IL VERO RISCHIO DELLA BICI E… VARI TIPI DI BATTERIE

Nelle nostre città è pericoloso usare la bicicletta essenzialmente per due motivi: il primo, decisivo, è che il ciclista è ancora bistrattato e non ha nessuna precedenza sull’automobilista pertanto rischia la vita perché non è l’automobilista che si deve adattare alle esigenze del ciclista bensì questo che deve pensare a cosa ha in testa l’automobilista. Il secondo motivo, meno grave ma comunque abbastanza pesante per poter promuovere un vero sviluppo della bicicletta è che le bici le rubano più di quanto rubavano le autoradio una quarantina di anni fa. C’è una vera e propria moda dei furti di bicicletta e non ci si inventa nulla per tentare di stroncarla.

Alla base di queste due cose non c’è una mancanza di volontà politica per cambiare le cose. Magari fosse così, sarebbe tutto troppo semplice. Al contrario c’è una vera e propria volontà politica nel mantenere tutto così, o meglio, nel far finta di fare qualcosa facendo ben attenzione che nella sostanza il rapporto fra cittadino e bici non cambi.

Essenzialmente in Italia, chi lavora, chi porta avanti il paese, si muove in automobile, mentre chi va in bici è un bravo ecologista che ha del tempo libero (altrimenti non userebbe la bicicletta) ma deve comunque fare i conti con il paese che lavora. E’ questo concetto che non si vuole smantellare perché il suo smantellamento è pericolosissimo e potrebbe essere letale per la società dei consumi, già in crisi per motivi che c’entrano anche abbastanza poco con la bicicletta.

Se passasse l’idea che chi porta avanti il paese è chi si muove in bici e chi si muove in auto è un disabile che deve comunque essere rispettato ma non può e non deve avere fretta perché la sua eventuale fretta può bloccare il paese, allora tutto cambia e sarebbe la normalità della bicicletta dei lavoratori in bici a prevalere sull’anomalia di chi non è abile al lavoro o è comunque diversamente abile e merita rispetto ma non può prevaricare su chi usa la bici per motivi molto importanti e non solo per svago.

Il vero rischio della bicicletta è che diventi il mezzo di trasporto più usato e che assieme a monopattini e mezzi pubblici decreti la fine dello strapotere dell’auto privata che può restare utile mezzo per chi non ha le condizioni di salute per servirsi degli altri mezzi.

Tale indicazione non è un’indicazione solo nazionale ma planetaria e qui entra in causa il discorso delle batterie che è quel polpettone per il quale si prevede che nel mondo si continuerà ad usare ancora per molto il carburante più inquinante in assoluto: il gasolio.

Se trattiamo di batterie non possiamo prescindere da un discorso chiaro. Se tutto il mondo inizia ad usare l’auto elettrica andiamo incontro alla catastrofe ecologica, La situazione peggiora ulteriormente. Non possiamo assolutamente sostenere una mobilità con le auto elettriche come sono concepite ora con batterie enormi che inquinano un’infinità.

Le batterie ammesse sono quelle della bici elettrica che ha ben altro tipo di consumi ed altro tipo di batterie. Se si diffonde molto la bici elettrica ma parallelamente spariscono un bel po’ di auto allora la situazione può migliorare perché effettivamente l’inquinamento prodotto da una batteria di bici elettrica è ben poca cosa rispetto all’inquinamento prodotto da un qualsiasi tipo di autovettura alimentata con qualsiasi tipo di alimentazione a meno che… questa autovettura non sia a pedali.

L’autovettura a pedali che tanto ci fa sorridere perché nella nostra fantasia è solo un giocattolo per bambini, in realtà è quella cosa terribilmente seria che può salvare l’esistenza dell’auto per i normodotati.

E’ il passo finale di una rivoluzione della mobilità urbana che deve certamente partire da bicicletta ed efficientamento del sistema del trasporto pubblico ma l’atto conclusivo è proprio la diffusione dell’auto a pedali che può salvare concretamente le nostre città. La batteria che aiuta l’auto a pedali non è certamente quella che muove le vetture elettriche attuali ed è poco più della batteria di una normale bici elettrica. E’ sottinteso che una mobilità urbana dove è diffusa l’auto a pedali non è più la mobilità dei 50 chilometri all’ora, dello scontro mortale in pieno centro che ancora oggi pare una follia ma avviene come se fossimo negli anni ’70 del secolo scorso.

Dunque il vero rischio della bici, che al momento è quello di essere investiti da un “normale automobilista contemporaneo” è quello che si diffonda decisamente nel futuro, cambiando la società dei consumi e rallentandola in modo impensabile per le attuali politiche di sviluppo.

Possiamo sopravvivere solo rallentando. Le batterie le useremo ma non potremo usarle per miliardi di auto private che filano ai 50 all’ora nei centri urbani. Quell’epoca, se siamo razionali, é già finita per sempre.