Ovviamente non posso rispondere con tranquillità a tutte le domande. Diciamo pure che “con tranquillità” non rispondo proprio a nessuna domanda perché il rischio di dare un consiglio sbagliato, in una materia come quella che tratto su questo sito, è molto elevato. Ad alcune domande sarei proprio tenuto professionalmente a non rispondere in quanto esulano dalle mie competenze. Il confine fra competenza dell’insegnante di educazione fisica e quella del medico di base talvolta è labile e, per prudenza, si può spedire dal medico di base anche chi magari non ne ha proprio bisogno.
L’insegnante di educazione fisica se la cava rispondendo per ipotesi, dando una risposta molto vaga e individuando sempre, quando c’è, il possibile coinvolgimento del medico di base. In sintesi l’insegnante di educazione fisica prudente è un po’ un incubo del medico di base oltre che un suo alleato.
Un suo alleato perché un buon insegnante di educazione fisica dovrebbe aiutare la gente a stare meglio. Se la gente sta meglio si rivolge di meno al medico di base e questo vede alleggerito il suo lavoro. Poi l’insegnante di educazione fisica prudente è anche un incubo del medico di base perché si vede arrivare nel suo ambulatorio anche gente che sta bene e va la solo per chiedergli se può correre. In realtà questa è la vera prevenzione ed il medico di base dovrebbe proprio augurarsi che nel suo studio arrivino sempre meno assistiti malati e sempre più assistiti che chiedono se possono correre.
Io spero di campare quel tanto che basta per vedere il giorno che vi sarà una buona collaborazione fra medici di base ed insegnanti di educazione fisica. Praticamente spero di campare all’infinito perché questa collaborazione non è all’orizzonte. Non c’è collaborazione probabilmente perché come insegnanti di educazione fisica non ce la siamo ancora meritata. Siamo ancora quelli dei salti, siamo quelli che aiutano i campioni della nostra nazione a crescere come campioni ed a rappresentarci degnamente all’estero, non siamo quelli che come i medici di base, o almeno “quasi” come quelli, aiutano la popolazione a restare in salute.
Il concetto di attività motoria per tutti è ancora un concetto vago. Lo sport per tutti è quello che si vede in tv, quello è proprio per tutti, ma quello non si chiama sport ma “poltrona”.
Quando un medico di base sentenzia: “Lei ha assoluto bisogno di muoversi!” ed il paziente chiede: “E a chi devo rivolgermi?” la risposta straziante è: “Mah, non so, vada a camminare, si iscriva in palestra, faccia qualcosa…”.
Questo perché noi come insegnanti di educazione fisica non esistiamo. Se io mi sono inventato il “Personal Trainer Gratuito” è proprio perché se non ti iscrivi ad un corso o frequenti qualche palestra un insegnante di educazione fisica a disposizione non ce l’hai da nessuna parte, a meno che non vai ancora a scuola. L’insegnante di educazione fisica è ancora quella figura che lavora a scuola con i ragazzi dagli 11 ai 19 anni.
Non vedo un futuro dove il medico dirà “Si rivolga al suo Personal Trainer Gratuito!” ma mi piacerebbe vedere un giorno dove il medico di base, pigliato un numero di telefono risponde: “Guardi, per la sua attività motoria io ho a disposizione questo responsabile…”. E’ un futuro troppo distante, non sono in grado di costruirmi una salute così buona da vedere quel futuro. Perderò anche questa sfida professionale…