ATTIVITA’ FISICA E CONSUMI INUTILI

Non ci credo alla teoria del complotto, perché questo accidenti sta massacrando la società dei consumi e fra chi comanda l’economia penso che non ci sia proprio nessuno che abbia interessi sul massacro della società dei consumi.

Alla fine anche la televisione, regina indiscussa di questo periodo,  ne risulterà massacrata perché la gente ne avrà una nausea insostenibile del sistema della televisione.

Non ci credo al complotto perché la pubblicità, che regge questo sistema, ne uscirà molto male. Anche se gli spot sui farmaci, sulle automobili e sul cibo spazzatura non sono ancora vietati, perché le televisioni predicano bene ma razzolano male, ne uscirà anch’essa con le ossa rotte.

In tempi di Covid continuare a fare la pubblicità dei farmaci è semplicemente tragicomico. Abbiamo visto che fino ad ora non ci sono farmaci che possano direttamente e concretamente aiutarci contro il Covid e se esistessero non ci sarebbe bisogno di farne la pubblicità perché ci sarebbe un assalto al prodotto, anche da parte di chi il Covid non ce l’ha, solo a scopo preventivo. Al contrario ogni farmaco che non curi patologie certe per le quali uno è già in cura in modo sistematico e ben ponderato è potenzialmente pericoloso e pertanto la pubblicità di tutte quelle stronzate che servono per contenere i sintomi dei malanni stagionali dovrebbe essere vietata perché mai come ora dobbiamo stare attenti ad ogni sintomo di malessere, anche se è un incubo, perché dobbiamo pure essere tempestivi nel capire se per caso abbiamo addosso il Covid, ne va della nostra salute e di quella di chi ci circonda, pertanto, invece di mettersi a trangugiare cose che solo i medici dovrebbero ordinarci se ce n’è l’effettivo bisogno, dovremmo proprio capire ed interpretare qualsiasi malessere strano, altro che pubblicità dei farmaci da banco.

E assurdo anche fare pubblicità delle automobili delle quali ne abbiamo fin sopra i capelli. Automobili per andare dove? Non si può andare da nessuna parte e nei posti dove si può andare la bicicletta basta e avanza sempre che non vi siano ancora troppe automobili a rendere pericoloso l’utilizzo della bicicletta. Pertanto l’unica pubblicità utile è quella delle biciclette che non mi pare di vedere molto sulle televisioni dei circuiti nazionali ma nemmeno su quelle dei circuiti locali.

Per non parlare delle pubblicità del cibo spazzatura. Mai come adesso alimentarsi in modo scriteriato è pericoloso perché già ci muoviamo meno per colpa del Covid, figuriamoci se stiamo lì pure a mangiare troppo cosa succede.

E’ tutto il sistema della pubblicità che è in crisi e c’è da augurarsi che dopo questa tragedia si riesca a studiare qualche alternativa possibile a questo sistema un po’ idiota che ci accompagna da più di mezzo secolo perché delle idee per far andare avanti l’economia occorreranno certamente.

L’attività fisica in tale contesto si “muove” in modo strano perché può anche essere un acceleratore e non si capisce se più o meno opportuno di fenomeni sociali che una volta innescati fanno fatica a tornare indietro.

Gli antagonisti della decrescita felice, quelli che sostengono che la decrescita felice è una bufala pazzesca e non potrà esistere alcuna decrescita felice ma solo un modello utopistico che non potrà avere alcuna realizzazione pratica, si dimenticano che comunque stiamo andando incontro ad un certo tipo di decrescita. Se continuiamo a far finta di niente potrebbe essere anche abbastanza infelice e pure motivo di disordini sociali (la gente alla fame non ci sta tanto a calarsi in quel ruolo in modo stabile e… rilassato) se invece ne prendiamo atto ed iniziamo a progettare un nuovo assetto sociale allora forse anche se non proprio “felice” la decrescita potrà essere almeno tollerabile.

E’ abbastanza chiaro che non può esistere una società dove si vendono sempre più farmaci da banco, autovetture e cibo spazzatura, perché indubbiamente ne abbiamo già abbastanza in tutti i sensi.

In tale contesto è anche facile che possa arrivare un nuovo modo di intendere l’attività motoria meno mercificato e teso ad incontrare le esigenze di tutta la popolazione più che solo quelle di chi se lo può permettere. E’ pure possibile che si assista finalmente alla diffusione di un’attività fisica ben orchestrata a livello nazionale per offrire un modello di prevenzione sanitaria effettivamente efficace basato davvero sulla prevenzione concreta e non solo sulla diagnosi sempre più precoce delle varie patologie. Questa si forse è una mezza utopia ma se ci fermeremo a pensare molti capiranno che questa è la via giusta per un nuovo modello di attività motoria.

E la novità è proprio questa, che forse, dopo questo accidenti che ci ha stordito e disorientato tutti quanti ci metteremo davvero a pensare, come poco è accaduto nella società dei consumi inutili e delle finte necessità impellenti.

L’unica necessità impellente sta diventando sopravvivere evitando disordini sociali innescati da chi proprio non ce la fa più. Non credo che si troveranno farmaci da banco utili per placare gli animi di chi non ne può proprio più, è possibile che un po’ di sana attività motoria sia utile a tutti pure a chi non sa che cavolo di lavoro deve inventarsi per continuare a sopravvivere, occorrerà quasi di sicuro un nuovo assetto sociale impostato sulle reali esigenze della popolazione e non sui finti bisogni creati dalla ormai moribonda società dei consumi.