CHI CI STA A CONSUMARE DI MENO?

Il rischio che tutto torni come prima c’è. Molti sperano proprio che tutto torni come prima. Chi stava bene non ha nessun motivo di sperare in un mutamento dello stile di vita.

E’ chiaro che questo tipo di economia ha preso una bastonata storica e c’è gente che già prima non se la passava molto bene che rischia di essere ancora più impoverita. Al contrario ci sono pochi buoni “investitori” che vedono concretizzarsi l’ennesimo periodo buono per i loro affari. Sono pochi ma buoni, sono quelli che potrebbero avere interesse a tenere in piedi questo sistema moribondo. Loro ne hanno un deciso interesse economico. Politicamente la sostengono affermando che non esiste alcun sistema alternativo e qualsiasi cambiamento sostanziale può solo che andare a diminuire la ricchezza globale creando problemi per tutti. Insomma, anche se non avete soldi spendete il più possibile perché questo è l’unica possibilità che avete per tenere in piedi il vecchio sistema economico, basato sull’esasperazione dei consumi.

Atterrando sul mio tormentone, le piste ciclabili, vi spiego perché sono un po’ pessimista.

Le piste ciclabili darebbero una botta decisiva al problema della sedentarietà. Riuscirebbero a combattere nel modo più efficace che si possa immaginare il problema della sedentarietà. Poi sarebbero ecologicamente molto utili e contribuirebbero anche a pulire l’aria delle nostre città troppo spesso ammorbata in un modo insopportabile da gas di scarico di autovetture alimentate ancora con carburanti arcaici.

Non si fanno e stiamo assistendo all’ennesima presa in giro dopo che avevano annunciato una nuova mobilità urbana obbligata dalle esigenze della lotta all’epidemia per il semplice motivo che non sono economicamente convenienti in questo tipo di sistema economico.

Le piste ciclabili portano inevitabilmente ad una contrazione dei consumi: meno spese di auto, di carburante e tutto l’indotto che gira intorno all’auto che è una cifra semplicemente colossale. Mediamente un cittadino italiano spende più soldi di auto che per il cibo, se non fosse che le spese di carburante sono solo una delle innumerevoli spese per l’auto, verrebbe da dire che fa mangiare meglio la sua auto che se stesso.

Allora la grande scelta che sta a monte dell’idea di servirsi davvero della bicicletta per gli spostamenti delle persone in salute non è una scelta logistica legata a chissà quali problematiche ma una scelta di metodo legata alla necessità di spingere a tutti i costi la società dei consumi di tenere più elevati possibile i consumi per vedere se si riesce a far funzionare ancora questo tipo di economia.

Gli aspetti logistici sono una bufala e che l’utilizzazione su vasta scala della bici penalizzerebbe anziani e disabili è una bufala ancor più grande.

Al contrario anziani a disabili si troverebbero meglio di adesso a poter usare l’auto in una giungla che non è più una giungla ma semplicemente una rete di strade dove anche se è facile spostarsi diventa imperativo categorico e imprescindibile andare piano e rispettare i limiti di velocità. Diciamo che si troverebbero peggio solo quelli in preda alla fretta cronica, ma la fretta cronica non è una bella abitudine per nessuno  e lo è tanto meno per gli anziani e per i disabili che, se vogliono avere l’ambizione di campare il più possibile, devono liberarsi di quella cattiva abitudine.

Per cui una volta accettata l’idea che si può tranquillamente andare incontro alla recessione, che si può provocare una diminuzione dei consumi anche con una nuova mobilità urbana ci sarebbero tutti gli strumenti per venire incontro alle esigenze di trasporto di tutte le categorie di cittadini.

Il problema è a monte, nessuno ci sta a provocare un’ulteriore diminuzione dei consumi e piuttosto di provocare questa teniamoci la nostra sedentarietà e le nostre città inquinate.

Da un punto di vista dell’economia se non esistono sistemi economici alternativi è pure possibile che questa sia l’unica scelta possibile. Dal punto di vista della salute la questione è molto complessa, questa volta è stato un virus a bloccarci che non sappiano nemmeno da che parte salta fuori, la prossima volta potrebbe essere qualche altra cosa a bloccarci in altro modo. Sarebbe triste osservare che una decisa lotta all’inquinamento e alla sedentarietà diffusa era opportuna anche per motivi che adesso non ci risultano evidenti.

Insomma si può provare a raschiare il fondo del barile e per alcuni da un punto di vista economico va proprio bene così. Il problema è che per altri anche da un punto di vista finanziario questo sistema economico ha già fallito e dal punto di vista della prevenzione sanitaria urgono interventi decisi che con questo sistema fanno chiaramente a cazzotti. Uno, che è il mio tarlo, è la mobilità urbana, un altro, non meno importante ma che io cito poco perché ha meno a che fare con il movimento è la necessita di contenere la produzione di rifiuti, e anche lì si possono studiare tutte le strategie innovative possibili ma se non si comincia a consumare di meno è una battaglia persa. C’è qualcuno che ci sta a consumare di meno? O ci arriveremo semplicemente perché sempre più gente decisamente “al verde” non ha proprio più il becco di un quattrino da spendere per cose inutili?