HO CAPITO CHE IL COMICO NON SONO IO

Basta, mi arrendo. Non posso competere. Ho capito che non ho una carriera come comico e non posso far ridere con le mie considerazioni grottesche sull’episodio della ragazzina bendata durante l’interrogazione in DAD. C’è gente che fa ridere cento volte più di me.

Adesso stanno a sindacare se la professoressa deva essere lapidata o meno. Qualcuno la sta giustificando perché non ha fatto bendare la ragazzina durante l’interrogazione ma l’ha fatta bendare prima e poi non ha fatto bendare solo quella ma ne ha fatte bendare tre.

Non bisogna certamente lapidare quella profe, subisce semplicemente le contraddizioni di una scuola che perde i pezzi, è certamente una vittima anche lei. Quanto poi a volerla giustificare perchè non ha fatto il cecchino di precisione ma ha semplicemente sparato sul mucchio quella è veramente grottesca.

Ha certamente sbagliato ma non è prendendosela con il suo atteggiamento tragicomico che salviamo la scuola italiana.

Adesso in un tripudio di comicità stiamo analizzando come ha fatto bendare la ragazzina, se la benda era effettivamente coprente o qualcosa traspariva ed in che minuto dell’interrogazione si è verificato il fattaccio.

Usiamo anche il VAR come nel calcio e rivediamo l’azione al rallenty e poi decidiamo se dare il calcio di rigore o se ammonire la ragazzina per proteste. Non c’entrano niente queste due persone sovraesposte in questo fatto sui veri problemi della scuola italiana.

Il vero problema è che i ragazzi non hanno nemmeno tempo per fare attività fisica ed è per questo che ne tratto in modo troppo insistente qui sopra. Il vero problema è che il nozionismo impera in modo devastante nella scuola italiana e su verifiche assolutamente inutili si perde tanto, veramente troppo tempo. Se adesso ci mettiamo a fare i comici ed analizziamo in modo maniacale questa situazione pensando che scoprire il colpevole qui sia determinante vuol dire che vogliamo ancora ignorare l’essenza del problema che non è se la ragazzina volesse copiare o se la profe ha esagerato nel tentare di fare una verifica al di fuori di ogni sospetto. Il vero problema è che questa scuola non prepara al mondo del lavoro, non ha i numeri per cambiarlo, lo subisce passivamente e porta all’umiliazione ragazzi che devono diventare i protagonisti della società che cambia e non le vittime di una società che non vuole assolutamente cambiare.

La cosa che è successa in quella scuola lì succede normalmente in tutte le scuole d’Italia se non in quella forma in forme diverse ma ugualmente tragicomiche da farci i film di Pierino. E’ una scuola dove il voto conta ancora troppo e tutte le strategie per prendere un voto più alto possibile sono valide. E’ una scuola dove i genitori invece di farsi gli affari loro sono sempre a spiare i voti dei figli come se fosse una cosa di vitale importanza e possono pure accedere al registro elettronico. Cose da telefono azzurro. Pensiamo che sia in questo modo che i ragazzi possono maturare ed imparare ad essere autonomi?

La bocciatura è ancora drammatizzata e vista come una condanna penale. Poi magari il ragazzo perde tre o quattro anni sballottato da un “Le faremo sapere” all’altro ma se perde un anno di scuola la vergogna scende su quella famiglia. Svergognato quel debosciato del figlio che si fa bocciare e sventurata quella famiglia che non ha controllato la deriva del ragazzo infame ed infamante.

Lo dico sempre, restituiamo la competizione ai campi sportivi e togliamola dalle scuole. Basta secchioni. Mettiamo un limite al numero di secchioni in ogni classe. Così come una volta c’era un limite al numero di giocatori stranieri nelle squadre di calcio adesso mettiamo un numero limite di secchioni per ogni classe. Al massimo tre.

La scuola deve essere un luogo vivibile e dove si va per imparare. Per imparare le materie di scuola e pure per imparare a vivere. Basta competizione esasperata e lotta per la sopravvivenza. Se i programmi ministeriali non funzionano vanno cambiati. Di stress ce n’è già troppo fuori da scuola. Se pensiamo di allenare i ragazzi allo stress fin dalla tenera età per prepararli poi al mondo del lavoro non abbiamo capito niente. Perché sono loro che dovranno cambiare un mondo del lavoro che è assolutamente sbagliato e non noi che dobbiamo allenarli allo stress.

Usate lo sport per riprendervi la vita e tentate di costruire una scuola un po’ meno comica e più autentica.