CONSIDERAZIONI SEMISERIE SUI CAMPIONATI STUDENTESCHI

Vedo la classifica dei campionati studenteschi di corsa campestre e noto, senza troppe sorprese, che è una classifica fin troppo prevedibile, dove il primo dei ragazzi non tesserati per squadre di atletica naviga in posizioni di rincalzo e dove nelle prime posizioni pare di vedere la fotocopia di una gara del circuito federale. Penso che sia così più o meno in tutti gli sport e, come per incanto vado col pensiero a quel movimento che si chiama “Basta compiti” che pareva avesse un suo sostenitore nel Ministro della Pubblica Istruzione Bussetti che è rimasto troppo poco tempo a quell’incarico, poi mi passa per la testa il registro elettronico che per me è un po’ il simbolo di questa scuola ipercompetitiva e semplicemente stritolante e immagino che forse i campionati studenteschi andrebbero un po’ rivisti.

Forse per vedere qualcosa di nuovo e non i soliti noti occorrerebbe girare la frittata, girarla proprio completamente. E, per esempio, fare i campionati studenteschi di italiano, matematica, storia. Una volta l’anno come si fanno adesso quelli di corsa campestre. Scopriresti che vince sempre quello che fa italiano perché va due volte la settimana a fare italiano (una lezione da un’ora) e pertanto ha una marcia in più sugli altri che fanno italiano solo il giorno dei campionati studenteschi. E così quelli che fanno italiano solo quel giorno anche se si impegnano molto sì e no  che arrivano nei primi trenta perché le prime posizioni sono occupate tutte da gente che fa le gare, gente tesserata per la federazione di italiano appunto. E del resto quelli sono bravi perché è anche difficile trovare il tempo per fare italiano quando a scuola per esempio hai sei ore la settimana di campestre, quattro ore di calcio, tre ore di pallavolo, altri sport per un totale di oltre trenta ore settimanali, senza contare quello che devi fare al pomeriggio a casa perché poi a scuola hai le verifiche e in un anno sono capaci di farti anche una trentina di verifiche fra campestre, calcio, pallavolo, tennis etc, etc. Insomma per chi va lì solo il giorno della gara non è che ci siano molte possibilità e, a meno che non fai un tema eccezionale, non riesci a battere nessuno di quelli che si allenano durante la settimana e sono tesserati per le società di italiano, ti resta un po’ l’amaro in bocca e  se ne riparla l’anno dopo.

In una frittata così girata sul registro elettronico ovviamente ci sarebbero tutti i risultati delle verifiche di campestre, calcio, pallavolo, tennis, etc. mentre i risultati dei campionati di italiano verrebbero pubblicati sul sito della scuola senza bisogno di accedere con la password.

Mi rendo conto che in effetti questa cosa non fa molto ridere perché è troppo grottesca, però nessuno si rende conto che è grottesco anche il registro elettronico nella realtà e non fa ridere ma fa piangere e mi pare quasi una cosa da telefono azzurro perché lede in modo drammatico la privacy del ragazzino che non può prendere una insufficienza senza tenerselo per sé.

Nella scuola del registro elettronico i risultati di corsa campestre si riescono a prevedere con una facilità che non ci si potrebbe mettere su un giro di scommesse perché andrebbe subito in fallimento l’agenzia di scommesse. C’è qualcosa che non quadra. Questi ragazzi hanno bisogno di sport come del pane che mangiano, non del registro elettronico. Hanno bisogno di organizzare lo sport e farlo in modo sistematico, non di considerarlo come una gita fuori porta dove chi è tesserato per una società sportiva va a vincere a mani basse senza lasciare nessuna possibilità a chi non è tesserato.

Sono convinto che i campionati studenteschi vadano rivisti, non possano risolversi in un’ unica uscita, che da questi devano essere esclusi nella loro disciplina gli atleti tesserati per società sportive che potranno partecipare ai campionati studenteschi di altre discipline per le quali non sono tesserati. Questa è l’unica possibilità per fare in modo che ci sia un minimo di imprevedibilità e per dare un po’ di stimoli a chi non è tesserato. Ma il vero problema, più che questi dettagli organizzativi, che comunque sono importanti, è proprio la filosofia del registro elettronico. La scuola è quel luogo dove più che imparare si va a lottare per conseguire i migliori voti, spazio per altra competizione non ce n’è, non tormentateci con altre classifiche che ne abbiamo già abbastanza di quelle che redige con certosina precisione la scuola quasi tutti i giorni. Almeno in ciò che non va sul registro elettronico lasciateci essere “non competitivi” come un vero atleta amatore di 40 anni che deve buttar giù la pancia, perché questo, se non ve ne siete resi conto, è il vero spirito sportivo della maggior parte dei ragazzi italiani che sono quasi tutti svuotati nelle loro velleità competitive dalla competizione scolastica onnipresente, in ogni materia, per tutto il periodo scolastico.

 

P.s.: ovviamente anche questa riforma dei Campionati Studenteschi come tutte le riforme avrebbe i suoi inconvenienti e così ci sarebbe il ragazzo che pur di saltare la lezione di campestre o di tennis a scuola decide di andare a perdere la mattinata ai campionati studenteschi di italiano anche se non è assolutamente un cultore della lingua italiana e poi, peggio ancora, visto che i genitori ormai si intrufolano dappertutto, ci sarebbe quel genitore che pretende che suo figlio possa partecipare ai campionati studenteschi di italiano anche se non è nei primi 4 della classe. Sai quanti autobus occorrono per portare tutti quelli che vogliono partecipare se non ci mettiamo un limite? E poi non si può voler tutto dalla vita…