ATTIVITA’ FISICA E SINDROME DA “TPF”

Ma la sindrome da “TPF” esiste davvero? Eccome esiste, peccato che nessuno si sia mai sognato di codificarla e studiarla altrimenti casca il palco.

La sindrome da “TPF” è l’immensa cloaca nella quale siamo immersi per mandare avanti un sistema economico che ormai dovrebbe essere collassato da più di 30 anni e che invece viene tenuto in piedi agonizzante perché l’unico sistema economico che può garantire un ulteriore arricchimento a chi detiene il potere politico economico del pianeta.

L’attività fisica è l’unica cosa che ci può far sopravvivere alla sindrome da TPF perché ci aiuta a ragionare e a comprendere che la nostra salute é la cosa più importante e che prevarica di gran lunga le ragioni di questo sistema economico.

Vediamo cosa significa TPF. Significa tutto e nulla perché con tre lettere riassume i capisaldi del nostro stress che è individualizzato per fasce d’età. Con riferimento alle persone di una certa età “TPF” è semplicemente “Televisione, Petrolio e Farmaci” ma la cosa funziona tragicamente anche per i giovani anche se le lettere usate dovrebbero essere altre perché lì c’è telefonino, ancora petrolio ma al posto dei farmaci ci sono le pasticche oppure l’alcol che viene usato dai giovani con lo stesso spirto con il quale gli adulti usano le medicine, come ultima spiaggia per risolvere i problemi.

Ma vediamo nel dettaglio le tre voci. La prima che riguarda Televisione e Telefonini riguarda il sistema dell’informazione rigidamente monopolizzato e che potrebbe essere scardinato esclusivamente da una scuola che avesse un qualche interesse a fare davvero cultura e ad andare nel cuore del problema cultura invece di girarci attorno. Questa scuola non esiste e se speriamo che siano Televisione e Telefonini a chiederla per annientare questo sistema di informazioni ci si sbaglia di grosso. Televisione e telefonini sono due giganti dai piedi d’argilla che quando crolleranno provocheranno la devastazione di tutto ciò che sta intorno e basta che crolli uno solo dei due per provocare anche l’automatico crollo dell’altro.

E’ con questo sistema di informazioni che si tiene in piedi un sistema economico obsoleto fondato esclusivamente sull’eccesso dei consumi e sull’iperproduzione. In questo sistema economico le disuguaglianze sociali ed il malessere di grandi fasce di popolazione imperano ma non gliene frega niente a nessuno perché è importante che tenga la ricchezza globale che è quella che gonfia i portafogli di chi sta già bene.

Il petrolio è il re dei consumi. E’ un sistema di consumi che si basa essenzialmente su un grande consumo di petrolio, bene di consumo che dovrebbe essere sparito dalla faccia della terra già da mezzo secolo. Per petrolio non si intende solo il petrolio ma tutto ciò che ci va dietro e pertanto una mobilità folle basata su mezzi del secolo scorso camuffati da mezzi del futuro che consumano quantità incredibili di combustibili fossili e quando anche si pensa all’alternativa dell’elettricità non si pensa mai che questo sistema di trasporti deve essere radicalmente rivisto a prescindere che si voglia inquinare con i combustibili fossili oppure con l’elettricità.

Ma i consumi ovviamente non sono solo quelli legati alla mobilità ma tutta una serie di consumi che vengono spinti dal sistema di televisione e telefonini che marciano molto bene su abitudini decisamente sedentarie di buona parte della popolazione. Se solo la popolazione si sognasse di combattere veramente la sedentarietà questo sistema dei consumi andrebbe decisamente in crisi perché assolutamente incompatibile con le esigenze di movimento di un cittadino normale.

Cittadino normale che non esiste, o meglio esiste solo nel libro delle favole e allora via con valanghe di farmaci (nella sola Italia si spendono qualcosa come 22 miliardi all’anno per farmaci, l’80% dei quali assolutamente inutili se non dannosi). Ma il capitolo farmaci è una parte di un capitolo ben più importante perché comprende tutta una serie di finti rimedi adottati per sopportare una società che non funziona più e allora per i giovani sono le pasticche per lo sballo oppure l’alcol preso con il solo obiettivo di non esserci più con la testa, senza nemmeno sapere cosa stai bevendo.

Pensare di combattere questo cocktail micidiale con la sola attività fisica può apparire come una replica di Don Chisciotte ed i mulini a vento, eppure l’attività fisica ha questo potere di dare degli attimi di lucidità insperata anche a chi è immerso in questa cloaca massima.

Non cercate delucidazioni sulla TPF su nessun manuale, non ce ne sono. Nessuno può aver interesse a codificare ed a spiegare la TPF. E’ meglio chiamarla semplicemente “stress” e darle un connotato soggettivo. Se un soggetto patisce lo stress che vada dallo strizzacervelli ad analizzare i suoi problemi personali, la società nel suo complesso non è malata e fila via benissimo così. Al contrario se qualcuno pensa che questa società abbia dei problemini quello è un pazzo disadattato e deve subito essere internato.

Un certo Edoardo Bennato oltre quarant’anni fa narrava queste cose nelle sue canzoni. Poi un triste giorno intitolò un suo brano “Sono solo canzonette”. Fu la nota stonata della sua grande carriera artistica. Ma del resto era già cominciato il riflusso. Quel riflusso nel quale siamo ancora immersi ma a scuola non si studia perché altrimenti i giovani pensano che potremmo aver sbagliato qualcosa.