L’ utopia è la situazione ideale ed allora, in base ai quattro punti che ho citato nell’articolo precedente avere una scuola che funziona come deve funzionare dove si imparano davvero le cose con entusiasmo e non ti torturano con continue verifiche. Una scuola dove per esempio capisci i perché della disoccupazione o comunque della difficoltà di occupazione e getti le basi per tentare un approccio più efficace con il mondo del lavoro.
Poi sarebbe avere un sistema di informazione autentico che ti fa capire come si affrontano concretamente i problemi o se non si affrontano perché non si affrontano. Quindi, anche in base a ciò avere accesso ad un’attività fisica non mercificata da poter svolgere tranquillamente all’aperto senza essere costretti a rinchiudersi in palestra per motivi di sicurezza o di smog anche nella bella stagione. Infine poter praticare sport senza problemi anche se non si è dei campioni potendo sfruttare strutture adeguate e accessibili.
Questa l’utopia, il mondo ideale. Ma non viviamo in questo mondo e non si vede nemmeno uno spiraglio di speranza nel potersi avvicinare a questo essenzialmente per motivi squisitamente economici. Quindi ci si chiede come possa essere possibile adattarsi a questo sistema con soluzioni individuali che tengano presente queste cose nella consapevolezza che non ci si può attendere nulla dall’alto e ci si può difendere solo con atteggiamenti individuali.
Il mio consiglio principale che parte da una cosa per toccare tutti e 4 i punti è quello di fuggire dalla realtà dello smartphone, la realtà della connessione. Io consiglio di restare sempre ben connessi più con la propria testa che con internet e pensare che le risposte più efficaci sono sempre proprio nella nostra testa più che su internet.
Toccando ancora i quattro punti: la scuola della conformazione e dell’obbedienza è quella sbandierata da tutti. Bisogna ottenere il massimo dei voti ed uscire da scuola prima possibile. Penso che con molta educazione si possa anche opporre una sana resistenza alla scuola del rimbecillimento. Gli insegnanti che capiscono questa cosa si adeguano, quelli che non la capiscono e/o la detestano ti bocciano.
L’informazione deviata è quella alla quale più o meno attingiamo tutti, bisogna ignorarla e tentare di capire, guardandosi attorno, ciò che succede davvero al di là dei proclami di chi ci vende la realtà finta.
L’attività fisica mercificata te la propongono ad ogni piè sospinto ma non è obbligatoria. Anche lì bisogna avere la capacità di adattarsi e riuscire a svolgere più attività fisica possibile all’aperto nonostante le insidie di un ambiente che è progettato più per le automobili che per gli esseri umani.
Dribblare il campionismo infine è molto difficile perché puoi anche anteporre la tua sana attività sportiva a quella eccezionale del campione ma in ogni caso le strutture sportive non sono immaginate per le tue esigenze ma per quelle del campione. Il minimo che si possa fare è non sottrarre tempo alla propria attività sportiva per celebrare le gesta del grande campione che non hanno certamente bisogno della nostra approvazione per risultare gratificanti.
Se ben guardiamo in tutte queste cose c’è un minimo comune denominatore che è quell’idea di mettere al centro noi stessi più che qualcun altro. Ovunque ci insegnano che c’è un qualcuno più importante di noi stessi e per questo qualcuno più importante ci dobbiamo adeguare a comportamenti impossibili. Non si tratta di fare i fancazzisti ma molto umilmente tentare di affrontare concretamente i propri problemi anche se pare che ci siano centomila motivi per provare a non far nulla.
Così a scuola ciò che pensiamo noi conta molto meno dei programmi ministeriali e deve essere assolutamente essere rivisto alla luce di quelli. L’informazione non è quella che noi recepiamo con i nostri cinque sensi bensì quella che internet, giornali e televisioni vogliono farci credere. L’attività fisica valida è solo quella che ci fa spendere un tot. di soldi perché per quella dobbiamo comunque fare i conti con qualcuno che ci dia la benedizione eterna ed in ogni caso ciò che combiniamo noi non conta proprio nulla perché lo sport è solo quello che passa in televisione e va su internet o sui giornali.
La rivoluzione del rispetto del singolo sui fantomatici diritti della società è il tipo di rivoluzione che si auspica nei cosiddetti paesi “democratici” che più che democratici sono demagogici. Non può esserci società migliore senza rispetto per il diritto dei singoli e dunque la panzana colossale del debito pubblico ha fatto il suo tempo. Un essere umano non nasce con il debito pubblico da sanare, nasce con tutti i diritti di ogni essere umano. Se si vogliono limitare le libertà individuali per mantenere i privilegi di chi ha accumulato ricchezze enormi è meglio inventarsi qualche altra balla.
Girando la frittata se è vero che la società ideale è utopia é pure utopia che le balle insostenibili possano continuare a perpetuarsi senza essere scoperte. L’adattamento individuale a questo tipo di società passa anche per la capacità di saper reagire con scelte individuali che per un individuo sano possono anche essere di forte impatto, senza pestare i piedi a nessuno e senza danneggiare nessuno ma solo tenendo presente che ogni individuo ha diritto ad essere rispettato, sia che sia nato con il culo parato o che sia nato con un debito pubblico colossale da sanare.