E’ ORA DI “FINIAMOLA!”…

Buttiamola sul ridere. Un mio amico, che si diverte a prendere in giro tutti i contestatori incalliti, ripete spesso: “Basta! E’ ora di finiamola!”

Ed allora mi metto fra questi contestatori incalliti perché, almeno su alcune cose, mi viene proprio da dire: “E’ ora di finiamola!”

Per radio sento una “buona” notizia: “Udite, udite, uno studio (che studio…) ha dimostrato che facendo le parole crociate si spendono circa 90 calorie per ora che, tutto sommato, forse è più di ciò che ci si poteva immaginare (personalmente faccio più fatica a fare certi cruciverba che a correre ma forse io non faccio testo perché sono un grande “zuccone”…) e dunque per molti questa è una bella notizia.” Perché è una bella notizia? Perché, è ora di “finiamola”, siamo abituati a valutare tutte le attività, addirittura i cruciverba, per quanto ci fanno spendere in calorie.

E’ ora di mettersi in testa che le attività umane (non solo l’attività fisica) non vanno valutate per quante calorie ci fanno spendere.

Sembriamo un popolo di morti di fame, nel senso che, dopo aver patito la fame, mangiamo talmente tanto che dobbiamo escogitare tutte le strategie per poter consumare più calorie e quindi… per poter mangiare ancora di più!

Mai che abbia sentito qualcuno dire: “Adesso mi mangio un altro bel gelato perché, siccome a me piace praticare molto sport, mangio di più così non vado sottopeso…”.

Il discorso è sempre terribilmente più triste ed è: “Aiuto! Chissà quante calorie sto buttando dentro con questo gelato e quanti chilometri di corsa “dovrò” fare per bruciarle…”.

Praticamente l’attività fisica viene vista sempre come quella rottura di scatole necessaria per poter tenere il peso forma dopo aver mangiato troppo. L’obiettivo non è fare attività fisica, l’obiettivo è tenere il peso forma nonostante le grandi mangiate. Alla fin fine mi vien da pensare che il vero obiettivo sia proprio mangiare e basta. Mangiare alla grande senza patire problemi “estetici” legati all’eccesso di alimentazione.

In effetti, se andiamo a guardare alle cause storiche di questo atteggiamento, scopriamo proprio che noi siamo un popolo che in tempi non troppo remoti ha patito la fame, non la “sedentarietà”.

Stiamo ancora vivendo l’era “post-fame” e, fintanto che la domanda centrale sarà: “Quante calorie riesco a bruciare con questa attività qui?” vorrà dire che non c’è stata alcuna evoluzione di quest’era.

Andare a valutare un’attività intellettuale per quanto ci fa bruciare in calorie è follia pura. Commentare che: “Il fatto di aver scoperto che le parole crociate fanno bruciare abbastanza calorie è una bella notizia per gli amanti delle parole crociate perché vuol dire che costoro possono permettersi il lusso di svolgere meno attività fisica….” è ancora più folle.

L’attività fisica va praticata per stare bene non per “bruciare calorie”.

Se il concetto di salute è coincidente con quello di dimagramento allora dobbiamo ammettere che gli anoressici scoppiano di salute.

Non tutti si sono accorti che il vero guaio, ai giorni nostri, è la sedentarietà e questo problema, comunque, viene vissuto per i risultati in termini estetici che da, abbinato ad un’alimentazione eccessiva. L’ansia che ne consegue è un’ ansia dettata dalla sensazione di essere di proporzioni non gradevoli e non di essere in condizioni di salute precarie. Il problema viene identificato unicamente come l’aumento di peso e la “visibilità” di questo aumento. Se questo è il vero problema percepito non c’è da stupirsi se tutte le strategie che si studiano per risolverlo sono indirizzate a contenere l’aumento di peso e non ad aumentare l’attività fisica e, pertanto, qualsiasi accidenti che ci faccia contenere il peso, magari evitandoci di aumentare l’attività fisica. è ben visto. Viene da chiedersi per quali cause storiche siamo così terrorizzati dall’idea di provare ad aumentare la quantità di attività fisica riportandola a livelli almeno vicini, se non superiori, a quella normalmente praticata solo un po’ di decine di anni fa,  prima dell’avvento della motorizzazione di massa.

La psicosi clamorosa di questa paura si concretizza nel momento in cui andiamo a valutare addirittura l’attività intellettuale per quante calorie ci fa spendere e pertanto di una sana abitudine a tenere agile ed elastico il cervello, come l’enigmistica, non valutiamo l’aspetto concreto di questa ginnastica mentale bensì l’aspetto secondario relativo al costo energetico.

Avanti di questo passo non ci sarebbe nulla da stupirsi se qualche altro genio scoprisse che, in letteratura, soffermarsi sulla lettura di alcuni autori fa bruciare più calorie che non concentrarsi su altri. E così potremmo scoprire, per esempio, che Pirandello e, che so, Dostoevskij sono più utili a tal scopo perché fanno bruciare più calorie… Io mi auguro che ciò non accada mai e, se proprio questa cosa deve succedere, spero almeno che i due colossi della letteratura possano apparire in sogno al talento che si è prodigato in tale studio. Pirandello, in proposito, potrebbe ammonire il nostro genio con un perentorio: “Se ne fai una questione di calorie… va a tagliare la legna!” Ed,  a quel punto, Dostoevskij potrebbe semplicemente e laconicamente aggiungere: “Idiota!”…