IL PROBLEMA DEL SOVRAPPESO

Mi è stato detto che vado “fuori tema” quando scrivo di piste ciclabili, di strade che dovrebbero essere messe ai 30 chilometri all’ora e marciapiedi che dovrebbero essere asfaltati almeno tanto quanto le tangenziali. Invece probabilmente vado fuori tema trattando il sovrappeso che è una questione che non dovrebbe riguardare l’attività motoria. Ma da un “personal trainer” tutti si attendono la ricetta per dimagrire e non la filippica su cosa chiedere ai nostri governanti per poter vivere un po’ meglio.

Ebbene, in effetti se ignoro che al giorno d’oggi la domanda più battuta che si fa ad un insegnante di educazione fisica è proprio “Cosa devo fare per dimagrire?” e non “Cosa devo fare per fare un buon tempo sui 100 metri?” allora vuol dire che sono proprio fuori dal mondo. Praticamente gli argomenti di attività  motoria hanno subito una brutta piega per colpa di questo tormentone del dimagrimento e bisogna ammettere che in effetti l’attività fisica è anche correlata con il peso più o meno leggero delle persone anche se questo poi è influenzato anche da altre cose. Però, tornando all’aspetto “politico” della questione io dico che se ci fossero più piste ciclabili, più strade ai trenta all’ora e più rispetto in genere per chi va a piedi e non usa l’auto (o la usa poco) forse questa battaglia per il dimagrimento collettiva che è diventata una vera e propria epidemia sarebbe già sulla buona strada.

Il problema del sovrappeso diffuso e generalizzato che indubbiamente non è un problema trascurabile nasce da un atteggiamento “sociale” un po’ perverso che dice che bisogna essere magri per essere alla moda e non per stare bene. Le due cose non sono per niente coincidenti perché il concetto di “magri alla moda” può anche non essere nemmeno parente del concetto “magri in modo razionale da stare bene punto e basta anche se non si è alla moda”.

Associato a questo concetto di magri “alla moda” c’è anche un concetto di fatica fisica per raggiungere l’obiettivo, fatica fisica (e pure psicologica) che è narrato dalla maggior parte dei soggetti che intraprendono un percorso dietologico fortemente condizionato e non spontaneo. In sintesi si propina un  modello estetico che possa far vendere le diete e l’attività fisica coadiuvante delle diete, vista come mero strumento per raggiungere l’obiettivo dimagrimento.

Io dico che sono fuori tema perché la vera attività fisica che intendo io non è questa. Tutto sommato sono pure convinto che la vera attività fisica faccia dimagrire più dell’attività fisica per dimagrire. E com’è possibile ciò? Se l’attività fisica per dimagrire è stata inventata proprio per dimagrire probabilmente sarà quella che ha più possibilità di raggiungere quell’obiettivo. Ed in effetti le ha solo che queste possibilità si esauriscono nel breve periodo, quando poi nel lungo periodo tutto torna com’era ed il soggetto che ha fatto fatiche inenarrabili per perdere peso alla fine si trova con qualche chilogrammo in più, proprio perché le fatiche fatte nella prima parte del progetto sono state obiettivamente insostenibili ed hanno messo l’organismo in grado di reagire nel lungo periodo sia da un punto di vista fisico (con la produzione di nuovo grasso per far fronte allo stress di nuove probabili diete) che da un punto vista psicologico (con la creazione di forti resistenze psicologiche verso ogni restrizione alimentare e purtroppo anche verso l’accostamento a qualche sport veramente coinvolgente).

