CHI CAMMINA E’ GIA’ A BUON PUNTO

Continuando nella saga degli articoli di stampo giornalistico mi permetto pure di titolare che “Chi cammina è già a buon punto” ed anche questa che apparentemente può essere una grandiosa fesseria, se contestualizzata, non è nemmeno una panzana fuori dal comune.

Insisto nel dire che sempre fermarsi al titolo di un articolo e trarne indicazioni non è una cosa sensata ma, se proprio bisogna inventarsi dei titoli sintetici, con riferimento a questo periodo si può pure scrivere che chi cammina è già a buon punto.

In effetti camminare è uno degli elementi base per tenere una discreta salute. Se una persona cammina abbastanza si spera che abbia una discreta regolazione dei centri dell’appetito, se cammina abbastanza si spera anche che abbia una condizione fisica generale accettabile altrimenti non sarebbe in grado di camminare abbastanza. Più volte ho riferito che la ginnastica può essere intesa anche come strumento funzionale a mettersi in grado di camminare senza problemi intendendo il cammino come un’attività imprescindibile per poter avere un accettabile bilancio dell’attività fisica.

La puntualizzazione sul “mangiare poco” contestata nel titolo dell’articolo precedente era riferita ovviamente alle tendenze degli italiani in questo periodo di vacanze natalizie. Inutile negare una buon propensione di gran parte degli italiani a strafogarsi di cibo nel periodo natalizio. E’ una tradizione insulsa che non si riesce a combattere, pare che non sia nemmeno Natale se non ci si strafoga di cibo e molti italiani ci cascano tutti gli anni trovandosi pure ad inizio anno con problemi di sovrappeso dovuti non al fisiologico lieve aumento di peso del periodo invernale ma al non fisiologico aumento di peso legato ad un’alimentazione decisamente sballata per un numero di giorni consecutivi che non è per nulla trascurabile.

E’ anche per quello che mi permetto di titolare “Chi cammina è già a buon punto” perché chi cammina ha delle ottime possibilità di condurre la battaglia contro l’eccesso di alimentazione con più possibilità di successo. In un ipotetico confronto fra chi fa solo ginnastica e chi cammina e basta, quest’ultimo da un punto di vista organico e della salute generale ha un vantaggio netto in quanto la sola ginnastica non è in grado di dare una stimolazione organica sufficiente. La ginnastica completa e può anche facilitare un’attività a livello aerobico quale può essere il cammino, l’andare in bicicletta, la corsa, il nuoto o anche lo sci di fondo. Lo sci di fondo  salvo che per quei pochi eletti che abitano in montagna in queste periodo natalizio è vietato, la pratica del nuoto idem perché gli impianti sono chiusi e non penso che ci sia gente che si fa belle nuotatine all’aperto in questo periodo, restano il cammino, la corsa e la bici.

Chiaro che se ad una di queste attività viene abbinata della sana ginnastica a corpo libero è un ‘ottima cosa ma non possiamo illuderci che la sola ginnastica sia sufficiente a soddisfare il nostro fabbisogno di movimento.

In tal senso mi tocca tornare sull’idea sulla quale si continua a martellare che in questo periodo più si sta a casa e più fa bene alla salute. Qui si confonde la necessità di tentare di salvarsi dal virus e pertanto di avere tutte le precauzioni possibili per evitare di venirci in contatto, con una fantomatica idea secondo la quale sarebbe sufficiente uscire dalla porta per avere un aumento esponenziale delle possibilità di contagiarsi. Tale equivoco può portare molta gente, che ha giustamente tanta paura del virus, a barricarsi in casa rinunciando ad una fondamentale quota di movimento per mantenere un buon livello di salute generale. Se fate caso nei vari DPCM, che a differenza di quello che pensano in tanti non sono fatti con i piedi, è sempre lasciata la possibilità di muoversi all’esterno a titolo individuale. Tale concessione non è casuale e  risponde alla necessità di non abbandonarsi ad una sedentarietà potenzialmente pericolosa e a chi osserva che ci si può organizzare  a casa con il tapis roulant, con la cyclette, o anche con i rulli è giusto precisare che, a costo di uscire in orari molto strani per incrociare meno gente possibile, l’attività all’aperto è praticamente insostituibile anche se si riesce a simulare in qualche modo il gesto che si fa all’aperto.

Ho fatto un esempio curioso nel mio articolo infelice dicendo che ci si può pure infettare anche toccando inavvertitamente un trattore di un soggetto che l’ha infettato poco prima che lo toccassimo noi. L’esempio del trattore non è casuale perché il trattore sembrerebbe la cosa più distante che ci possa essere dal Covid visto che in genere il trattore non lo troviamo in un contesto urbano affollato. Però è anche giusto dire che con la stessa sfortuna ci si può infettare anche restando barricati in casa, perché può bastare un corriere sfortunato o un semplice prodotto di supermercato ancora più malaugurato. Se è vero che il virus sulle superfici plastiche può durare anche abbastanza tempo è possibile ipotizzare che anche una qualsiasi confezione in plastica proveniente dall’esterno possa essere infetta.

Insomma giustissimo avere precauzioni ma altrettanto opportuno valutare quali di queste precauzioni sono veramente necessarie e quali sono sicuramente dannose a fronte di un contenimento del rischio che purtroppo è semplicemente ipotetico ma non da reali garanzie. E’ un Natale decisamente difficile che ci costringe a stare molto attenti sia a ciò che facciamo che a ciò che non facciamo, perché, anche se non sembra, molte volte la nostra salute è minata anche da ciò che “non” facciamo.