BUFFONI

Ho già espresso chiaramente la mia posizione sul caso Schwazer. Non sono per nulla convinto che questa seconda positività sia autentica. Sono fermamente convinto del fatto che Schwazer sia stato probabilmente l’unico atleta italiano a tentare di far luce sui fatti e misfatti dell’antidoping. Purtroppo il polverone che ha sollevato si è ritorto unicamente su di lui è non è riuscito minimamente a far capire l’inefficienza e l’ipocrisia di un sistema di controllo del doping che fa acqua da tutte le parti ed è decisamente anacronistico. Questo sistema serve solo per deviare l’informazione e per far credere che lo sport attuale sia più pulito di quello di un tempo. Purtroppo il doping si è semplicemente evoluto (anche per colpa dell’antidoping)  ma si è anche esteso a macchia d’olio (essenzialmente per colpa dell’antidoping che vietando la trasmissione delle informazioni non fa nulla per disincentivare l’abuso di farmaci negli atleti di alto livello).

Ho poche parole per commentare questa sentenza che rischia di stroncare la carriera di un atleta che aveva ancora molta voglia di marciare. Molto istintivamente mi viene da dire che sono dei buffoni che si arrampicano sugli specchi e non si arrendono assolutamente ad ammettere che hanno costruito un palco insostenibile.  Razionalmente penso che non sono dei veri buffoni perché non fanno nemmeno ridere. Sono semplicemente dei finti buffoni così come autenticamente finto è il loro operato che non serve assolutamente a coprire il lato oscuro dello sport moderno. Non sostengo nemmeno la teoria del complotto come hanno sostenuto molti giornali. Questi sono semplicemente degli incapaci, e tentano di difendere in tutti i modi il loro operato, solo così si spiega la condanna ad otto anni di squalifica per un soggetto che è risultato positivo per undici molecole di testosterone sintetico in un unico controllo su 20. Vogliono farci credere che il doping del terzo millennio sono quelle 11 molecole di testosterone sintetico e siccome sono stati bravi a scoprirle (complimenti…) è giusto che si possano scatenare con una condanna esemplare contro il demone che, fra l’altro, ha avuto pure il torto di far capire che sui controlli c’è qualche problemino non del tutto trascurabile.

Viene voglia di spegnere la televisione ed è probabilmente la cosa più giusta da fare per rifondare uno sport che, inquinato dal doping, è stato distrutto nella sua credibilità dall’antidoping.

Viene voglia di spegnere la televisione anche quando si nota certo pubblico rimbecillito che assorbe come una spugna la cultura della televisione e va a fischiare una atleta solo perché appartiene ad una nazione che non è riuscita a gestire con discrezione il doping di stato. Il doping di stato esiste dall’inizio degli anni ’60 e non è stato certamente portato avanti da un unico stato. La cretineria di stato spero che non sia ancora stata inventata ma grazie alle televisioni potremmo essere sulla strada giusta per inventarla. Speriamo che non si diffonda con la stessa rapidità del doping di stato altrimenti fra cinquant’anni potrebbe esserci la prima nazione esclusa ai Giochi Olimpici per cretineria di stato. Se non reagiamo a questa bufala sul nostro marciatore potremmo anche essere noi, perché stare zitti forse è elegante ma pure un po’ da cretini.