allora diventa fondamentale ciò che la gente chiede subito, con urgenza, perché quello è il motore della politica.

Quanti di noi stanno chiedendo con urgenza le zone 30? Quanti di noi stanno chiedendo l’energica rivisitazione dei sistemi di mobilità urbana? Gran pochi. Ci danno ciò che chiediamo. Molti hanno chiesto rapidamente i vaccini perché giustamente se ne sente un’urgenza immediata e anche se ci sono difficoltà di approvvigionamento ce li fanno avere con una certa urgenza. Poi ci lamentiamo che altri paesi arrivano prima di noi ma non si può negare che in tema di vaccini lo stato stia facendo uno sforzo encomiabile, non si può negare uno spiegamento di forze decisamente ingente per far fronte a questa necessità. Tutto si può dire tranne che lo stato se ne stia fregando della questione vaccini e anche quando si è commesso qualche errore ci si è immediatamente fatti in quattro per tentare di porvi velocemente rimedio.

Vi pare che in tema di mobilità urbana la situazione sia analoga? Molto semplicemente la gente comune non percepisce la portata del problema e non capisce che se non sarà fatto qualcosa di urgente nei prossimi mesi, fin tanto che l’emergenza Covid giustifica anche mosse decisamente energiche, poi sarà molto difficile far partire una rivoluzione che nessuno ha voglia di affrontare. I danni provocati dal traffico urbano sono decisamente sottovalutati ma sono un’altra pandemia nella pandemia. Una pandemia che dura da quasi mezzo secolo.

Il problema non è nemmeno troppo difficile da leggere: ci sono semplicemente circa venti milioni di autovetture in eccesso sul nostro territorio che devono stare molto più tempo in garage e meno tempo in circolazione sulle strade e anche se questa mossa non fa bene alle autovetture che hanno bisogno di essere mosse per stare bene (come gli esseri umani…) è una mossa di fondamentale importanza per le persone che guidano queste vetture che hanno terribilmente bisogno di muovere sé stesse più delle loro vetture.

Fra la salute della vettura e quella del pilota si è scelto per la prima ed è decisamente la scelta sbagliata anche se molti non se ne rendono conto e pensano che la dittatura dell’auto sia l’unica che non vale la pena di contestare.

Problema nel problema è che queste vetture nei centri urbani procedono ad un’andatura media che è di circa il 30-35 per cento superiore a quella che potrebbe essere l’andatura limite per poter garantire una certa sicurezza a pedoni e ciclisti.

La lunga teoria di morti sulle strisce pedonali non è che l’ultima consenguenza di questo comportamento. La gente sulle strisce pedonali non si ferma perchè vi arriva in prossimità velocemente e allora se il pedone non ti prende a ombrellate sul cofano oppure l’anziano proprio a bastonate con il suo bastone che gli serve per camminare in sicurezza nessuno ci sta a fermarsi se non proprio necessario. Praticamente le strisce pedonali più che un posto sicuro per l’attraversamento dei pedoni sono un luogo dove l’automobilista sa che se non ci arriva su velocemente un eventuale pedone può anche avere la presunzione di attraversare prima che sia passata l’auto, e dunque, a scanso di equivoci, meglio accelerare che al pedone non vengano strane idee e che non pensi che vogliamo farlo passare.

