ATTIVITA’ FISICA ALL’APERTO ANCHE PER INQUINARE MENO

Alcuni scienziati corrotti (non sono pochi…) continuano a ripetere che i cambiamenti climatici sono solo una fantasia erotica di molti altri scienziati buontemponi che con le loro dichiarazioni rischiano di far crollare i consumi di petrolio con conseguente grave danno per l’economia capitalista.

L’economia capitalista mi è sempre stata sulle palle, per dirla chiaramente, fin da bambino, quando mi raccontavano che, anche se ormai bollita (era più di mezzo secolo fa), era costantemente sostenuta dai ricchi che ne vedevano indispensabile mezzo per diventare sempre più ricchi.

Così c’è gente che mi da del comunista (glielo dicono anche al papa, in questo assomiglio al papa…) perché per alcuni essere “anticapitalisti” equivale ad essere comunisti.

Rilevo semplicemente come il paese più capitalista del mondo sia la Cina che è pure il paese più comunista del mondo e allora mi pare un po’ contraddittoria questa equazione “anticapitalismo = comunismo”.

Fare la guerra alla Cina, non ha senso come non ha senso nessuna guerra ma difendersi in modo non violento, riducendo i consumi, dal paese che inquina più di tutto il mondo, e che sull’economia capitalista ci guazza perché vive sui consumi inutili di una parte enorme del pianeta, direi che sia cosa buona e giusta.

In tal senso sono un ottimista illuso e non un catastrofista e non credo a chi dice che ormai non c’è più nulla da fare e possiamo anche continuare a consumare come dei bambini viziati che tanto stiamo andando inesorabilmente verso il baratro.

Sono un illuso, sono convinto che ci si possa salvare ancora, basta iniziare a consumare meno e produrre meno per inquinare meno anche se ciò potrà provocare il collasso dell’economia capitalista. Collasso che ovviamente viene scongiurato dalla parte più ricca dell’umanità quella che gestisce il controllo dell’informazione e del potere politico e che condiziona le scelte in ogni paese, dal più ricco al più disastrato.

Insomma la disputa fra chi guarda fuori dalla finestra e vede cose strane e chi sostiene che il vero guaio è il crollo del prezzo del petrolio non mi sorprende e temo che andrà avanti ancora molto.

Dal mio canto io non posso che continuare a sostenere (in modo economicamente folle per il sistema capitalista) come l’attività fisica all’aperto sia decisamente da preferire a quella al chiuso per una serie di motivi che vanno oltre al fatto che fa semplicemente meglio alla salute ed alla forma fisica ma anche per questioni ambientali che sono certamente connesse con scelte politiche di forte impatto.

L’attività fisica all’aperto è da preferire a quella al chiuso perché ti fa risparmiare a livello energetico nel senso che non c’è bisogno di riscaldamento o aria condizionata. Vai negli orari migliori e ti cucchi la situazione climatica del momento. Per certi versi ti alleni a sopportare i cambiamenti climatici. E’ chiaro che non puoi sentirti invincibile: a mezzogiorno nelle nostre estati moderne non vai proprio da nessuna parte, in compenso d’inverno ormai si riesce ad uscire quasi a qualsiasi orario, tanto vero freddo non ce n’è quasi mai, e certe volte nei nostri inverni folli a mezzogiorno in dicembre si sta meglio fuori che al chiuso.

Fuori non utilizzi stramaledette macchine da palestra che tanto limitano il nostro alfabeto motorio (ti fanno fare solo certi precisi movimenti). Macchine la cui produzione costa tantissimo in termini economici e pure di inquinamento. Molto meglio farne a meno e chi le vende anche a chi non ne ha bisogno sarà costretto a concentrarsi sulla produzione di beni più importanti ed essenziali. Combattere l’inquinamento vuol dire anche combattere il superfluo e concentrarsi sull’essenziale.

Andare a fare attività fisica all’aperto vuol dire costringere i nostri amministratori a smetterla di ignorare cosa succede sulle strade delle nostre città per l’eccesso del numero di auto private circolanti e prendere in seria considerazione la necessità si potenziare notevolmente il trasporto pubblico per ridurre considerevolmente il numero di auto private in circolazione.

E’ chiaro che questa scelta politica semplicemente disastrosa per l’economia capitalista é doppiamente onerosa nel senso che costa tantissimo efficientare in modo decisivo la rete di trasporto pubblico (efficientare in modo decisivo vuole dire che col mezzo pubblico ci impieghi di meno e spendi pure di meno) e costa ancora di più rinunciare a sostenere il mercato dell’auto e tutto ciò che è ad esso connesso. I meccanici troveranno sempre cosa fare, al limite riparano mezzi pubblici, chi vende auto può essere costretto a chiudere, é l’amara realtà.

Sono scenari apocalittici e proprio per questo un cittadino normale potrebbe dire che è molto meglio andare a chiudersi in palestra e fare quei quattro movimenti che le fantastiche macchine da palestra ti suggeriscono di fare.

Io non sono normale, sono anticapitalista fin da bambino e vi dico che ho la sensazione che se andiamo avanti così il disastro verso il quale siamo lanciati é ben più grave di quello di un mondo che prende l’inquinamento per le corna e dichiara lotta ai consumi inutili. Prima di dire che ho torto guardate sinceramente quello che vedete fuori dalla finestra e pensate a ciò che vedete senza farvi condizionare dai commenti di nessuno scienziato.

Forse ciò che vedete è più vero di ciò che vi raccontano anche perché molti sono pagati per raccontarvi cose non vere.