IMPORTANZA DELLA SPECIFICITA’ NELL’ALLENAMENTO SPORTIVO

Intanto una premessa. Tutti credono che l’allenamento sia un’attività  finalizzata esclusivamente al conseguimento di un risultato sportivo. Non è così, ci si allena anche a fare i turni di notte in certe professioni che lo richiedono ma non mi risulta che esistano competizioni sportive di “chi fa meglio i turni di notte”. Semmai, generalizzando, si può dire che “tutto è allenamento” ci si allena a fare di tutto e anche se dire che uno che ha fatto tre incidenti stradali si è allenato a fare gli incidenti stradali suona un po’ strano bisogna pure ammettere che al terzo incidente ha potuto contare su delle informazioni che possono aver anche cambiato le sue reazioni. I tempi di reazione sono difficilmente allenabili, un comportamento istintivo, in presenza di informazioni fortemente condizionanti, pare incredibile, ma può anche essere modificato. Senza andare molto distante posso tranquillamente affermare che io mi sono allenato ad attraversare un certo incrocio quando ho capito che gli automobilisti che incrociano non si rendono conto di avere rosso. Prima prendevo una fifa blu adesso mi arrabbio e basta. Questo perché non sono ancora allenato abbastanza a dribblare la burocrazia che impedisce che quel semaforo venga modificato. Per cui ci si allena a tutto ma non tutto l’allenamento ha finalità sportive. Tutto l’allenamento ha una sua componente di alta specificità, anche quello non sportivo e, per esempio, io non so dribblare la burocrazia perché circolo poco per gli uffici, non posso mettermi a circolare per uffici tre ore al giorno per allenare questa capacità perché non è la mia professione ma se esistesse uno sport  “dribbla la burocrazia” e fossi appassionato a quello probabilmente l’allenamento per quello contemplerebbe davvero un tot. di ore al giorno in giro per uffici.

Tutto questo per dire che se andiamo a trattare l’allenamento sportivo che ha una precisa finalità di rendimento la specificità della preparazione diventa determinante e diventa il primo parametro di riferimento per stabilire la razionalità di una preparazione. Il confine fra improvvisazione e programmazione è certamente ben evidenziato dal grado si specificità della preparazione sportiva. Quando mi vengono chiesti consigli sull’attività motoria per la salute io sono di un pressapochismo disarmante e dichiaro sempre che qualsiasi attività attività fisica purché sia divertente e non esasperata è certamente utile per combattere la piaga della sedentarietà. Non lo faccio per noncuranza, sono convinto che anche un’attività motoria assolutamente non programmata, purché divertente, abbia una grande utilità da un punto di vista della salute in generale.  Poi è chiaro che se uno ha voglia di programmare ed articolare con un certo criterio la sua preparazione fisica è libero di farlo anche senza dover subire costrizione alcuna. Qualsiasi programma può venire rettificato quando diventa noioso e può essere sostituito in centomila modi diversi.

Ragionare in termini di specificità della preparazione sportiva è un po’ più complesso e ci impone di rielaborare mentalmente tutto il programma di addestramento. Quando affermo che l’attività sportiva è molto spesso anche un fatto di concentrazione intendo accennare a queste problematiche. Anche se c’è una allenatore a programmare e studiare la preparazione, l’allievo deve comunque sempre essere attento a dare più informazioni possibile all’allenatore per metterlo in grado di non sbagliare. Alta specificità dell’addestramento vuol dire saper selezionare quelle esercitazioni che possono condurci all’obiettivo finale percorrendo la strada più breve. Vuol dire risparmiare tempo, perché se ci si perde in dettagli  della preparazione irrilevanti ai fini della messa a punto dell’atleta, alla fine non si avrà più tempo per le esercitazioni più importanti, per quelle decisive con riferimento al conseguimento del risultato finale.

Un modo di agire così è molto diverso da quello di chi si accontenta di fare attività per la salute. Mentre nella ricerca di specificità scartiamo un sacco di opzioni perché non le riteniamo utili, nell’attività motoria per la salute non ci fermiamo di fronte a nulla perché qualsiasi attività può essere utile per la salute.

Ci si chiede se un’alta specificità della preparazione sportiva non possa diventare fattore di rischio per infortuni da sovraccarico. Purtroppo la risposta è sì, a meno che con una grande maestria non si sia in grado di prevenire tutta quella serie di infortuni che possono essere innescati da una preparazione che insiste molto su alcuni gruppi muscolari anziché su altri.

La specificità è inversamente proporzionale alla genericità e, come tale può anche portare ad esasperare alcuni gesti con evidente rischio di sovraccarico. A maggior ragione la preparazione specifica deve essere studiata con attenzione e messa a punto  in modo non  grossolano: può essere quella che, più facilmente della preparazione a carattere generale, può portare ad infortuni ed a squilibri muscolari. Compito del tecnico preparato è sapere come funzionano certi  mezzi di preparazione specifica  ed intuire che tipo di adattamenti possono innescare su un determinato atleta. La conoscenza dell’allievo diventa sempre più determinante man mano che aumentiamo la preparazione specifica. Mentre una preparazione a carattere generale potrà avere effetti benefici per tutti e, semmai si tratterà di proporre le attività più divertenti e meno pesanti psicologicamente, la preparazione specifica deve essere ben calibrata sul singolo atleta e la giusta taratura di quella non è di facile risoluzione. Una preparazione specifica ben calibrata, oltre che vincente dal punto di vista del rendimento e per cui fattore di successo sportivo, porta anche a poter contenere i volumi di preparazione e questo modo di agire, in un’ ottica di esasperazione sempre più conclamata della preparazione sportiva, supportata addirittura dalla messa a punto di protocolli di intervento farmacologico sempre più complessi, è certamente quello che ci può far sperare di salvare lo sport agonistico dalla tentazione di appioppargli l’etichetta di “gioco d’azzardo”. Lo sport agonistico (e lo sport è praticamente tutto agonistico, da quello dei bambini a quello degli anziani, anche se quello degli adulti, inquinato dal danaro, sembra più agonistico degli altri…) è comunque uno strumento di salute se la preparazione ad esso è ben studiata con competenza e tanto buon senso. Studiare attorno alla specificità del gesto sportivo è dovere morale, oltre che professionale, della categoria degli allenatori perché purtroppo all’elevato rendimento sportivo si può arrivare anche per altre strade. Se le altre strade sono più semplici da percorrere non è garantito che siano anche le migliori per la tutela della salute dell’atleta e se non vogliamo perdere la faccia sul tanto sbandierato “sport è salute” non abbiamo scelte: lo sport per la salute può essere certamente improvvisato, quello per l’elevato rendimento agonistico, se vogliamo che sia sempre per la salute deve anche essere attentamente studiato. Con alta specificità.