ELEMENTI DI PEGGIORAMENTO DEL LIVELLO QUALITATIVO DELLE PROPOSTE DI ATTIVITA’ MOTORIA

Facendo un po’ di sana autocritica, si può rilevare che se i sedentari sono ancora molti (troppi) forse la colpa, più che loro, è anche delle proposte di attività motoria che, nella società attuale, a volte sono a dir poco imbarazzanti.

Ho visto palestre dove gli istruttori lavoravano molto bene chiudere stritolate da mode che le hanno messe “fuori mercato”.

Ho visto (e continuo a vederli…) supermercati dell’attività motoria gestire in modo indegno l’attività di palestra e continuare a sopravvivere solo per l’immagine che riescono a dare al pubblico.

Tento di passare in rassegna, in modo rapido ed un po’ superficiale, alcuni elementi della deriva dell’aspetto qualitativo della proposta di attività motoria. Come sempre non mi stanco di ripetere che queste sono considerazioni del tutto personali e c’è chi la vede molto diversamente dal sottoscritto.

 

1°) LE MODE

Le mode sono semplicemente devastanti, viene quasi da dire di una palestra che per poter sopravvivere ha più necessità di essere alla moda che non essere una palestra dove si lavora veramente bene. Il prodotto di moda si piazza anche se fa disastri, quello fuori moda ma che fa solo bene alla salute (uno per tutti la ginnastica a “corpo libero”) rischia di soccombere se non appare immediatamente che vale decisamente di più del prodotto “alla moda”.

2°) LE MACCHINE DA PALESTRA

Le macchine da palestra sono un altro flagello. Nate essenzialmente come validi ausili per la riabilitazione, che è un tipo ben preciso di ginnastica, hanno invaso ogni campo dell’attività motoria. Ormai esiste una macchina per qualsiasi gesto motorio, peccato che quel gesto si possa riprodurre anche senza macchina e spesso in modo ancor più efficace. Assistere un allievo che si muove a corpo libero è più complicato ed io preferisco certamente le palestre con poche macchine ma buoni istruttori che quelle con molte macchine ma pochi istruttori.

3°) I SUPERMERCATI DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

Accade che un imprenditore che di attività fisica non ci capisce proprio nulla possa disporre di capitali considerevoli per avviare una “cattedrale” dell’attività motoria. Quello si occuperà con piglio manageriale di far partire un qualcosa di colossale e certamente redditizio, che poi la qualità del servizio offerto da queste cattedrali sia deprimente quello non è importante. Importante è che il “supermercato” funzioni. Come italiani siamo più abili a discernere fra tonno e mozzarella di buona qualità che non a riconoscere l’attività motoria di qualità. Così, mentre i supermercati di alimentari che non offrono buona qualità sono destinati a fallire e chiudere, quelli che offrono attività motoria scadente sopravvivono perchè funzionano bene nell’immaginario collettivo.

4°) LA MANIA DEL CARDIOFREQUENZIMETRO

Da quasi 40 anni il cardiofrequenzimetro ha invaso sempre più il cervello di chi fa attività fisica. Doveva essere un aggeggio che ci dava una mano ad organizzare l’attività motoria ed invece è stato uno strumento che si è insediato nei nostri cervelli. La mania del cardiofrequenzimetro ha contribuito notevolmente a spostare l’attenzione dai veri problemi dell’attività motoria.

5°) SCHEDE DI “LAVORO” E TABELLE DI ALLENAMENTO

Nelle cattedrali dell’attività motoria bisogna risparmiare sul personale. Ci sono un’infinità di macchine ma il personale costa (soprattutto quello qualificato e con una certa esperienza), ecco venirci incontro le schede di “lavoro” e le tabelle di allenamento. All’allievo si appioppa una bella scheda di “lavoro” e quello parte in quarta assieme ad altri 20 allievi con altrettante schede di “lavoro”. Ogni tanto passa l’istruttore che controlla che tu stia facendo la scheda di “lavoro”. Penso che, più o meno, succeda così anche in fabbrica (ma non sono aggiornato, forse nelle fabbriche la situazione è migliorata…).

6°) CULTURA DELL’APPARIRE CHE HA SOPPIANTATO IL SALUTISMO

Siccome è più importante “apparire” in forma che esserlo davvero, vengono messi a punto dei piani di esercizio fisico che puntano più ad un rimodellamento delle proporzioni corporee che a raggiungere un buon equilibrio psicofisico. L’apparenza conta sempre più della sostanza. La salute è un optional.

7°) ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI PALESTRA

La necessità di razionalizzare gli spazi in palestra (tanti allievi-poco spazio) porta sempre più a situazioni tipo “tacchini in batteria”. La cosa, tanto per cambiare, è di moda e può anche essere tollerata. Se la ragazza che “pedala” al tuo fianco è carina è addirittura un’opportunità: tu puoi parlare solo con lei, lei può parlare solo con te.

8°) INTEGRAZIONE ALIMENTARE CON PRODOTTI DI SINTESI

Visto che il rimodellamento delle proporzioni corporee è uno degli obiettivi di moda, tanto vale aiutarsi anche con degli integratori alimentari non del tutto naturali. E’ molto facile che non siano salutari ma aiutano a tirar giù peso oppure per gonfiare le masse muscolari a seconda dei gusti.

9°) INGLESISMI ESASPERATI

La moda generalmente parte dagli USA. Nell’attraversare l’oceano si dimentica di venire tradotta in italiano. In effetti una macchina che ti fa fare il “leg extension” può costare anche molti dollari ma se ti fa fare semplicemente “l’estensione della gamba” perché dovrebbe costare molto visto che si può fare benissimo anche stando normalmente seduti su una sedia impagliata?

10°) LA MUSICA “A PALLA”

Da fuori si fa fatica a distinguere una palestra alla moda da una discoteca. Solitamente in discoteca c’è un tono della musica un po’ più basso e gli orari di apertura sono un po’ diversi. La musica può anche far piacere come sottofondo in un’attività dove non è richiesta una concentrazione estrema, ma il diritto di poter comunicare con l’istruttore non me lo puoi stroncare con una musica da discoteca.

 

Probabilmente questo potrà sembrare un articolo umoristico più che una vera e propria critica per  l’enfasi con la quale ho ingigantito alcune situazioni. Però come sfondo di tutte le scene grottesche c’è comunque un dato di base reale: che la caccia al cliente si gioca più sul piano della visibilità che su quello della qualità del servizio.

E’ molto più facile scegliere una buona trattoria. La buona trattoria è quella dove c’è sempre pieno e bisogna fare i turni per mangiare. La buona palestra non è certamente detto che sia quella dove affluisce la maggior parte delle persone. Quella può essere semplicemente quella che ha venduto meglio la propria immagine, magari, poco più in la, c’è una palestra vuota dove si lavora decisamente meglio.