LA FASE DEL “TUTTI PODISTI”

Ho un deja vu non molto divertente e non di buon auspicio. Siamo rientrati nella fase del “tutti podisti”. Mi ricordo che era quella fase, circa 8 mesi fa, nella quale si diceva: “Quest’anno alle Olimpiadi i keniani ci fanno un baffo, siamo tutti podisti, siamo imbattibili…”. Poi arrivò il rinvio delle Olimpiadi e soprattutto arrivò anche il momento che più che tutti podisti eravamo tutti reclusi.

Ricordo un momento intermedio fra quei due, un po’ imbarazzante, quando essendo ancora permessa la corsa, la gente aveva cominciato a guardarti schifata come se fossi un untore, come se con la tua corsa potessi andare in giro a diffondere impunemente il virus. Il passo successivo fu fra i più disgustosi della storia dell’attività motoria in Italia: quelli che stavano a guardare alla finestra gli “untori” avevano vinto, non si poteva più nemmeno correre per strada, neanche distanziati. Ed io ho la strana sensazione, che nessuno scienziato potrà mai smentire ma purtroppo nemmeno confermare, che in quel modo ci abbiamo lasciato giù un bel po’ di soggetti sani perché dare la possibilità ai sani di andare a ritemprarsi fuori era un ottimo sistema per aumentare le difese immunitarie della popolazione sana. Sono convinto che i tedeschi abbiano avuto meno vittime (e continuano ad averne ancora meno) per quella concessione che hanno fatto ai loro cittadini. Pur bloccando praticamente tutto come noi non hanno mai smesso di lasciare la possibilità di praticare attività motoria all’aria aperta.

Siamo tornati in quella fase perché molte attività sportive sono state vietate e pertanto chi praticava quelle attività, non sapendo cosa fare si mette a correre.

Io mi auguro che da questa fase, invece di passare a quella del blocco totale, si torni a breve in quella nella quale è possibile svolgere qualsiasi pratica sportiva, pur rispettando alcune regole basilari. Come minimo mi auguro che non ci siano più quelli che guardandoti dalla finestra ti bollano per untore ed, in ogni caso auspico che vengano messi i puntini sulle “i” anche a livello scientifico su leggende metropolitane che portano a comportamenti folli come se stare chiusi in casa fosse l’unica strategia possibile per sopravvivere.  Non so se il vaccino ci potrà aiutare a sconfiggere questo accidentaccio ma ormai abbiamo capito benissimo che non può essere sottovalutato e che certi comportamenti del tutto sconsiderati devono essere assolutamente evitati. Al tempo stesso, proprio perché la battaglia sarà lunga, e non è detto che il vaccino ci aiuti molto a farla durare meno, bisognerà anche evitare follie che fanno male alla salute quali quella di tenersi la mascherina addosso quando si è da soli in luoghi isolati o quella di uscire di meno di casa pensando che ogni occasione sia buona per trovare il virus che ci aspetta fuori dalla porta. Purtroppo molte volte il virus è proprio dentro alla porta di casa e se abbiamo stili di vita salutari abbiamo più possibilità di combatterlo, se invece andiamo in clausura come ad inizio primavera scorsa temo che finiremo per beccarcelo tutti.  Il buon senso dovrà informare le scelte di tutti, medici, politici e cittadini.