“COME” POTREBBE ESSERE UN FUTURO MIGLIORE PER L’ATTIVITA’ MOTORIA

Proseguiamo nella clausura e proseguiamo nei sogni.

Intanto una considerazione di carattere generale. Ci stiamo dicendo che noi italiani in questo periodo siamo bravi e probabilmente è proprio vero. Partiti in una situazione disastrosa rispetto agli altri paesi europei ci troviamo ancora messi molto male ma almeno con la speranza di aver cominciato quella via del ritorno che per altri paesi appare ancora distante. Il “contenimento”, o la “clausura” come dir si voglia, pare che stia funzionando ed è proprio per quello che ce lo stanno propinando ad oltranza: siccome funziona ha senso procrastinarlo fin tanto che non si riesce a dare una gran bella botta al virus, poi si vedrà.

Una volta tanto i tedeschi siamo noi, quelli rigorosi siamo noi, determinati, decisi e forti nel dare la mazzata a ‘sto virus bastardo e facendo vedere agli altri come si fa. Insomma, siamo un popolo virtuoso, guardate come si fa voi mezze calzette che non siete nemmeno capaci di restare a casa…

Ed è proprio il caso di sostenerci in questo momento drammatico anche perché poi i presunti aiuti dall’Europa faticheranno ad arrivare se gli altri stati europei si ritroveranno alla fine in una condizione peggiore della nostra.

Però diciamocelo fra noi, che non si sappia in giro: è vero che fino ad ora siamo stati bravi a stare a casa, ce lo siamo imposti con ferrea determinazione e ce l’abbiamo fatta ma bisogna considerare un piccolo dettaglio che è meglio non raccontare in giro. Noi siamo partiti con un esercito di 20 milioni di sedentari pronti a calarsi nel ruolo di casalinghi con un addestramento invidiabile. Quei 20 milioni hanno insegnato agli altri come si fa e gli altri, senza protestare, si sono adeguati ed hanno imparato. E così via, battutine da trasmettere sugli smartphone a valanga, umorismo a tutti i livelli,  fai il pane e fai la pizza, chi più ne ha più ne metta e insomma con tanto orgoglio nazionale facciamo vedere che nei momenti di difficoltà siamo capaci di tirare fuori gli attributi.

Anche lì mi verrebbe da fare la battutina: “Siamo costretti a tirarli fuori tutti i giorni gli attributi per combattere contro la burocrazia dilagante e per sopravvivere in uno stato che non ti rende certamente la vita facile, anche senza corona virus, cosa vuoi che sia anche se si aggiunge il corona virus è solo uno stress in più…”.

Fatta questa premessa ed entrando nello specifico dietro l’osservazione dell’esercito di 20 milioni di sedentari, molto utili in questo frangente, c’è un altro discorso da affrontare che è molto delicato.

Chi faceva molta attività fisica prima, fra mille difficoltà, ha provato a continuare a muoversi in qualche modo. C’era gente che cercava affannosamente sul computer che esercizi fare perché non sono mai stati abituati a muoversi a casa loro da soli ma insomma, in qualche modo, hanno provato a contrastare la sedentarietà. Chi era sedentario prima lo è rimasto, in quasi tutti i casi, ed anzi si è fatto beffe di chi, in preda alla claustrofobia, ha provato a cercare mille scuse per uscire dalla porta pur di muoversi all’aperto in qualche modo.

A questo esercito di potenziali ottimi combattenti contro il corona virus bisogna anche raccontare un’altra storia oltre che ringraziarli perché non sclerando ci hanno aiutato a rendere più sopportabile la clausura. Bisogna dire loro che la profilassi sanitaria è importante e se è una bella cosa essere capaci di stare a casa quando il corona virus ti costringe a lottare in quel modo è anche un’ottima cosa farsi trovare in buone condizioni di salute se proprio proprio il corona virus ti colpisce.

Perché, purtroppo, un altro dei dettagli emersi da questa disgrazia, è che noi abbiamo avuto un grande numero di vittime nonostante un buon sistema sanitario perché abbiamo una popolazione molto anziana e… con molte patologie. Avere una popolazione molto anziana è un vanto per un buon sistema sanitario e averne cura bloccando anche l’economia è un vanto ulteriore per tutto il paese non solo per il sistema sanitario e/o la politica ma l’ideale sarebbe che questa popolazione anziana fosse pure in discrete condizioni di salute.

