I PROBLEMI DELLA WADA

Avevo scritto di non voler aggiungere molto per non portare sfiga a Schwazer che vorrei molto vedere in azione a risoluzione di questa vicenda ma capisco che la decisione del tribunale di Bolzano gli rende giustizia solo da un punto di vista umano ma non da un punto di vista sportivo. Da un punto di vista sportivo Schwazer è ancora ostaggio di regolamenti assurdi e pertanto più sfiga di così non può averne, al momento non è ancora considerato libero di gareggiare.

Pertanto il problema è solo mio e devo stare anche attento a non prendere denunce per diffamazione perché a scrivere di doping è facilissimo venire accusati di diffamazione. Allora, con molta prudenza, tentiamo di mettere i puntini sulle “i” anche se forse la vera imprudenza è proprio mettere i puntini sulle “i” perché i puntini sulle “i” in tema di doping non vuole metterli proprio nessuno.

La Wada, agenzia mondiale dell’antidoping ha un problemino con il tribunale di Bolzano ma è un problemino piccolo perché è una storia tipo Davide contro Golia. Il tribunale di Bolzano è il tribunale di una bella piccola cittadina del Nord Italia, la Wada è un organismo mondiale, finanziato anche con danari pubblici, che si occupa di tenere linda e candida l’immagine dello sport di alto livello. Dietro al comportamento della Wada, che già nell’esercizio della sua attività muove flussi finanziari mica da ridere, ci sono giri di danaro che sono ancora decisamente più imponenti perché riguardano praticamente tutte le sponsorizzazioni dello sport di alto livello e sappiamo benissimo che lo sport di alto livello, anche se tutelato nella sua immagine con danari pubblici, è essenzialmente un colossale business gestito da privati.

Il piccolo problemino della Wada con il tribunale di Bolzano, che però non so nemmeno se il tribunale di Bolzano solleverà a questo organismo, è che sarebbe interessante capire chi ha manomesso le provette del signor Schwazer perché anche se io sono convintissimo che la Wada abbia fatto tutto ciò che andava fatto come doveva essere fatto, e ci mancherebbe altro, c’è comunque da rilevare che nel percorso di questo fatto di antidoping si è intromesso qualcuno che non doveva intromettersi. Non lo metto in dubbio che siano personaggi esterni all’istituto ma qualcuno c’è pur stato.

Durante una rapina in banca non è opportuno che i clienti che usufruiscono normalmente della banca continuino ad affluire nella stessa. Il mio paragone fra la rapina in banca e ciò che è successo alla Wada nella questione Schwazer può sembrare molto fantasioso ma sarete d’accordo sul fatto che i personaggi (o il personaggio se il rapinatore è un solitario…) che hanno manomesso le provette sono dei veri e propri banditi. Qualcuno mi dirà che quel fatto è accaduto anni fa e pertanto adesso i rapinatori sono certamente scappati dalla banca e non sono più dentro. Però è anche vero che di quei fatti non ne sappiamo nulla, anzi ce ne accorgiamo con molta tempestività dopo cinque anni e pertanto non possiamo essere molto tranquilli sulle cose che accadono in quella banca. Diciamo pure che, come minimo, non è molto ben sorvegliata. Chiedere un’ interruzione di tutte le attività della Wada fin che non viene fatta completa chiarezza su quelle provette manipolate è una cosa un po’ ad effetto e forse pure esagerata per un unico caso che riguarda solo un atleta. Però, a ben pensarci, la cosa accaduta a Schwazer potrebbe accadere a chiunque altro, almeno fino a quando non riusciamo a capire come possa essere accaduta per porci rimedio.

Ora, sempre senza andare a caccia di denunce per diffamazione che la Wada sembra anche propensa ad esercitare se è vero che ha pure minacciato di “denunciare” il tribunale di Bolzano (scusate la mia ignoranza ma non so nemmeno come si scrive quando un organismo ibrido, mezzo privato e mezzo pubblico tenta di “denunciare” un’istituzione pubblica, io ho scritto “denunciare” ma penso che non sia proprio il termine corretto…), io sono convinto che i problemi della Wada siano un po’ più seri di questo già abbastanza serio con il tribunale di Bolzano.

La Wada dovrebbe avere la finalità di promuovere uno sport pulito e quindi dove il ricorso ai farmaci per incrementare la prestazione (questa sarebbe la vera definizione di doping anche se poi per aggirarlo viene chiamato in altri modi) sia assente. Invece l’utilizzazione dell’uso dei farmaci per incrementare il rendimento agonistico degli atleti di alto livello, e soprattutto la stabilizzazione dei loro parametri bioumorali in seguito all’adozione di programmi di allenamento semplicemente colossali in volume di carico, negli ultimi decenni è aumentata in modo esponenziale ed è per quello che mi scandalizzo quando certi “luminari” della IAAF (federazione mondiale dell’atletica) avevano ipotizzato di cancellare certi record del passato perché ritenevano che fossero stati ottenuti con l’ausilio di sostanze dopanti. Perchè? Siete forse in grado di dimostrare che quelli di adesso sono tutti ottenuti a “pane ed acqua” visto che la Wada è di una inefficienza grottesca?!?

Pertanto il vero problema della Wada non sono le provette manomesse dell’atleta Schwazer che per conto mio in virtù di questo dovrebbe essere riammesso alle competizioni domani mattina ed in tal senso dovrebbero pure chiedergli scusa (a tal proposito scusate se spezzo una lancia in favore di Tamberi: ha chiesto scusa, non deve essere lapidato, si era capito subito che aveva fatto una dichiarazione da tontolone senza pensarci su, adesso ha chiesto scusa, lasciatelo stare, non è certamente stato l’unico a voltargli le spalle in questo momento difficile) perché l’atleta ha fatto la figura di unico demone in un mondo di santi e su questo io temo che ci sia una bella complicità del mondo giornalistico.

Forse la vera accusa per diffamazione me la possono imbastire bene i giornalisti perché è a loro che attribuisco forte responsabilità in queste vicende quando nei vari casi sul doping invece di fare articoli che possano aiutare a comprendere l’intera problematica e quindi l’assoluta inefficienza dei controlli con riferimento allo sport di alto livello si limitano a sputtanare in modo sistematico il malcapitato di turno che si trova contro come per incanto tutta la stampa ed a cascata tutti gli attori del mondo dello sport che sono poco attrezzati a filtrare le imprecisioni della stessa.

Sono di una monotonia insopportabile a sostenere come la questione doping sia un fatto di cultura dello sport. Purtroppo l’istituto della Wada non è riuscito ad aumentare il livello medio di cultura né con riferimento allo sport di alto livello e tanto meno con riferimento allo sport per tutti, forse non era nemmeno nelle sue finalità ed allora il vero problema è che se finanziamo l’antidoping pensando che possa funzionare solo a provette e non promuovendo una cultura dello sport autentico vuol dire che non abbiamo capito ancora niente, anche perché poi arriva il pirla che le provette riesce a manometterle e fa cascare tutto il palco. Se fai cultura la cultura non si manomette. A mio parere la Wada va ripensata in toto e se il tribunale di Bolzano avesse la forza di far capire che quello con Schwazer non è stato un piccolo errore ma è stato un grande imperdonabile errore a far da ciliegina ad una torta tutta sbagliata sarebbe una gran cosa. Io faccio il tifo per il tribunale di Bolzano, non solo, ma spero che la faccenda vada avanti ricercando umilmente la verità e non a colpi di denunce per diffamazione per alimentare continuamente un’omertà insostenibile.