Domanda sulla “presunta ciclabilità”

“Indubbiamente sulla ciclabilità hai un po’ il chiodo fisso. Secondo te l’evoluzione di un paese dipende dal grado di ciclabilità delle sue strade e allora probabilmente in Italia non ti trovi molto bene…

E’ strano perché da un sito che si chiama “Personal Trainer Gratuito” uno si attenderebbe articoli su pesi, schede di preparazione, integratori e invece tu fuggi da tutte quelle cose, quando non le critichi in modo anche un po’ aspro e batti invece il chiodo con ‘sta menata della bici per tutti. Da cosa nasce questa convinzione? Perché sostieni a spada tratta che non abbiamo bisogno di fare pesi ma di muoverci in bici per andare al lavoro, per andare chissà dove o anche solo per il gusto di andare in bici e basta?

Sei tu il primo a capire i limiti oggettivi che ha un rivoluzione della mobilità dall’auto verso la bici. Da un punto di vista della salute sarebbe un vantaggio enorme ma da un punto di vista economico, a parte i costi da sostenere per adeguare un territorio che non è per nulla attrezzato a ospitare milioni di biciclette, si metterebbe in ginocchio un tipo di economia che è già in crisi adesso.

Un tempo il lusso era andare in auto, adesso il lusso è andare in bici e non è un lusso diretto (andare in bici costa gran poco) ma un lusso indiretto nel senso che chi li trova i soldi per compensare il danno che fai all’industria dell’automobile e al suo indotto?

E’ un lusso che al momento non ci si può permettere, non prima di aver rettificato piano piano quel tipo di economia che prima che cittadini ci vede consumatori.”

 

 

La mia convinzione è nata pian piano quando ho cominciato a sentire le domande della gente che frequentava il percorso della salute poco meno di dieci anni fa,  poi, quando ho aperto questo sito, sei anni fa, la convinzione è maturata ulteriormente perché il tipo di domande più battute confermavano quanto ipotizzato in precedenza ed il fatto che c’è una sedentarietà molto diffusa legata al modo di intendere gli spostamenti quotidiani.

Associato a questa c’è un modo di intendere l’attività motoria che è legato ad un’ immagine costruita per mantenere un  business più che per creare una cultura dell’attività motoria. In sintesi l’italiano medio che si mantiene in salute viene visto come uno che va a chiudersi in palestra a sollevare pesi e che si serve di integratori alimentari più che come uno che va a lavorare in bicicletta e integra l’alimentazione soprattutto dal fruttivendolo.

La mercificazione dell’attività motoria va di pari passo con il mantenimento di una mobilità tipica dei progetti dell’Italia degli anni ’60 dove la diffusione dell’uso dell’auto veniva vista come strategia imprescindibile per aumentare il benessere a tutti i livelli. Adesso abbiamo capito tutti che il benessere dipende soprattutto dalla capacità di tornare indietro e riuscire a costruire una società che riesce a fare a meno dell’auto, almeno per un certo tipo di spostamenti. Purtroppo mentre è stata tanto veloce ed entusiasmante la corsa verso l’auto non altrettanto rapido ed entusiasmante è un rientro verso un suo utilizzo più razionale.

A far da sfondo a questa situazione c’è un sistema economico che ci vede ancora soprattutto come consumatori e così quando arriva una pandemia, che non ha certo lo stile di altre pandemie storiche ben più devastanti, questo sistema va in crisi perché se dobbiamo smettere per qualche mese il ruolo di consumatori e vestire quello di cittadini che pensano in primo luogo alla loro salute allora viene fuori che questo è un sistema economico che ha delle regole un po’ ferree e non ci sta molto ad attendere i tempi per riacquistare la salute. Insomma ciò che sta accadendo da pochi mesi con il corona virus, stava accadendo già da parecchi anni con l’uso dell’automobile. Da un punto di vista della salute non c’è dubbio che bisogna usarla di meno ed inventarsi tutte le strategie per usarla di meno e muovere di più il nostro fisico, da un punto di vista economico invece è proprio opportuno continuare ad usarla molto e far passare in seconda istanza le esigenze del nostro fisico. Senza dubbio un clamoroso conflitto fra economia e salute. Vedremo se, illuminati da ‘sto bastardo di virus, sapremo scegliere bene.