Lo sport subordinato alla dieta non può essere coinvolgente e tanto meno entusiasmante, non è uno sport autentico, ha una finalità poco naturale ed invece che distogliere dai problemi della vita quotidiana ne aggiunge un’altro piuttosto consistente. E’ uno sport che non può far dimenticare il cibo perché è strettamente correlato con il cibo al punto che alcuni istruttori di palestra si sognano pure di dare consigli dietologici anche se ciò non  dovrebbe rientrare nel novero delle loro competenze peculiari. Il vero esperto di movimento dovrebbe limitarsi a tentare di trasferire sull’allievo le tecniche di movimento e l’entusiasmo verso queste. Questo entusiasmo che purtroppo manca quasi sempre quando si associa l’attività fisica alla dieta dovrebbe essere quello che fa pensare meno al cibo. In breve l’attività fisica che dovrebbe essere quella cosa che distrae e fa dimenticare il cibo nella moderna concezione fintamente salutistica ma per lo più collegata ai fini estetici finisce per essere quella cosa che fa pensare al cibo ancora di più del solito. Non a caso quando un atleta si allena intensamente gli viene anche chiesto molto spesso: “Chissà che sacrifici devi fare anche a tavola?”. Invece l’atleta anche di buon livello a meno che non abbia strane paturnie alimentari di sacrifici a tavola proprio non deve farne perché in quanto atleta può pure permettersi il lusso di mangiare abbastanza di più del sedentario, inoltre avendo i centri dell’appetito ben regolati da una sana e continuativa attività fisica non ha stimoli deviati di strana natura verso particolari abitudini alimentari.

Se vogliamo che l’attività fisica sia veramente vincente nei confronti dei disturbi alimentari bisogna tornare a darle il giusto peso, cioè tanto. Se un soggetto che ha una psicosi del cibo come fonte di felicità non si mette in testa che migliorare il proprio record sui 100 metri è una cosa importante ed entusiasmante allora ha poche possibilità di vincere la sua passione maniacale per il cibo. E pertanto l’attività fisica più efficace e più salutare è proprio quella fine a sé stessa e non quella finalizzata al dimagrimento. Qualcuno insinua che ci sono atleti che, perfettamente calati nel ruolo di personaggi che danno molta importanza allo sport, sono disposti a trangugiare di tutto pur di migliorare le loro prestazioni sportive. Anche quello è un’atteggiamento deviato che però bisogna ammettere che riguarda in modo massiccio solo lo sport professionistico dove circolano molti quattrini e dove piccole differenze di rendimento sportivo possono valere molti soldi, ma in ambito dilettantistico gli svitati che fanno uso di sostanze pericolose non sono tanti come vogliono farci credere anche se  sono gli unici che vengono pescati tempestivamente dall’antidoping facendo fare figuracce clamorose al movimento sportivo dilettantistico. A tal proposito si potrebbe dire che anche quelli non sono veri sportivi nel senso che più che pensare allo sport ed al suo autentico spirito olimpico pensano ai quattrini e basta. Per fare bene lo sport bisogna pensare solo a quello, se si pensa a dimagrire non è più sport, se si pensa a monetizzare l’attività sportiva allora diventa un lavoro e più che salutare può anche essere pericoloso. Poi è chiaro che nella vita non esiste solo lo sport ma, in ogni caso, nel tempo dedicato allo sport se si vuole farlo in modo soddisfacente bisogna essere concentrati su come lo si pratica. Ma in quel modo è garantito che uno dimagrisce?! No, ed è qui che casca l’asino, il concetto autentico associato allo sport è la salute, del fisico e della psiche, non il dimagrimento. Il dimagrimento viene selezionato come opzione dal nostro organismo solo quando ritenuto veramente necessario ma se è solo un’esigenza di ritorno dallo specchio di canoni suggeriti dal mondo della moda è facile che non si verifichi in quei termini. Insomma ci troviamo in mezzo ad un conflitto fra due cose che non seguono la stessa strada: una è la moda e l’altra è lo sport. Se volete seguire la moda probabilmente non avrete tempo per fare sport davvero ma occhio alla salute perché a periodi che siete qualche chilo sotto al vostro peso ideale ne alternerete altri nei quali probabilmente vi trovate 20 kg sopra. Se invece volete fare sport davvero lasciate perdere le mode e fatevi contagiare dalla voglia di migliorare il rendimento sportivo nella disciplina che vi piace di più senza pensare troppo al cibo. Al vostro livello a fare la differenza è l’addestramento sportivo e non ciò che buttate giù. Se siete disastrosi nemmeno la bevanda magica può portarvi ad alti livelli e se siete bravi nemmeno la scorpacciata più volgare può declassarvi a livelli di un neofita. Lo sport è soprattutto un fatto tecnico e di entusiasmo. L’alimentazione istintiva, nei soggetti sani è quasi sempre la migliore. Se non siete sani curatevi con lo sport e tentate gradualmente di liberarvi per sempre dalle diete.