C’E’ DA “COSTRUIRE” L’ITALIA, NON DA “RICOSTRUIRLA”

Se n’è andato Ezio Bosso, musicista amato da tutti. Non ci capisco nulla di musica, è uno dei tanti ambiti nei quali sono praticamente a zero, ma mi è sempre piaciuta la sua musica ed il suo modo di rapportarsi con il pubblico, sempre sorridente, grande comunicatore e condivisore di emozioni che la musica può dare anche a chi non ne capisce nulla come il sottoscritto.

Fra le ultime cose che aveva scritto mi ha colpito una frase con riferimento a questo periodo disgraziato, ha scritto: “C’è da costruire, non da ricostruire” e su questa osservazione sono pienamente d’accordo. L’Italia va costruita, non ricostruita. Porto solo un esempio perché con le mie paranoie croniche non vorrei offuscare il ricordo di Ezio Bosso ed è su quello che voglio porre l’accento su queste stringate righe.

Pare che stia passando l’idea che la ciclabilità è importante, che va privilegiata rispetto all’uso dell’automobile e allora sta passando un progetto di nuova segnaletica stradale, che spero che non sia uno scherzo, che decreta che la prima fila allo stop è uno spazio riservato alle bici che devono precedere le auto (e va segnalato con segnaletica orizzontale ad ogni stop) e che ogni strada dove non esiste la pista ciclabile deve essere marcata da una riga tratteggiata che segnala quella necessità. Se non esiste la pista ciclabile va tracciata quella linea ed è un messaggio ben chiaro per gli automobilisti. In modo provvisorio, fin che non esiste la pista ciclabile, lo spazio per le bici è questo. Non vuol dire che le bici non possono andare come succede, di fatto, adesso. Vuol dire che le bici possono andare anche se non esiste una vera pista ciclabile e che gli automobilisti devono prendere atto di questa situazione e regolare la loro velocità di conseguenza.

Nella mia via, proprio in questi giorni, hanno rifatto la segnaletica orizzontale. Di questa linea per le bici non c’è traccia e della linea ad ogni stop men che meno. Ho chiesto delucidazioni in merito agli operai che stavano ancora finendo il lavoro nel tratto finale di questa lunga via e mi hanno risposto: “Noi non sappiamo niente, ci hanno detto di rifare le vecchie linee”.

Ecco, questo è il concetto di Ezio Bosso che mi piace ricordare. L’Italia va costruita, non va ricostruita, perché non c’è nulla da ricostruire. Le vecchie linee non andavano rinnovate perché non servivano a nulla. Mi spiace per il colore sprecato per risistemare una situazione che non funzionava. Occorrerà spendere soldi per nuovo colore, perché non ha senso ripristinare ciò che non funziona, anche se il virus ci ha fatto venire nostalgie strane e pur di tornare ad una presunta normalità siamo pronti a lavorare a testa bassa per ripristinare tutto come era prima. E’ opportuno andare molto piano, non affannarsi e capire cosa c’era che non funzionava, altrimenti andremo anche peggio di prima.