FUORI TEMA

Mi si accusa molto spesso di andare fuori tema qui sopra e anche nell’ultimo articolo “Lettera ad un professore”, pur trattando un argomento interessante, sarei andato troppo distante dalle questioni che riguardano l’attività motoria.

Bene. allora tanto per essere un pochino ruvido perché ogni tanto è pure divertente esserlo, senza offendere nessuno, mi preme dire che io qui sopra faccio i conti anzitutto con me stesso nel senso che sponsor non ne ho ed una volta che mi sono preoccupato di scrivere in modo educato e non offensivo per nessuno non ho proprio alcun vincolo contrattuale da rispettare ed è da questo che parto per dire che invece quando tratto di scuola ed ideali centro nel cuore tutta la problematica dell’attività motoria italiana. Prenderei in giro i miei lettori se mi mettessi a pubblicare le risposte date a chi mi chiede quante ripetizioni deve fare di un determinato esercizio perché quello non è considerare l’attività motoria ma considerare un cavillo assolutamente noioso e decisamente ininfluente in qualsiasi contesto di preparazione sportiva.

Scuola ed ideali sono al centro non solo dello sport ma di tutta l’esistenza. Per trattare di sport bisogna trattare di tutta l’esistenza perché è proprio una cosa che se l’abbiamo capita ci accompagnerà per tutta la vita anche se il momento agonistico di questo può durare solo pochi anni. Se non si capisce questo ci si trova a rispondere alle domande di quante ripetizioni fare di quel tale esercizio da parte di chi lo sport se l’è decisamente fumato perché dai 18 ai 35 anni quando poteva spaccare il mondo in tanti sport diversi di sport proprio non ne ha fatto nemmeno un po’.

Questo centra tantissimo con la scuola perché è a scuola che ti insegnano che ci sono cose molto più importanti come per esempio il rendimento scolastico confondendo l’agonismo sportivo con quello sui banchi di scuola. L’agonismo che nello sport è il sale e ti insegna il rispetto per l’avversario nella scuola è decisamente deleterio ed è quello che porta l’aria pesante in classe e rende l’ambiente scolastico un ambiente purtroppo stressante invece che formativo.

Se cominciamo a considerare a scuola che anche se questa non ce la fa ad organizzare l’attività sportiva perché in Italia abbiamo evidenti problemi oggettivi ed economici (oltre che propriamente”strutturali”) comunque l’attività sportiva è importante ed i ragazzi non possono permettersi il lusso di mollare l’attività sportiva a 15-16 anni per riprenderla a 35 perché così ne va della loro salute oltre che della  possibilità di far vedere che fra loro e gli idoli dello sport televisivo non c’è questa gran differenza, allora forse possiamo inquadrare il problema nella sua vera portata altrimenti ci sbrodoliamo addosso solo parole ipocrite e poi quando la nazionale di calcio fallisce la qualificazione per il mondiale diciamo che è colpa del tecnico o del presidente della federazione. Non sto dicendo che sia colpa della scuola ma sto solo affermando come sia necessario cominciare a fare discorsi diversi a scuola se vogliamo che la nostra cultura sportiva non resti sempre quella di un paese un po’ sottosviluppato.

Un giorno che nello spogliatoio di un campo sportivo chiesi ad uno studente di 17-18 anni circa se non gli rodeva un po’ il fatto che loro di attività sportiva a scuola ne fanno gran poca mentre negli Stati Uniti ne fanno molta di più questi mi rispose che “Negli Stati Uniti sono ignoranti…” e rispondendo così anche se forse una mezza verità l’ha detta perché su certe cose negli Stati Uniti sono veramente ignoranti (una per tutte le dinamiche sociali nell’utilizzazione delle armi da fuoco che continuano a fare un sacco di vittime solo per un problema di ignoranza patologica e congenita di tutto il paese su quell’argomento)  si è dimostrato assolutamente ignorante sul fatto che c’era un argomento importantissimo dell’esistenza di tutti i cittadini  che la scuola italiana non è in grado di affrontare.

Nel rapporto fra scuola ed attività fisica necessaria per il cittadino siamo patologicamente ignoranti ed è per questo che non ci proviamo nemmeno a chiederla nelle nostre scuole. L’attività fisica viene vista come la “ricreazione”. Se gli insegnanti sono permissivi ti fanno fare un po’ di ricreazione in più altrimenti si limitano a concedere i pochi minuti disponibili per regolamento.

Io sono perennemente fuori tema su questo sito perché rifiuto di accettare per proponibile un sistema simile ed è per questo che spendo fiumi di parole per dire che i pensieri troppo cavillosi sulla scheda di lavoro sono una presa in giro subita da giovani che hanno perso la speranza di fare sport di alto livello perché sono stati traviati nei loro migliori anni da priorità che erano delle false priorità.

Per vent’anni hai ignorato lo sport vero e adesso mi domandi se la scheda di lavoro che ti hanno proposto in palestra va bene così? Intanto io non la chiamerei scheda di lavoro perché non è lavoro e poi cosa sono queste esplosioni di pignoleria quando per vent’anni dell’attività fisica te ne sei fregato alla grande? Cos’è, che improvvisamente hai paura della pancia? Allora se vogliamo proprio essere pignoli comincia a fare all’aperto le cose che puoi fare all’aperto e comincia ad usare meno l’auto se proprio ci tieni a far andare giù la pancia.

Siamo quel paese dove a 15 anni si molla lo sport perché non si riesce più a conciliarlo con lo studio e dopo, a 35 o 40 anni, si sta pure a seguire la “scheda di lavoro” per buttare giù la pancia.

No ragazzi, per me non esistono schede di lavoro e non chiedetemi di rettificare il numero di esercizi di nessuna di queste stramaledette schede che qualcuno che vi vuole prendere in giro si prodiga a formularvi e se proprio di lavoro vogliamo disquisire l’unico grande lavoro che dobbiamo programmare è quello per una revisione totale del modo di intendere l’attività fisica di tutti i cittadini italiani da zero a più di cent’anni. Perché è pure  vero che qualcuno di oltre cent’anni si imbatte con problemi di certificato medico perché il medico in virtù di una legislazione molto precisa ha paura che l’ultracentenne schiatti sul campo. E quello non si può. Il ragazzo che molla l’attività a 15 anni e la riprende a 40 con la scheda di lavoro va bene ma il centenne che schiatta mentre fa sport fa andare in galera tutti. Blocchiamolo prima che sia troppo tardi. Sono andato fuori tema anche questa volta, come sempre.