COMPORTAMENTO E “COMPARTIMENTO” DEL GINOCCHIO

In questa settimana così particolare perché il Covid in Italia è cresciuto ancora, c’è stato un nuovo DPCM (ma quello ormai non è che sia una novità assoluta…) e hanno provato a fare le elezioni del nuovo presidente degli USA io mi sto occupando molto del ginocchio.

Ma anche il ginocchio ha la sua importanza in effetti, quello che si solleva poco facendo dire all’allenatore, che non ha voglia di capire il problema, “Alza le ginocchia!” e quello del mio amico che ha un problema con il “compartimento” del ginocchio. Lui in realtà il problema ce l’ha con i referti di certe indagini diagnostiche che sembrano dei veri e propri romanzi gialli e allora mi telefona perché probabilmente il suo medico di base non ha il tempo e/o la voglia di risolvergli il romanzo giallo e un po’ come l’allenatore che dice “Alza le ginocchia” gli dice “Sta attento perché non hai un bel ginocchio, riguardati…”. E lui il ginocchio se lo guarda e se lo riguarda ma non succede un bel niente e allora mi telefona ben sapendo che anche se non sono un medico ho abbastanza pazienza per dargli i numeri per indagare sul suo romanzo giallo.

Così, mentre sta leggendo il papiro della sua artrosi che è un’artrosi comunissima come ce ne sono tante altre, ma questo i medici non te lo dicono altrimenti ti metti tranquillo e casca il palco, gli scappa che il “comportamento” ed io lo blocco subito perché di letture di referti ne ho sentite gran tante e dico “Guarda che non è il comportamento ma il compartimento perché sul comportamento del tuo ginocchio non ti può dire niente nessuna indagine medica e anzi sei tu che devi istruire il tuo medico attentamente sul “comportamento” del tuo ginocchio perché solo in quel modo può fare una diagnosi veramente attendibile al di là delle pappardelle che descrivono la tua artrosi…”.

Ecco il “compartimento” del ginocchio del mio amico è un po’ il succo dei motivi per i quali a volte mi trovo in disaccordo con i medici perché tendono un pochino a lavorare a “compartimenti” stagni.

Così sono in disaccordo quando propongono di chiudere le scuole calcio, quando chiudono tutte le palestre, anche quelle con cubature gigantesche e pure se ospitano poche persone e sono in disaccordo (ma qui non so nemmeno se siano stati loro e non vorrei lanciare false accuse) se si sognano di dire che a scopo precauzionale si potrebbero pure chiudere in casa gli anziani. Mi auguro che quella non sia un uscita di qualche medico perché allora i miei conflitti con la categoria aumentano ulteriormente. Da insegnante di educazione fisica dico che a livello di profilassi vietare ad un anziano di uscire di casa è un mezzo attentato. Che vada pure con due mascherine, con la tuta da astronauta, che aspetti che sia passato anche l’ultimo pedone prima di iniziare il suo percorso ma che esca di casa perché troppo in casa rischia di prendere una bastonata irrimediabile per la sua salute.

C’è bisogno di una grande attenzione nelle scelte di questi giorni per affrontare la pandemia, non si può essere pressapochisti, non si può lavorare a compartimenti stagni per semplificare le cose perché non si può semplificare nulla. Così, per esempio, con le scuole calcio io sarei molto severo e davvero proporrei di chiudere quelle che non riescono a rispettare un certo protocollo e certe direttive molto importanti e sarei severo anche nei confronti delle palestre che non vogliono organizzarsi per rispettare certe distanze. Se hai riempito la palestra di macchine e quelle ti tolgono spazio o togli le macchine o riduci il numero degli allievi, non ci sono alternative. Nel momento in cui vedo che non lavori nel rispetto del distanziamento ti chiudo la palestra. Ma te la chiudo solo se sgarri, non a titolo preventivo già prima che tu abbia pensato lontanamente di non rispettare le regole. Insomma non si può fare di ogni erba un fascio, l’attività fisica è importante per restare in salute, non si può vietarla anche laddove viene gestita in totale sicurezza. Ci pensa già la televisione a decimare l’utenza facendo un terrorismo che gli psicologi per conto mio dovrebbero contestare in massa.

Siamo passati in poco tempo dalla discoteca con lo sballo alla chiusura delle attività che servono per la salute. Forse non era il caso di lasciarsi andare alla sregolatezza delle discoteche così come adesso non ha molto senso martellarsi i cosiddetti sperando che possa servire a spaventare il Covid.

Il compartimento del ginocchio avrà pure i suoi problemi ma il comportamento del ginocchio in toto è più importante dei problemi del singolo compartimento (la famosa “plasticità” del ginocchio che è una struttura complessa con grandi capacità di adattamento anche a situazioni potenzialmente patologiche). Così il Covid è certamente un grande problema ma la salute in toto dell’intera cittadinanza deve essere l’obiettivo di tutti. Se si tengono aperte certe attività per non danneggiare troppo l’economia a maggior ragione devono essere concesse certe altre attività che sono determinanti per la salute. Resto sempre della mia idea bislacca che la salute è più importante dell’economia.