Commento a: “Il Tempo, il re dei limiti”

Nell’articolo in sintesi fai capire che non vale la pena spendere la vita, che dura abbastanza poco per accumulare danaro, però c’è da dire che senza danaro non di campa per niente bene. Evidentemente chi stampa danaro fa pubblicità al sistema del danaro, tu che stampi sport fai pubblicità allo sport ma con lo sport, a meno che non sia professionistico (che è lo sport che tu pubblicizzi meno, quando non lo critichi a volte anche in modo aspro..) non si campa. E’ una questione abbastanza banale e così i giovani, a cascata, sono più preoccupati di quanto gli accade a scuola, istituzione che li proietterà in tempi successivi nel mondo del danaro. che non di quanto gli accade nello sport, cosa che se non diventeranno professionisti dello sport dal punto di vista economico è del tutto irrilevante. Come scrivi molto spesso tu in effetti a volte lo sport è proprio un lusso, soprattutto quello praticato con continuità e dedizione…”

Purtroppo il fatto che un certo sport sia un lusso per me non è una novità ed è proprio di questo che mi lamento in una società che dovrebbe essere abbastanza evoluta.

Voglio, purtuttavia, fare un distinguo per far capire il senso del mio articolo, anche se c’è da ammettere come questo rischi di essere destinato ad una platea piuttosto esigua. Per quanto possa esistere ancora una specie di “media borghesia” c’è una fascia di popolazione che ha qualche possibilità di scegliere se appoggiare in tutto e per tutto il sistema del danaro o se tentare di renderlo meno importante di quanto lo sia comunemente.

Mi spiego, non è certamente il povero dipendente super sfruttato che può decidere quanto lavorare se ha una paga da fame e con quella non ce la fa ad arrivare nemmeno a fine mese, e non ha potere decisionale nemmeno chi pur avendo una paga un po’ più adeguata è costretto a lavorare dieci ore al giorno per tenersi stretto il suo lavoro, però esiste una certa elite di lavoratori che, almeno in parte, possono decidere se stritolare il loro tempo libero per aumentare le entrate o se utilizzare tutte le occasioni per aumentare il loro tempo libero a costo di diminuire le entrate. E’ chiaro che non tutti possono permettersi di fare queste scelte e che il tempo libero costa molto caro. Io dico che il tempo libero vale anche molto. Poi dico che ha senso impiegare molto tempo libero nello sport autentico (più che in quello visto sul divano davanti alla televisione…) e allora sostengo alla fine che ha senso anche investire economicamente sullo sport. Lo sport costa per praticarlo (certi sport per fortuna possono costare anche poco) in modo diretto ma costa ancora di più in modo indiretto perché inevitabilmente ci distrae dal sistema produttivo togliendoci possibilità di lavoro extra. Diciamo chiaramente che lo sport fa decisamente a cazzotti con il secondo lavoro che è un accidenti talvolta necessario e talvolta subito per scelta magari per rincorrere il sogno della casa al mare. Bisogna vedere se quella casa al mare, frutto di una vita di sacrifici, abbia un senso da un punto di vista della salute o non sia invece un motivo di danneggiamento della salute perché lavorare troppo, non me lo invento certamente io, fa decisamente male alla salute.

Siamo in un sistema dove il danaro è molto più pubblicizzato dello sport e dove lo sport pubblicizzato di più è quello professionistico, quello che si guarda alla tv dopo una giornata di intenso lavoro.

Io dico che lo sport più bello è quello che si pratica veramente dopo una giornata di lavoro non troppo intensa perché se ci fosse equità sociale nel terzo millennio dovremmo campare tutti dignitosamente senza nessuna professione massacrante.

Sono discorsi teorici, in realtà, nonostante l’avvento del computer, lavoriamo sempre di più e l’ammonimento a non spendere la vita sugli straordinari non può valere per molte persone perché tante non hanno possibilità di scelta.

In modo semplicistico ed atterrante mi viene da chiudere dicendo che il senso della mia predica è che non ci si porta nella tomba la ricchezza di una vita dedicata al super lavoro, mentre, a mio parere, ci si porta nella tomba quanto vissuto intensamente grazie ad altre cose quali anche lo sport, ovviamente è una questione di gusti oltre che di possibilità e pure di mode. Diciamo pure che, nonostante che si sia capito come sia uno strumento di oppressione più che di libertà. il danaro è sempre di moda. Come tutte le mode io vi invito a diffidare sulla convenienza a tuffarcisi dentro. Nel sistema del danaro ci siamo già abbastanza immersi dentro anche senza tuffarsi, forse l’entusiasmo del tuffo è meglio riservarlo per qualcos’altro.