Commento e domanda su “La curva dell’allenamento”

“…di questa consideri solo tre punti, due dei quali, gli estremi che si prestano a considerazioni abbastanza scontate, è evidente che una sedentarietà assoluta può essere fonte di patologie varie come che l’attività esasperata dei professionisti è sempre sul filo del sovraccarico. Del resto è impensabile immaginare che un atleta che si allena già 9 o 10 volte alla settimana non prenda in considerazione l’ipotesi di allenarsi due volte al giorno tutti i giorni se questa scelta può metterlo in grado di…non lavorare, o meglio di rendere un lavoro quello che se si allenasse meno non potrebbe diventare un lavoro.
Quanto al punto centrale della curva te ne esci con opinioni molto contestabili tipo quella che dovrebbe essere abbastanza normale per un giovane allenarsi tutti i giorni. Ma in che paese vivi? Secondo te il giovane italiano medio si allena tutti i giorni? E’ molto più facile che si allenino tutti i giorni gli ultraquarantenni che fanno le gare amatoriali. Semmai c’è proprio da domandarsi perché ci si accorge dell’importanza dell’attività sportiva quando ormai è troppo tardi.
In ogni caso mi piacerebbe che spendessi due parole anche per quei casi intermedi che sono un po’ sopra o un po’ sotto l’attività media consigliabile. Praticamente mi piacerebbe sapere come valuti tu quelle situazioni che pur non essendo ideali non sono nemmeno estremizzate. Buon lavoro…”

Bene, la domanda è puntuale, circostanziata e mira al cuore del problema. E’ la critica che non è precisa… nel senso che io non ho mai scritto che il giovane italiano medio si allena sette giorni la settimana. Ho solo affermato che questa dovrebbe essere una scelta di buon senso motivata dalle esigenze fisiologiche di un organismo ancora in crescita, ma purtroppo so assolutamente che non è così ed ho anche scritto che è più facile che si allenino di più i quarantenni dei ventenni. Questa è una grossa contraddizione ma è la realtà attuale.
Andiamo alla domanda. Essenzialmente su quelli che fanno un po’ troppo poco e quelli che esagerano un pochino, non in modo clamoroso. L’atteggiamento dei primi io lo consiglio agli ex sedentari. L’ex sedentario ha una paura terribile della fatica e anche se fa un pochino meno di quello che potrebbe fare questo non è un grande dramma, sarebbe molto più drammatico se smettesse del tutto e questa eventualità è molto più probabile se esagera perché tende a stressarsi più dello sportivo abituale e se si scoraggia poi non riprende più. E’ ovvio che se uno si allena un po’ meno di quello che potrebbe non avrà in termini di rendimento sportivo quei miglioramenti che potrebbe avere se si allenasse un po’ di più, ma per la salute, soprattutto per un ex sedentario, comunque anche un carico totale abbastanza modesto è certamente un gran passo in avanti rispetto alla sedentarietà assoluta. Il discorso è diverso per chi è già abbastanza abituato a discreti carichi nell’attività sportiva. Questi, se fa troppo poco, rischia di andare in depressione e anche se da un punto di vista fisico una modesta attività di mantenimento potrebbe risultare sufficiente non lo è da un punto di vista psicologico. Lo sportivo vero ha bisogno di giocare un po’ con i carichi di allenamento e, pur senza farsi del male, ogni tanto deve andare vicino a dei carichi elevati per restare sveglio sulla sua condizione fisica. Il rischio di esagerare con carichi in quest’ottica non viene visto come un rischio bensì come un’opportunità: è quella condizione che ti fa capire fino a che punto puoi spingere senza mettere in crisi il sistema. Un’auto di elevate prestazioni, ogni tanto, ha bisogno di essere portata su di giri. Un’auto di prestazioni modeste non trae lo stesso beneficio dalla richiesta del massimo rendimento del motore. Insomma valutando anche a seconda delle inclinazioni psicologiche si può tranquillamente oscillare da un’attività abbastanza contenuta ad una moderatamente spinta. Dando i numeri io dico che parlando di giovani si può oscillare dai quattro agli otto-nove allenamenti alla settimana, Parlando di persone più stagionate penso che si possa andare dai tre ai sei-sette allenamenti alla settimana. Ovviamente queste cifre sono indicative sulla base di una professione non impegnativa fisicamente perché per chi ha un lavoro pesante fisicamente cambia tutto. E allora, tornando alle contraddizioni del nostro tempo, io dico che è assurdo se troviamo un atleta delle categorie amatoriali che ogni tanto insiste a fare il bigiornaliero come se fosse un atleta vero così come è assurdo trovare un diciottenne che si allena solo tre volte alla settimana come se fosse un quarantenne che deve buttare giù la pancetta. Il buon senso dovrebbe dettare le giuste scelte per tutti. Purtroppo spesso il buon senso non informa le scelte in tanti ambiti dell’esistenza, pure in quello dell’attività motoria.