“E’ utopia “liberarsi” del sistema liberista (che è una vera e propria dittatura dei ricchi…) perché si fonda su un sistema di informazioni rigidamente controllato che lo sostiene e lo pone al riparo da ogni insidia.
Come puoi pensare che qualche illuminato possa avere l’idea geniale che si può vivere anche meglio di così senza inventarsi la falsa disoccupazione?”
“Io ho appunto scritto che il vero nemico del sistema liberista è la cultura. Oserei dire l’unico nemico perché non ne vedo altri. Facevo l’esempio del salto in lungo, da maniaco dello sport quale sono e scrivevo che se la gente si rende conto di quanto sia bello fare lo sport davvero (per esempio sette metri nel salto in lungo che anche se non ti fa andare alle Olimpiadi è una cosa fantastica e vale di più di mille case al mare) smette di guardare lo sport alla televisione e si mette a praticarlo, andando ovviamente in conflitto con quella regola non scritta ma infiltrata nella società che per essere felice devi avere tanti soldi e non essere protagonista della tua esistenza a prescindere dalle cose che riesci ad acquistare.
Purtroppo non è che qui dobbiamo attendere un messia in grado di liberarci le menti ma dobbiamo rimboccarci le maniche tutti per svincolarci dalla logica del PIL e della produzione accettando il concetto che il crollo di questo tipo di economia per un certo tipo di benessere può essere semplicemente devastante. Allora dobbiamo chiederci (e questa è una delle tante domande che dobbiamo porci) se è più importante vivere stressati con tanti beni a disposizione o meno stressati rinunciando a cose che cent’anni fa non c’erano ma solo cinquant’anni fa sembravano a disposizione di tutti.
E’ chiaro che per certi versi è tornare indietro sul più bello che ci eravamo obbligati alla logica del cancello elettrico ma è anche chiaro che questo sistema ha fallito e non si può tenerlo in piedi a colpi di informazione deviata continuando a fare finta di niente.
Ad essere ottimisti prima o poi qualcosa succederà perché credo che la cultura sia un po’ come l’acqua che trova centomila strade diverse per arrivare a destinazione e pertanto ritengo che il giuoco di prestigio della deviazione dell’informazione, per quanto entusiasmante perché è quello che può rendere i ricchi sempre più ricchi, non abbia vita lunga perché si regge su equilibri sempre più difficili da sostenere. Chi vivrà vedrà.