Commento a “L’attività fisica come ausilio nella lotta contro il fumo”

“…Si vede che non sei un fumatore. Conosco fumatori accaniti che hanno iniziato a praticare attività fisica, la praticano anche con una certa assiduità ma non gli passa nemmeno per la testa di smettere di fumare. Posso credere che anche l’attività fisica crei una certa assuefazione ma la dipendenza che da una storia di fumo più che decennale nella maggior parte dei casi crea una dipendenza che va ben al di là di quella per l’attività fisica…”

 

Mi attendevo queste osservazioni. Io non ho scritto che l’attività fisica fa miracoli. Ho scritto che può aiutare in una eventuale battaglia contro il fumo che è tanto più difficile quanto più è lunga l’abitudine al fumo del soggetto che vuole smettere. Addirittura ho aggiunto che se c’è un duplice problema di sedentarietà e tabagismo è opportuno tentare di risolvere prima e con una certa tempestività il problema del fumo che quello della sedentarietà. In fin dei conti fumare può provocare il cancro, la sedentarietà fa certamente male ma, al momento, non è provato che aumenti le possibilità di contrarre il cancro. Ma questo non è l’unico motivo per cui consiglio di concentrarsi molto in un primo momento sulla lotta al fumo. So che ci sono atleti, o pseudo atleti, che continuano a fumare nonostante pratichino attività sportive. A dire il vero in genere sono atleti dediti agli sport con uno scarso impegno aerobico ma ce ne sono addirittura fra quelli che praticano gli sport di resistenza dove la componente aerobica è prevalente e la massima efficienza dei polmoni è un requisito fondamentale. Ovviamente non sono campioni ma questo vuol dire che tutto sommato se uno è un accanito fumatore può continuare a fumare anche se si è messo a praticare sport. Se ha la tentazione di fare buoni risultati farà più di un pensierino sull’opportunità di smettere di fumare ma se si accontenta di poco non rinuncerà al vizio della sigaretta.

Dunque io suggerisco di provare prima a smettere di fumare e poi di incrementare pian piano l’attività fisica perché si spera che quando l’attività fisica è arrivata “a regime” il vizio del fumo sia già stato sconfitto ed il soggetto si renda conto che riesce a fare attività fisica bene anche grazie al fatto che ha smesso di fumare. In caso contrario potrebbe convincersi (ed i veri fumatori sono maestri nel convincersi di cose sbagliate, prova ne sia la demonizzazione della sigaretta elettrica che ha l’unica colpa di essere un’ottima strategia per eliminare le sigarette vere) che tutto sommato può fare attività fisica anche senza smettere di fumare. E questa cosa purtroppo è anche parzialmente vera. Io stesso ho visto atleti di altissimo livello di alcune discipline dove la componente aerobica non è importante (per esempio il lancio del peso o il salto con l’asta) dove le pause fra un turno e l’altro sono piuttosto lunghe, fumarsi di nascosto una sigaretta. La cosa dovrebbe pure essere vietata ma l’hanno fatta lo stesso e senza nessun vezzo di eccentricità, questi sono semplicemente abituati a fumare e non ci rinunciano. Tale comportamento (per fortuna, a mio parere) non è altrettanto frequente negli sport di resistenza e quei pochi atleti delle discipline di resistenza che continuano a fumare in  genere sono piuttosto scarsi e non sono certamente esempi convincenti.

Quello che è opportuno precisare, per non prendersi in giro, è che se un campione di livello mondiale di lancio del peso riesce a fumarsi una sigaretta fra un turno e l’altro è solo perchè nell’azione di lancio l’utilizzazione dell’ossigeno conta ben poco e che se qualche amatore dedito agli sport di resistenza fuma nonostante la sua pratica sportiva con grande impegno aerobico non può far finta di non sapere che se smettesse di fumare avrebbe un incremento di risultati a parità di allenamento certamente molto significativo. E’ chiaro che se lui svolge questa pratica con spirito amatoriale del miglioramento dei risultati può pure non fregargliene nulla.

Le dipendenze sono molte, quella verso il fumo è fortissima ed è tanto più forte quanto più è antica ed intensa (chi fuma 5 sigarette al giorno fa certamente meno fatica a smettere di chi ne fuma 40) ma, per esempio, quella verso il cibo è in costante e preoccupante ascesa nel nostro mondo di spot sul cibo e sull’anti-cibo (prima ti pubblicizzo il cibo poi ti pubblicizzo i prodotti per “combatterlo”) e mi piace citare in chiusura l’atteggiamento di un mio amico che non fumava ma aveva una dipendenza verso l’eccesso di cibo che non aveva nulla da invidiare a quella di un accanito fumatore. Lui correva per non sforare il muro dei 100 chilogrammi di peso. Mangiava in modo indegno, ma continuava a correre per continuare a mangiare tanto. Andava un po’ soggetto ad infortuni da sovraccarico per colpa del sovrappeso ma purtroppo (purtroppo…) aveva pure imparato a curarseli e così continuava a correre abbastanza (non in modo esagerato ma con assiduità) ed a mangiare come un disperato. Poi, un giorno, avvenne il miracolo, ebbe la tentazione di correre un po’ più veloce, ebbe l’intuizione neanche troppo geniale che ci sarebbe riuscito limitandosi a tavola ed iniziò a mangiare in modo regolare. Progressivamente e lentamente arrivò a 85 chilogrammi e contemporaneamente i suoi risultati sportivi migliorarono in modo significativo. Era successo il miracolo: la passione per la corsa era riuscita ad intaccare quella per il cibo. Auguro a tutti i fumatori accaniti che possa succedere una cosa simile anche a loro: che una passione quasi maniacale per la corsa riesca addirittura a superare la passione pluridecennale per il fumo: a quel punto la smetteranno di nascondersi dietro ad un dito perché sanno tutti che, se riesci a smettere di fumare, fisicamente rendi di più. Anche se c’è gente che riesce a correre nonostante il fumo. Ma senza fumare si corre ancora meglio, provare per credere.