IL MITO DELLE OLIMPIADI

Ci sono degli sport che vivono sulle Olimpiadi. L’atletica è uno di quelli. Probabilmente se i mondiali e gli europei tornassero ad essere a cadenza quadriennale potrebbero un po’ scalfire questo mito che tende ad ingigantirsi sempre più. Portare i mondiali e gli europei a cadenza biennale non è stato altro che un sistema per rinforzare il “mito” dell’Olimpiade. A me piaceva di più un’atletica che poteva contare su altre occasioni, non troppo inflazionate ma insomma occasioni importanti per mettere in luce anche campioni che non hanno vinto nessuna olimpiade. Un anno  gli europei, un anno i mondiali, un anno le Olimpiadi ed un anno un bel niente così si lascia spazio anche a qualche meeting molto importante di mettersi particolarmente in luce come evento dell’anno. Con questa calendarizzazione l’atletica aveva un suo ritmo gradevole ed anche se tutti volevano vincere l’Olimpiade comunque nessuno era indifferente ad un bel titolo europeo o a un mondiale o all’edizione di un  meeting di Zurigo, tanto per dirne uno di quelli veramente quotati in annata “vuota”. Raddoppiare il numero di edizioni dei mondiali e degli europei è stato un ottimo sistema per fare un gran caos. In breve, tutti gli atleti vogliono decisamente vincere l’Olimpiade perché ritengono che tutto il resto non sia minimamente paragonabile al valore di quell’evento.

Accade che i nostri due atleti più talentuosi, Schwazer e Tamberi, siano perseguitati dalla sfortuna. Forse più che sfortuna se la sono un po’ chiamata, nel senso che uno ha sperato di far capire che l’istituto dell’antidoping non è del tutto trasparente senza avere la collaborazione di chi poteva con forza sostenere questa tesi, mentre l’altro ha tentato un po’ troppo la fortuna quando tutto sembrava andare per il meglio. Mi auguro che entrambi abbiano la possibilità di rifarsi in altre occasioni che non devono essere necessariamente le Olimpiadi perché l’atletica non sono solo le Olimpiadi. La faccenda francamente la vedo meno difficile per Tamberi non perché sia più giovane di Schwazer (nella marcia si può rendere ad altissimi livelli anche qualche annetto più in la) ma per il fatto che tutto sommato un infortunio è più facile da combattere del sistema perverso dell’antidoping che non tollera critiche.

In ogni caso spero che tutto lo sport riesca a trovare motivo di sviluppo anche in manifestazioni che vanno al di là delle Olimpiadi. Pensare che un atleta deva programmare tutto in funzione di un unico impegno a cadenza quadriennale è stressante anche per uno spettatore, figuriamoci per l’atleta.

Vi sono atleti che hanno centrato le Olimpiadi con una precisione certosina magari fallendo o addirittura ignorando completamente altri importanti traguardi intermedi. Al contrario vi sono atleti che hanno vinto tutto tranne le Olimpiadi. Io tendo a stimare di più questi ultimi e tanto per citarne uno tiro fuori niente popo di meno che Jim Ryun. Il fortissimo miler statunitense non ha mai vinto un Olimpiade però a mio parere è stato uno dei più forti di tutti i tempi. Se possiamo insistere Steve Ovett non ha mai vinto un 1500 alle Olimpiadi anche se è stato uno dei più forti millecinquecentisti della storia al pari di Ryun mentre Sebastian Coe che è l’atleta che ha fatto progredire di più gli 800 metri nell’ultimo mezzo secolo non ha mai vinto le Olimpiadi sugli 800 metri. Insomma per non vincere le Olimpiadi basta un nonnulla e non è certamente fallire quell’appuntamento che può sminuire il talento di un  campione che ha segnato la storia di una particolare disciplina.

Non so se qualche nostro atleta vincerà medaglie alle Olimpiadi nell’atletica. Ma non è quello che mi preoccupa. Io spero che l’atletica italiana prenda quota come qualche decennio fa al di la delle medaglie Olimpiche. Se l’antidoping la smette di accanirsi contro Schwazer e la mala sorte molla Tamberi potremmo avere poi delle punte su un movimento effettivamente apprezzabile ma se questi due vincessero con il nulla alle spalle che la loro vittoria sia alle Olimpiadi o ai Mondiali poco cambia. Se può essere consolante, per questi due campioni, se continua così saranno illustri assenti come l’intera squadra russa di atletica. Speriamo che anche le Olimpiadi si riprendano da questo “infortunio”.