Fate un esperimento da automobilisti, con molta attenzione però perchè è pericoloso per la vostra incolumità anche se siete protetti dall’automobile e c’è pure il rischio che diventi pericoloso anche per il pedone. Provate a fermarvi sulle strisce pedonali quando il pedone si accinge ad attraversare la strada anche se non parte dalla vostra corsia. Esempio: voi siete nella corsia di destra, sta partendo il pedone sulla corsia di sinistra e dunque deve fare quattro o cinque metri (che distanza!) prima di arrivare sulla vostra carreggiata e voi, anche se lui non è già arrivato lì, vi fermate prima che arrivi. Praticamente fate molto semplicemente il cittadino educato perché quando il pedone attraversa sulle strisce pedonali è inutile a stare a calcolare il millimetro, vi fermate anche se non è arrivato sulla vostra corsia e attendete quei tre secondi (che tempo infinito!) che servono al pedone per arrivare sulla vostra corsia. E’ vero che potevate passare anche senza travolgere il pedone ma non è carino perché gli passate comunque vicino con un mezzo che pesa circa 15 volte lui. Dunque, approfittando della stazza del vostro “involucro protettore” che, anche se non è uno splendido SUV, è facile che pesi più di una tonnellata, fate da scudo fra voi e gli altri automobilisti per far passare il pedone. Come minimo l’automobilista che vi segue vi suonerà immediatamente il clacson facendovi capire che avevate tre secondi di tempo per passare e l’onere di fermarvi non era vostro ma quello della terza o quarta vettura dietro di voi (quella che arriva al millimetro con il pedone tanto per dire, a portata di ombrellata…). Purtroppo se va male questo vi tampona e allora non so nemmeno se consigliare questo esperimento perché sulle nostre strade diventa pericoloso. No, niente esperimento, guardate semplicemente quanti automobilisti si fermano sulle strisce pedonali se proprio il pedone non è arrivato sulla loro corsia, quasi nessuno.

E allora da qui potete capire l’effetto ghigliottina che rende più pericolosi gli automobilisti educati e rispettosi dei diritti del pedone rispetto a quelli da galera. Praticamente l’effetto ghigliottina è quella situazione nella quale su una strada a più corsie nello stesso senso un automobilista vede il pedone sulle strisce pedonali (giustamente sulle strisce pedonali, anche se gli italiani non lo sanno, bisogna sempre guardare se ci sono pedoni che stanno attraversando…) si ferma e l’automobilista che segue nella corsia a fianco passa assolutamente noncurante, senza rallentare e ghigliottinando letteralmente il pedone che se non ha l’accortezza di immaginare che sulle strade ci sono molti disgraziati ci resta secco travolto ai cinquanta all’ora praticamente senza possibilità di scampo.

L’effetto ghigliottina è letale non solo per la sua dinamica ma anche per la velocità alla quale succede. Se la ghigliottina arriva giù lenta ti fa senz’altro male ma la testa non te la taglia. Se tutti rallentano sulle strisce pedonali può anche scappare il famigerato bambino dalle mani della mamma che freni e lo salvi. Non se stai facendo i 50 all’ora e a quel punto la colpa non è del bambino che è scappato ma tua che andavi ai 50 in un centro abitato. Anzi no, non è nemmeno tua perché il limite dei 30 in quella zona quasi si sicuro non c’era (le zone trenta in Italia sono ancora un privilegio per pochi, una specie di vezzo radical chic per quartieri di gente un po’ strana) e pertanto la colpa è di quegli amministratori che non hanno previsto il limite dei 30 in quella zona, anzi no la colpa non è nemmeno loro perché altrimenti cosa ho perso tempo a scrivere un articolo dicendo che gli amministratori fanno le cose che gli vengono richieste perché solo in quel modo possono salvare la poltrona. E allora la colpa è solo nostra che non chiediamo quelle cose.

La soluzione potrebbe essere lo sciopero dei pedoni e dei ciclisti. Siccome le auto vanno ad una velocità che è di circa il 30-35% superiore a quella possibile nei centri abitati per mettere in sicurezza pedoni e ciclisti è opportuno far capire che questo 30-35% non è poco, non è assolutamente cosa trascurabile, è una gran cosa e potrebbe cambiare volto al traffico urbano che sarebbe certamente rallentato (non del 30-35%, un po’ meno per strani calcoli matematici, ma sarebbe comunque rallentato), sarebbe decisamente più sicuro in modo splendido e provocherebbe in breve tempo un buon travaso di automobilisti dall’auto alla bici ed al mezzo pubblico (Covid permettendo) perché l’auto finalmente non sarebbe più il mezzo più veloce nel traffico urbano cedendo lo scettro alla bici ed ai mezzi pubblici, al momento troppo invischiati nell’esagerato traffico automobilistico per essere realmente competitivi come tempi di trasferimento.