Ovviamente, come si dice dalle mie parti “‘no se pol averghe ovo, galina e cul caldo” (non si può avere uovo, gallina e culo caldo) ed è ovvio che se hai una popolazione che campa molto avrai anche un gran numero di persone con svariate patologie croniche però oltre che “allungare” la vita bisogna anche preoccuparsi di allargarla e questo si può fare con una nuova cultura dell’attività fisica di prevenzione.

Insomma a costo di rischiare di avere una popolazione che fa una gran fatica a restare a casa, la prossima volta che ci attacca una bestia tipo il corona virus è meglio farsi trovare in condizioni di salute ancora migliori. Magari ci sarà qualche soggetto in più che scappa in strada con la motosega (come è già accaduto…) e per quello ci sono i carabinieri a svolgere egregiamente il loro lavoro, ma se quel gran numero di persone che viene beccato dal virus reagisce con condizioni di salute migliori io sono convinto che il virus fa più fatica a piegarci.

E allora bisogna leggere anche in modo critico quel numero ancora enorme di sedentari che non si è posto nessun quesito su che cavolo di attività fisica mettersi a fare in casa per il semplice motivo che per loro non era un problema, non era una necessità. Il rovescio della medaglia è che questi un problema reale ce l’hanno cronico perché l’attività fisica non sanno nemmeno cosa sia e semmai erano preoccupati che si scarica la batteria dell’automobile e poi quando è ora di farla ripartire non parte più, ma loro dopo una lunga quarantena sono quasi perfettamente funzionanti come prima per il semplice motivo che funzionanti proprio bene non lo sono mai.

Questo stramaledetto virus ci ha insegnato che ci sono una infinità di piccole palestre con personale qualificato che devono essere aiutate. Poi ci ha anche insegnato che vi sono le cattedrali del fitness che forse sarebbe opportuno riconvertire in strutture per lo sport al coperto e probabilmente è da lì che sono venuti fuori gli “sportivi” che a casa non sapevano assolutamente cosa fare, gli “sportivi” che senza le macchine da palestra erano come pesci fuor d’acqua. Bisogna incentivare il lavoro degli esperti del movimento ma non si può continuare a stendere tappeti d’oro ai mercanti dell’attività motoria che hanno sparso sul territorio piazze d’armi con un’infinità di macchine ma pochi istruttori. Una vera cultura dell’attività motoria non ha bisogno di macchine da palestra ma di istruttori esperti.

Forse è anche il momento di rilanciare, oltre che la vecchia ginnastica a corpo libero, anche l’idea di un insegnante che ti sappia seguire a distanza e che ti sappia dare consigli anche per ciò che non fai in palestra, questo non per prepararsi ad un ulteriore attacco da parte del corona virus ma per diffondere una vera cultura dell’attività motoria che non si limita a ciò che fai in palestra ma considera il bilancio di tutta l’attività fisica della tua esistenza.

Abbiamo bisogno di diffondere un concetto di attività motoria per la salute e per tutti, senza trascurare nessuno. In tal senso le strutture per l’attività fisica devono essere potenziate, devono essere accessibili (altro aspetto messo in luce dal corona virus: non è possibile che uno per fare attività fisica deva andare in macchina in un altro comune perché vicino a casa non trova uno straccio di impianto sportivo, non trova una palestra nel suo quartiere, usare l’auto per andare a fare attività fisica è una contraddizione in termini) e devono anche essere protette dagli assalti della moda. Lo stato deve essere presente nella gestione dell’attività motoria perché questa è una cosa importante collegata con la salute della gente, non è un capriccio, non è un qualcosa che può essere condizionato in qualsiasi modo dal mercato e pertanto come lo stato è presente nel salvarti la vita quando arriva il corona virus deve esserlo anche nel tenerti in salute quando questo molla l’osso.

Di questo corona virus io faccio spesso una battuta cretina che però c’entra un pochino con la situazione. Abbiamo avuto così tanto rispetto per l’economia che non ci siamo permessi di ostacolare minimamente l’invasione delle auto che stavano devastando le nostre esistenze guastando la qualità della vita nelle città in modo drammatico. Adesso oltre a fermare le auto abbiamo fermato noi stessi. Speriamo di poter ripartire in qualche modo e poi, quando saremo ripartiti, sarà il caso di pensare se è più importante che muoviamo noi oppure le nostre auto per non turbare l’economia.