IL PARADOSSO DELLA FATICA

Abbiamo bisogno di muoverci per stare in salute ma non è che abbiamo bisogno di fare fatica. La fatica a volte può essere utile perché ti prepara a situazioni dove devi fare una fatica improvvisa e se non sei abituato a farla puoi trovarti anche a disagio ma non è necessario fare fatica per stare in salute, è semplicemente necessario muoversi.

Il paradosso della fatica è che siccome non siamo più abituati a muoverci facciamo un sacco di fatica quando ci muoviamo e abbiamo disimparato ad evitare la fatica nel movimento. La maestria nel movimento sta nel muoversi senza far fatica e così uno sta bene e non si annoia perché la fatica, è inutile nasconderselo, è terribilmente noiosa. E’ divertente invece fare un certo movimento senza far fatica o facendo una fatica molto contenuta con riferimento al tipo di movimento che viene fatto.

Un gran livello di fatica quando facciamo dell’attività  motoria apparentemente normale è la dimostrazione che dobbiamo assolutamente muoverci di più ed uno degli obiettivi di quel muoverci di più è appunto ridurre, con l’allenamento il livello di fatica patibile per una certa attività motoria. Il neofita del movimento che è bello contento perché ha fatto una gran faticaccia non ha capito nulla. Quella gran faticaccia vuol dire due cose: o che parte da un livello talmente basso dove qualsiasi movimento implica una gran fatica, oppure che ha sbagliato il dosaggio di carico ed allora molto probabilmente quell’allenamento è stato del tutto inutile se non addirittura deleterio.

Alcuni dicono “Ma se io non faccio un po’ di fatica non mi muovo nemmeno” e per i soggetti poco allenati e tendenzialmente sedentari può essere proprio così ma quello non è un buon motivo per sprecare fatica, anzi proprio perché il rischio di fare fatica anche negli allenamenti successivi è piuttosto elevato, visto che si parte da livelli molto bassi, è il caso di studiare bene le strategie per contenere questa stramaledetta fatica che può diventare anche il fattore limitante della prestazione.

La vera fatica piuttosto, quella alla quale non possiamo sottrarci se vogliamo fare le cose razionalmente e sbagliando meno possibile, è quella di mettere a punto in modo ponderato un piano di preparazione che, senza esagerare con la fatica, ci possa portare a farne sempre meno per affrontare determinati compiti motori.

Il livello di fatica determina molto spesso la qualità del risultato sportivo in molte discipline e per fare un esempio pratico poco conta se un atleta che corre la Maratona migliora la sua velocità massima e quindi per esempio il suo record si 100 metri portandolo da 12″8 a 12″5, se parallelamente non ha migliorato anche la sua capacità di correre economico al ritmo gara che potrebbe essere per esempio correre a 3’10” per chilometro. La messa a punto di quella capacità è talmente importante che da sola potrebbe influire positivamente sul risultato di gara anche se fosse accompagnata da un parallelo scadimento delle doti di velocità (con peggioramento del risultato dei 100 da 12′”8 a, che so, 13″1…). Pertanto, molto spesso, un compito sportivo risiede proprio nella capacità di riuscirsi ed evitare certe fatiche più che farne di sempre nuove.

Una tecnica di corsa, altro esempio, è tanto più valida tanto più garantisce la percorrenza di tratti di corsa ad una determinata velocità con un basso dispendio energetico e parlando di corsa lunga sarà senz’altro sempre da scegliere ad una tecnica meno economica anche se utile a percorrere distanze più brevi in ottimi tempi.

Ricapitolando, dobbiamo fare fatica mentale (ed a quella non possiamo sottrarci nemmeno se abbiamo il miglior preparatore della terra perché quello, per bravo che sia, senza le nostre indicazioni di riscontro nel processo di allenamento resta un emerito pirla anche se ha grandi capacità intuitive) per fare meno fatica possibile e, pare un paradosso, ma l’atleta di alto livello è un grandissimo scansafatiche, un soggetto in grado di produrre gesta sportive di alta qualità facendo poca fatica perché la fatica non si può sprecare e se sei un sedentario e fai fatica una volta al mese puoi pure essere contento con te stesso quella volta che la fai perché sei falsamente a posto con la tua coscienza ma se sei un soggetto che si muove davvero e non un sedentario sai benissimo che la fatica è un limite al movimento, per quanto possibile è proprio bene starci alla larga e pertanto anche se non bisogna averne una paura spropositata bisogna inventarsele tutte per farne meno possibile. Buon movimento a tutti con la minor fatica possibile.