LE “FAKE NEWS” E L’ATTIVITA’ MOTORIA

Questo è un sito che contiene una marea di Fake News. Non so nemmeno io che lo curo quante ne contiene e questa precisazione, se ci credete è quella che ne testimonia almeno un minimo di valore. Tutte le fake news che ci sono qui sopra sono assolutamente involontarie, dettate da ignoranza e non da un progetto commerciale con secondi fini. Se non credete a questa cosa non leggete nemmeno una riga di quanto continuo a scrivere in modo piuttosto ripetitivo e monotono (gira e rigira gli argomenti sono sempre quelli: attività fisica per tutti, piste ciclabili, come riuscire a muoversi senza abboccare alle insidie del mercato…).

E’ possibilissimo che la quantità di Fake News esistenti su questo sito sia pure percentualmente superiore a quella presente in tanti altri siti che trattano l’attività motoria.

Una mia convinzione,  che è un’opinione più che una Fake News, che ho sempre voluto trasmettere qui sopra è di stare bene attenti alla serie di fandonie che vi vengono raccontate su Internet in tema di attività motoria.

Nel dare a Cesare ciò che è di Cesare devo ammettere che Internet consente una certa libertà. Il rovescio della medaglia della libera circolazione di Fake News è che tale cosa dimostra che non esiste censura. Il fatto che esista questo sito che fa cattiva pubblicità ad Internet perché lo ritiene responsabile della messa in rete di una quantità stordente di Fake News fa onore a Internet che non lo censura.

Assurdo che un sito “denso” di  Fake News metta in guardia contro le Fake News. Secondo il mio punto di vista potremmo azzerare tutta l’informazione che circola sull’attività motoria (ma non solo su Internet perché le televisioni sanno fare anche di meglio…) e la qualità dell’attività motoria dei comuni cittadini ne trarrebbe un gran beneficio. Meno idiozie in circolazione, più gente disposta a far da sé senza cercare consigli fuorvianti e disposta a pensare a come si muove.

Quando esorto i miei lettori a pensare a come si muovono casco in contraddizione perché da un lato esprimo la mia convinzione che il movimento sia importante e dunque vada anche progettato più che fatto in modo esclusivamente istintivo come fanno gli animali, dall’altro creo le premesse perché i miei lettori vadano in cerca di rogne istigandoli, in un certo senso, a cercare su Internet (dove sono presente anch’io e questa è la contraddizione) risposte a quesiti ai quali dovrebbero rispondere solo loro con la loro pratica di campo e non Internet con le nuove leggende dell’era moderna.

Non si può ignorare Internet perché fa parte della nostra cultura ed ormai abbiamo l’istinto ad utilizzarlo pure per vedere come si fa la zuppa inglese, cose che una volta ci raccontava la nostra nonna senza nessun bisogno di andare su Internet. Questo sito, ammettendo che Internet non si riesce ad ignorarlo (e del resto non esisterebbe nemmeno questo sito se non esistesse Internet…) vi invita a prendere con le pinze tutte le informazioni a considerarle non come se fossero automaticamente tutte Fake News perché presenti su Internet ma come potenziali “Fake News” perché le Fake News in realtà sono sempre esistite ben prima che esistesse Internet. Clamorose quelle leggendarie del quotidiano sovietico “La Pravda” che venivano evidenziate in occidente ma delle quali i sovietici non sapevano un bel nulla. Ecco io vi invito a consultare il mio sito con lo stesso spirito con il quale un occidentale poteva leggere il quotidiano la Pravda ai tempi dell’Unione Sovietica. Purtroppo sullo stesso sito sono costretto a consigliarvi di leggere con lo stesso spirito anche altri siti che riguardano l’attività motoria e mi piace aggiungere che il mio sito, anche se magari riporta una densità di Fake News bella tosta almeno non ha motivi commerciali per vedere incrementata a dismisura questa presenza.

