FARE COME I BAMBINI QUANDO GIOCANO

“I messaggi positivi sono sempre meglio di quelli negativi, invece di prendere giri troppo lunghi potevi semplicemente dire che gli adulti quando praticano attività motoria dovrebbero imparare dai bambini quando giocano…”.

Purtroppo la faccenda non è così semplice e, anche se il concetto in effetti è quello di cercare che gli adulti pratichino attività motoria con un vero coinvolgimento e non con un finto entusiasmo che è più o meno pari a quello con il quale ci si lava i denti, non si può ipotizzare che un adulto ragioni come un bambino, per il semplice fatto che non è più un bambino.

So benissimo che la cosa che ha dato più fastidio del mio ennesimo “giro lungo” è stata quella riga nella quale ho affermato che purtroppo il metodo di studio dei bambini (che, per i bambini, per certi versi può pure andare bene) viene adottato anche da alcuni  studenti nelle nostre università. Ma penso che non sia nemmeno un fatto nazionale. La filastrocca a memoria è sempre di moda in tutto il mondo e finché qualcuno non si sarà sognato di dichiarare al mondo intero che può anche essere un hobby ma non è il sistema di studio che vogliamo che adottino gli studenti del terzo millennio temo che sarà un metodo che continuerà a fare molti proseliti anche fra gli studenti più grandicelli.

Non possiamo emulare i bambini perché non siamo dei bambini, se lo fossimo avremmo un’elasticità decisamente superiore, una fantasia di movimento invidiabile ed un’esigenza di attività motoria molto sentita. Sono cose che spesso trascuriamo nei nostri figli, figuriamoci se siamo disposti a tentare di farle nostre, sarebbe semplicemente innaturale. Ciò che possiamo fare, sempre imparando dai bambini, è tentare di non commettere i loro errori. Per alcuni è anche da stabilire se per un bambino imparare una cosa a memoria sia un errore o meno perché, in ogni caso, almeno la memoria a breve termine viene esercitata. Quando trasferiamo questo concetto sulla nostra attività fisica il dubbio si dipana, comunque per noi adulti buttare dentro una qualsiasi attività fisica nella “memoria motoria” a breve termine non ha senso, almeno a fini salutistici. Può essere un hobby semmai, per quegli adulti un po’ bambini (buon per loro) che hanno la curiosità di imparare continuamente centomila attività nuove, anche se poi le dimenticano dopo pochi mesi. Ma, da adulti non possiamo fingere e sappiamo certamente ciò che ci interessa e ciò che ci passa sopra senza lasciare traccia, in questo senso siamo chiamati a riflettere sul coinvolgimento emotivo dell’attività motoria che andiamo a praticare. Non possiamo pensare che ci possa scatenare l’entusiasmo di un  bambino ma se la vediamo come una tortura o come una noia insopportabile non siamo sulla strada giusta e bisogna sforzarsi di capire perché è così senza arrendersi al preconcetto che come adulti saremo insofferenti verso qualsiasi attività fisica perché non è così.

Non si chiede all’adulto di fare il girotondo fra urla e schiamazzi ma una camminata in mezzo alla natura deve riuscire a sopportarla anche se non l’ha mai fatta nemmeno da bambino. Ci sono delle cose che proprio vanno imparate da adulti e così, proprio tornando alla camminata, è quasi più facile che sia insofferente verso la camminata il soggetto che da piccolo ne ha fatte tante perché imposte dal gruppo degli adulti che non quello che non ne ha mai fatte perché è sempre stato lasciato libero di giocare come un bambino. La voglia di gioco dell’adulto si trasferisce sull’attività sportiva amatoriale e così a volte accade che sia meno propenso a tranquille attività motorie di routine proprio l’adulto che è normalmente impegnato in una qualsiasi attività sportiva amatoriale rispetto a quello che non pratica nessuna di queste attività. In ogni caso che ci sia il coinvolgimento giocoso, pseudo agonistico dell’attività sportiva amatoriale o meno bisogna fare in modo che quel po’ di attività fisica necessaria per stare in salute venga svolto con un minimo di entusiasmo altrimenti la qualità del servizio offerto da questa attività scade di molto e non solo da un punto di vista psichico. Le interrelazioni fra Sistema Nervoso Centrale, equilibrio ormonale e condizione fisica generale ormai sono ben note e non possiamo permetterci il lusso di pensare che un’attività fisica basta farla in qualche modo che tanto fa bene lo stesso. Se non ti piace devi fartela piacere. Non è questa la strada. Bisogna sconfiggere la pigrizia mentale che ci porta a trovare mille scuse per dire che non abbiamo tempo per l’attività motoria. Il problema non è che manca il tempo, il problema è che l’attività fisica non entusiasma e non è un problema che ci deve sorprendere perché attanaglia un’infinità di adulti. E’ una condizione quasi normale che va affrontata perché non degeneri in patologie. Ma non è una patologia già all’inizio il fatto che un adulto non provi più entusiasmo per l’attività fisica. Quella sarebbe una patologia per un bambino. Un bambino che non ha entusiasmo per nessuna attività fisica vive già una condizione patologica senza aver nessuna malattia: è già una malattia per lui non aver entusiasmo verso l’attività fisica. Del bambino dobbiamo prenderci cura noi e capire se per esempio non ha investito troppe emozioni su cose che lo tengono costantemente alla larga dall’attività fisica e possiamo arrivare a condizionare le sue scelte perché sappiamo che ha bisogno di muoversi e anche se è destinato a diventare un grande pianista o un grande medico tentiamo di fare in modo che cresca sano come pianista o come medico. Come adulti non possiamo prendere in giro noi stessi e dobbiamo capire che se tutta l’attività fisica ci annoia a morte un piccolo problemino c’è. Non dobbiamo farcene una colpa, non è colpa di nessuno. Dire “E’ colpa mia…” è come dire “Non ho alcuna intenzione di affrontare il problema”. Forse non troveremo l’attività fisica che ci fa tornare bambini ma l’attività fisica divertente esiste a tutte le età e non è certamente quella che si fa pensando a tutti gli affaracci della giornata perchè una delle funzioni dell’attività fisica, soprattutto da adulti, è proprio quella di farci “staccare” di testa da quelli che sono i problemi della giornata. Quando uno non trova il tempo di staccare da quelli ed anzi ha “paura” delle cose che lo possano distogliere da quelli allora è un malato di stress. Che è la malattia più diffusa al giorno d’oggi, perché dobbiamo produrre a prezzi sempre più concorrenziali. Ma quest’ultima frase non ci stava perché dopo mi accusano di far politica. Allora producete pure a prezzi concorrenziali, battete anche i cinesi, ma non rinunciate ad un po’ di attività fisica “vera”. Quella vera è quella pensando a ciò che si fa, non ai problemi della produzione.