Come si fa lo sciopero dei pedoni e dei ciclisti? Non certamente facendo a meno di fare i pedoni e/o i ciclisti. Se fate così non se ne accorge nessuno perché gli automobilisti sono già talmente tanti che uno più uno meno non cambia niente e non se ne accorge nessuno. La gente si domanderebbe semplicemente se quel giorno lì c’è stato qualche incidente in tangenziale, non si accorgerebbe nemmeno dell’assenza dei ciclisti (chi li guarda mai…) e non farebbe altro che aumentare l’uso compulsivo del clacson attaccandosi al clacson in modo isterico come avviene normalmente tutti i giorni quando un pedone o un ciclista viene messo sotto e per un po’ blocca letteralmente il traffico.

Lo sciopero andrebbe fatto in un modo che se davvero fosse fatto così dopo due giorni ci sarebbe in piazza il partito degli automobilisti a chiedere il cambio del governo. Praticamente, visto che gli automobilisti viaggiano al 30-35% più veloci di quello che dovrebbero fare, pedoni e ciclisti dovrebbero compensare questa pericolosa abitudine con un atteggiamento di senso opposto: dovrebbero viaggiare al 30-35% circa più piano di quello che fanno di solito come pedoni e come ciclisti. Si aprirebbero le acque del mare perché ciò vuol dire che il pedone che normalmente cammina ai cinque chilometri all’ora (quando attraversa la strada fa anche i 6 o 7 chilometri all’ora altrimenti lo stendono…) si metterebbe a fare i 3 chilometri all’ora. Mentre i ciclisti che normalmente viaggiano a 15-18 chilometri all’ora si metterebbero a fare solo i 10-12 circa cioè la velocità della più tranquilla delle famigliole con vecchi e bambini in gita su sentiero di campagna alla domenica.

A quel punto, oltre che aprirsi i mari, avverrebbe la vera rivoluzione perché il blocco del campionato di serie A di calcio in confronto non è nulla. Se blocchi il traffico in quel modo getti il paese nell’isteria collettiva. Ma i ciclisti ed i pedoni non vogliono bloccare il traffico, vogliono semplicemente rallentarlo per rendere il territorio più vivibile. Ciclisti e pedoni che vanno più piano del 30-35% ti dimostrerebbero quanta differenza c’è fra una certa velocità ed una sensibilmente inferiore a quella.

Non si può bloccare il paese e non si può pensare che uno sciopero così possa andare avanti per più di mezz’ora o tre quarti d’ora anche se c’è da dire che, in un paese che concede anche agli anziani di vivere normalmente, bisogna precisare che quelle velocità suggerite sono proprio quelle normalmente possibili agli anziani che ancora si fidano ad andare per strada come pedoni e come ciclisti. Dunque bisogna mettere in preventivo che il pedone e/o ciclista che va a quei ritmi può davvero esistere anche senza nessuno sciopero (ed è anche per quello che gli “scioperanti” non potrebbero essere perseguiti per legge: ognuno ha diritto a muoversi alla velocità di un anziano, anche se non lo è, non deve aver nessuno certificato medico con se per avere il diritto di muoversi alla velocità di un anziano, attraversare la strada guardando il telefonino è molto peggio ed è ciò che io raccomando di non fare mai ai pedoni di tutte le età: è veramente il modo più idiota per rimetterci la vita) ma in ogni caso, nella normalità quotidiana, la maggior parte di pedoni e ciclisti “funzionano” a ritmi che sono sufficienti a far scorrere il traffico in qualche modo.

Lo sciopero di pedoni e ciclisti è utopia. però la gente deve rendersi conto che i politici ci danno le cose che chiediamo e non quelle che non chiediamo. La città a misura d’uomo non è un vezzo radical chic ma una necessità della quale dobbiamo essere tutti consapevoli se vogliamo davvero iniziare a chiederla con una certa determinazione, almeno con la stessa determinazione con la quale sono stati i chiesti i vaccini che, giustamente arrivano, perché tutti i politici ci tengono alla poltrona e pertanto vogliono accontentare i cittadini sulla base delle loro richieste.