Se non volete leggere balle dovete smettere di leggere perché purtroppo una grande quantità di balle sono scritte anche da chi scrive sinceramente raccontando la propria verità.

Quando io scrivo che l’istituto dell’antidoping è anacronistico, inefficace e serve solo per salvare l’immagine dello sport di alto livello facendo finta che si dopino più i dilettanti dei professionisti (questo è quello che emerge dall’attuale sistema dei controlli…) dico una mia verità che vi garantisco che è proprio ciò che penso ma poi chi lavora perché questo istituto vada avanti così com’è vi racconterà un’altra verità e a sostegno di questo porterà anche dati certamente autentici. Se diciamo che sono entrambe Fake News sbagliamo perché sono solo opinioni diverse  su un argomento che presenta molte sfaccettature controverse. La mia sarebbe una Fake News se affermassi ciò senza pensarlo. Quella di chi sostiene l’antidoping sarebbe una Fake News se sostenesse che l’antidoping blocca soprattutto i professionisti. in realtà l’antidoping perseguita letteralmente i professionisti solo che li perseguita in un modo che è funzionale ad un continuo controllo dei parametri bioumorali con intervento farmacologico. Pertanto se l’intento è quello di ridurre la medicalizzazione dello sport di alto livello bisogna ammettere proprio che questo intento manca l’obiettivo. Se diamo dei giudizi assoluti tutte diventano Fake News. Non si può dire che l’Antidoping sia del tutto inutile. Secondo alcuni se venisse smantellato sarebbe un vero e proprio disastro perché provocherebbe una vera e propria corsa all’oro. In regime di “bomba libera” ci sarebbero un gran numero di atleti disposti a rischiare la salute pur di ottenere risultati importanti.

Si può dire che quello attuale è fonte di ingiustizie, che crea dei casi giornalistici (e allora sì che ci si da in pasto alle Fake News…) e che finisce per rompere le scatole a dilettanti che si stanno curando chissà che patologia e non hanno la minima intenzione di alterare l’esito delle loro competizioni del tutto al di fuori del circo dello sport spettacolo. Se poi questo sia l’unico sistema di controlli possibile lì sta l’opinione più che la Fake News.

Che le piste ciclabili in Italia facciano abbastanza schifo non penso che sia una Fake News. Se lo è l’ho scritta in buona fede, per disinformazione, credetemi. Non sapevo che solo nella mia città non si riesce ad andare in bicicletta perché non sai mai dove andare, i semafori non sono sincronizzati con le esigenze dei ciclisti, le corsie ciclabili sono larghe che se sbandi un attimo sei morto e finiscono su strade dove non si vede uno straccio di pista ciclabile e le auto possono fare tranquillamente i 50 chilometri all’ora.

Che le piste ciclabili siano importanti altrimenti la gente continua ad usare l’auto perché è più comoda, più sicura e a volte anche più veloce perché al semaforo prima passa l’auto e poi il ciclista (cosa decisiva questa, a mio parere per far cambiare idea all’automobilista) quella è una mia convinzione, non è una Fake News. La Fake News è quando vi raccontano che è stata disegnata una corsia ciclabile larga poco più di un metro per incentivare l’uso della bici in città. Quella è una Fake News perché la realtà è che sono stati costretti a disegnare quella linea a malincuore per precise direttive europee ma l’intenzione di riconvertire la mobilità urbana non c’è nemmeno lontanamente. Siccome non si possono fare processi alle intenzioni si può ben dire che quella volontà non si può provare né in un senso né nell’altro. E allora vedete che anche il confine fra Fake News è piuttosto labile. Forse il mio sito è tutta una Fake News ma spero che vi stimoli a pensare a certe cose che non devono essere date per scontate. In quel caso è una Fake News che vi aiuta ad affrontare le altre Fake News. In un mondo di Fake News deve restare la possibilità di poterle confrontare per capire quali fanno danni e quali, per quanto false, fanno luce su cose importanti e che non possono essere ignorate.