Domanda sul Risciò solidale

Riporto volentieri una domanda che mi giunge sul Risciò solidale.

“Ciao, volevo chiederti cosa ne pensi del risciò solidale gratuito per gli anziani e disabili che vivono nelle case di riposo o strutture per disabili. Poi, secondo te, è adatto al servizio  turistico per il centro storico di Verona? Grazie.”

La mia prima risposta è che tale cosa vorrei averla inventata io. Trovo che sia geniale. Ho visto i mezzi con i quali vengono effettuati questi servizi (penso che siano uguali, io ho visto quelli che usano nelle case di riposo) e sono anche tecnologicamente all’avanguardia. Direi che dopo l’invenzione dell’auto non ci eravamo più mossi in modo così significativo.

Parlo freddamente da tecnico, insegnante di educazione fisica, prima di accennare all’aspetto umano che è pure assolutamente importante.

Questi sono mezzi estremamente intelligenti perché riesci a trasportare uno o due passeggeri in modo gradevole, lo fai senza inquinare, lo fai pure senza ammazzarti di fatica perché sei aiutato da un motore elettrico tecnologicamente all’avanguardia che ti consente di condurlo con un impegno certamente fisiologico ed utile. Proprio per questo evita a chi lo conduce problemi tipici di chi guida troppo e diventa un sedentario a tutti gli effetti.

E questo è solo l’aspetto tecnico del mezzo, poi c’è da dire che a livello mediatico a mio parere è una bomba perché lancia una serie di messaggi veramente importanti.

Una “serie” di messaggi, non uno solo.

Partiamo dall’anziano. L’anziano nella nostra società è spesso bistrattato. Obbligato ai ritmi stressanti di una società che va ad un altro ritmo. Il risciò solidale porta a spasso l’anziano ad un ritmo gradevole. Un ritmo al quale è ancora piacevole vedere le cose e dove la realtà non sfugge in modo inafferrabile.

Lo porta in centro città dove l’anziano vuole ancora vedere la sua città che, talvolta, proprio nel suo centro è resa ancora più frenetica dallo stress degli spostamenti repentini.

Il risciò se vogliamo ha una sua grande forza d’impatto mediatico perché reclama il diritto di chi ancora vuole vivere la città a ritmi umani, siano anziani o turisti, ad avere uno spazio vitale alla stessa stregua degli altri cittadini. La città non è bloccata da chi procede lentamente in risciò, la città è assassinata da chi vuole forzarne i ritmi in modo prepotente rendendone la praticabilità impossibile alle fasce più deboli di popolazione. Non me lo immagino un risciò sfrecciare sulle strisce pedonali e far prendere paura ad un turista che ha avuto la sola cattiva idea di attraversare la strada in un punto dove il codice della strada dice che tutti (e sottolineo tutti) i mezzi dovrebbero dargli la precedenza.

Poi il risciò è ecologico ed è la più grande pubblicità che si possa fare ai mezzi ecologici. L’auto elettrica stenta a decollare perché è meno performante della tradizionale auto a petrolio. Questo qui va a energia elettrica ed energia umana, altro che petrolio. Capisco che chi fa le consegne di merce che dovrà essere venduta dai negozi del centro farà fatica a servirsi di un mezzo simile. Ma il turista che si gira la città a impatto ecologico zero è una cosa splendida.

Il risciò diventa anche il miglior mezzo per fare pubblicità alla bicicletta che è l’altro mezzo essenziale per far progredire le nostre città soffocate dal traffico. La bicicletta non ha paura del risciò e procede ai suoi ritmi, in grande sintonia. Le necessità di viabilità del risciò sono quelle della bicicletta. In una città dove il risciò può procedere sicuro può viaggiare sicura anche la bicicletta. Da questo punto di vista il risciò ha anche una marcia in più che è la notevole visibilità. Ma è come se questo messaggio fosse amplificato e va ad essere solidale oltre che nei confronti di chi trasporta anche nei confronti degli altri ciclisti. Il messaggio del risciò è: “Guarda che ci sono io ed assieme a me ci sono anche altri veicoli lenti, anche se meno visibili.”

In realtà il risciò non è lento ma veloce, velocissimo. E’ l’unico mezzo che può accelerare la nostra mente a pensare che il primo requisito di una città è la sua vivibilità. Se la città è vivibile tutto il resto arriva di conseguenza. Se la città è invivibile, insopportabile, come troppo spesso accade alle nostre città italiane anche di medio piccole dimensioni allora l’unica possibilità resta scapparne fuori.

Mi chiedi di Verona che è la mia città. Verona è la tipica città a vocazione turistica che deve cominciare ad avere più rispetto per i turisti. Perché il turismo è il futuro di Verona e la sua ancora di salvezza. In realtà io penso così di tutta l’Italia. Tutta l’Italia ha una grande vocazione turistica ma ti confesso che quando vedo Roma resto un po’ sconsolato. Una delle città potenzialmente fra le più belle del mondo assassinata letteralmente dal traffico. E si che Roma di turisti ne ha, ne ha milioni. Però, pare impossibile che alla faccia di un movimento turistico così imponente ed anche economicamente molto rilevante si continui a dare la precedenza all’uso selvaggio dell’automobile.

Non so se ci siano i risciò anche a Roma, so solo che il buon esempio deve partire da lì. Se la capitale d’Italia saprà fare scelte decisive per agevolare il turismo allora è auspicabile che anche città più piccole, ma con chiara vocazione turistica, capiscano che valorizzare il turismo è una mossa decisamente conveniente oltre che socialmente apprezzabile.

Mi sono allargato troppo ma io davvero il risciò lo vedo come il simbolo di una rivoluzione che deve avvenire per rispetto delle nostre città, per rispetto del nostro modo di vivere. Valorizzando il turismo potremo vivere meglio anche noi, abitanti di queste splendide città. Le merci possono viaggiare ugualmente e non deperiranno nell’eventuale lieve allungamento dei tempi di trasporto. I politici non patiranno ritardi imperdonabili nei loro tempi d’azione proverbialmente non troppo rapidi dalla notte dei tempi. Il risciò non solo è possibile ma auspicabile e raccomandabile.