I TEMPI CAMBIANO

Ai miei tempi quando un ragazzo un po’ gracilino veniva spedito in palestra per compensare alcune carenze muscolari il soggetto in questione guardava un po’ storto l’allenatore, poi però ubbidiva fiducioso del fatto che quella doveva essere una breve parentesi occasionale di una preparazione che si svolgeva essenzialmente sul campo. La palestra (c’erano già i pesi ma pochi e messi male, macchine praticamente zero, bisognava lavorare soprattutto di fantasia e forse questo era l’unico aspetto veramente positivo di quelle poche sedute al chiuso) era una specie di punizione per chi non aveva la fortuna di avere una muscolatura efficiente ed equilibrata, io stesso ogni tanto ci andavo ma ci andavo praticamente solo quando ero infortunato e pertanto era una punizione che subivo per non essere stato puntuale con i carichi sul campo. Visto che ero stato disattento nei normali carichi di allenamento (in effetti avevo la brutta abitudine, come avevano molti allora, di mascherare situazioni di sovraccarico perché pensavo che più ci si allenava e meglio era…) venivo spedito in palestra quando ero infortunato e lì espiavo la mia colpa di non essere stato attento con le altre sedute di allenamento.

Adesso ci sono ragazzini che non sanno nemmeno che sport praticano che finiscono in palestra a sollevare pesi per puro divertimento. Non c’è più religione, d’accordo che ai miei tempi c’erano anche quelli che si facevano le equazioni di matematica come passatempo, anche se non erano state assegnate come compito di scuola, ma quelli erano pochi e noi non li consideravamo normali, questi invece sono tanti e ciò che è più grave è che viene considerato assolutamente normale che un ragazzino che non ha nessun deficit muscolare e magari non fa nemmeno sport vada in palestra a sollevare pesi. Questo non fa sport, è un mezzo sedentario perché magari cammina pure poco ed invece di andare in bici va in motorino e va in palestra a sollevare pesi come se fosse la miglior cosa che può fare.

Indubbiamente sono cambiati i tempi ma io penso che dietro a questo tragicomico cambio di abitudini ci sia essenzialmente una serie di spinte pubblicitarie di un ambiente che non gliene frega molto di proporre le attività più sane per la popolazione ma solo di vendere mode. In fin dei conti la moda dei pesi non fa nemmeno molti danni salvo che uno si ritrova in sovrappeso a vent’anni e piuttosto di andare a stordirsi in discoteca con droga e alcol è proprio meglio giocare a sollevare pesi anche se da un punto di vista sportivo non ha alcun senso nella maggior parte dei casi.

Il rischio è di perdere il senso per lo sport vero, di non capire il valore coinvolgente della vera pratica agonistica che insegna ad affinare le doti fisiche per affrontare un ben preciso compito. Attività fisica fine a sé stessa o peggio ancora finalizzata a degli obiettivi di carattere estetico senza nessun obiettivo agonistico, senza nessuna abilità da sviluppare per vincere una qualche competizione. Sono d’accordo sul fatto che in una società altamente competitiva come la nostra la voglia di vincere possa anche passare e venga ritenuta un inutile stress per molti giovani (che triste parlare di stress già in tenera età) ma la voglia di migliorare in qualche accidenti di disciplina sportiva è sacrosanta e migliorare non è di certo semplicemente aumentare la forza e basta bensì riuscire ad affrontare compiti sempre più complessi.

Non c’è dubbio, i tempi cambiano, una volta c’erano quelli che si facevano le equazioni di matematica per passatempo ora quelli che vanno in palestra pesi anche se non ne hanno assolutamente bisogno e magari non praticano nessuno sport, se non hanno internato in manicomio quelli delle equazioni a maggior ragione non interneranno questi dei pesi anche se forse, a ben pensarci erano quasi meno invadenti le equazioni. Almeno non causavano problemi di flaccidità muscolare a chi smetteva di farle.