L’ATTIVITA’ FISICA CONTRO LO SHOPPING COMPULSIVO

I problemi del nostro tempo sono che produciamo troppo, consumiamo troppo e quindi lavoriamo troppo finendo per inquinare in un modo indecente e… paradosso, ci muoviamo troppo poco, facciamo poca attività fisica.

Il problema della distribuzione del lavoro è un serio problema della nostra società. Non è che manchi lavoro, solo che è mal distribuito e retribuito in modo irrazionale sulle varie categorie di lavoratori.

La bufala che bisogna lavorare di più per sostenere l’economia capitalista è una bufala insostenibile e semmai il problema è proprio che non si può più lavorare per sostenere l’economia capitalista ma bisogna lavorare in modo razionale ed accorto per salvare il pianeta in direzioni ben precise che ormai sono obbligate e non seguendo ciecamente solo la via dell’iperproduzione.

In tale contesto la piaga dello shopping compulsivo non è che uno dei mille problemi correlati a questo impianto sociale e le strategie per combattere questo problema serio sono molto spesso fallimentari perché non è un problema casuale ma alimentato da una lunga serie di fattori sociali.

Sarebbe interessante fare un esperimento in un centro commerciale (vero santuario dello shopping compulsivo dove non è più nemmeno necessario camminare fra un negozio e l’altro perché i negozi sono tutti attaccati, uno dietro l’altro, in successione continua) e vedere cosa succede disattivando tutte le scale mobili. Restano attivi solo i servizi per i disabili ma i normodotati si devono fare le scale a piedi. Sarebbe interessante vedere la variazione dei consumi in tale situazione e scopriremmo con sorpresa che la variazione dei consumi è più consistente di quanto si possa pensare. Perché? La gente è così pigra che rinuncia ad un acquisto pur di non fare una rampa di scale? No, il motivo non è quello ma un altro decisivo per far capire l’importanza dell’attività fisica contro questo tipo di patologia. Se i clienti sono costretti a fare le scale sono costretti a pompare ossigeno e dunque a far arrivare più ossigeno al cervello, con più ossigeno si ragiona meglio e si riesce a discernere fra ciò che ci serve davvero e ciò che invece è capriccio patologico. In breve avremmo una irrilevante contrazione dei consumi di beni di prima necessità quando verificheremmo invece una contrazione netta dei consumi derivanti da shopping compulsivo. Qualcuno pensa semplicemente che la rampa di scale la si fa per qualcosa di necessario e non per qualcosa di inutile ma la questione non è precisamente in questi termini e la rampa di scale è talmente miracolosa che riesce a far diventare inutile una cosa che ad inizio rampa pareva necessaria.

Insomma questo semplice anche se improponibile esperimento chiarirebbe come l’attività fisica possa avere una funzione terapeutica nei confronti dello shopping compulsivo che non può assolutamente essere ignorata.

Ci sono dei correlati a questa situazione che concorrono ad aumentare i benefici dell’attività fisica. In genere chi si muove molto per semplice disponibilità di tempo (che si “brucia” facendo attività fisica) è un consumatore più parco di televisione di chi invece non svolge attività fisica. La televisione è uno fra i più importanti fattori di diffusione dello shopping compulsivo perché martellando il cittadino con la pubblicità continua lo indebolisce in tal senso.

Dunque l’attività fisica agisce su più fronti per contenere questo tipo di problema. In primo luogo ossigenando il cervello e per dimostrare ciò sarebbe sufficiente il curioso ma improponibile esperimento di togliere le scale mobili dai centri commerciali. Poi agisce in modo indiretto sottraendo tempo direttamente a quello dedicato agli acquisti e indirettamente anche a quello dedicato alla televisione che è uno dei motori di questa patologia.

Pertanto fra le mille indicazioni nei quali è indicata l’attività fisica (ed io, per una mia flippa personale, predico sempre “meglio all’aperto che al chiuso”…) anche quella contro lo shopping compulsivo è certamente un’indicazione valida.

Poi ci saranno i malati gravi che visto che si muovono un po’ di più vanno subito a comprarsi chissà quali articoli per questo incremento di movimento. Chiaramente l’attività fisica non può fare i miracoli e, oltre certi livelli, lo shopping compulsivo è veramente una cosa da psicologo. Altra buona ragione per non attendere quel momento e provare a contrastarlo con l’attività fisica fin che si è in tempo.