Ancora su “Bastava anche molto meno”

Ieri. fresco della notizia del doppio oro azzurro nell’atletica (fra l’altro un’osservazione: anche a Mosca ’80 ci fu una doppietta simile anche se non così ravvicinata: Mennea e la Simeoni, non i 100 ma i 200 accoppiato ancora all’alto, una certa similitudine c’è) ho scritto uno dei miei classici articoli incomprensibili argomentando, sottolineando la portata stratosferica dei due risultati, che… bastava anche molto meno.

Oggi, inevitabilmente, è un altro giorno ed i buoni risultati di oggi al cospetto dell’eccellenza di quelli di ieri si nascondono un po’. Allora torno a dire che, anche se è stato fantastico, l’atletica per il tipo di sport che è non aveva necessità assoluta di questi risultati. Belli decisamente, fantastici ma non necessari e soffermandomi sugli apparentemente normali risultati di oggi posso spiegarmi ancora meglio.

Davide Re nei 400 metri torna sotto il muro dei 45″, unico nella storia dell’atletica italiana ed il risultato rischia di passare in secondo piano perché non gli garantisce nemmeno l’accesso la finale. Eppure è un signor risultato e tutti quelli che masticano almeno un po’ di 400 metri lo sanno. La discobola Osakue, complice il maltempo non si migliora in finale anche se va vicina ai 60 metri che per il suo standard medio di lancio non è per niente malaccio. Invece di esultare ancora per il fantastico record italiano ottenuto un paio di giorni fa è già delusa e sembra quasi che la sua spedizione sia stata fallimentare. Nulla di tutto questo perché in questi due giorni ha fatto capire di essere una delle discobole più forti della storia dell’atletica italiana e con un po’ di pazienza potrà diventare la più forte avendo ottenuto questi risultati in giovane età e non è necessario diventare una delle prime al mondo per segnare la storia dell’atletica. I due siepisti (due siepisti nella finale olimpica altro grande risultato) tengono per gran parte della gara il ritmo dei migliori, alla fine uno dei due reagisce degnamente al cambio di ritmo mentre l’altro resta sul posto. E’ comunque un grande risultato perché parliamo di una disciplina dove fino allo scorso anno potevamo benissimo ipotizzare di non portare nessuno alle Olimpiadi. Non voglio far torto ad altri non citandoli ma è inevitabile. Il senso è che molti buoni risultati devono essere valutati con ottimismo perché questa è una caratteristica dell’atletica, di poter rendere apprezzabile il risultato anche se non è stratosferico in quanto ti fa capire che sei sulla strada giusta per ulteriori miglioramenti. Da qui il passaggio al mio tormentone classico è fin troppo facile. Il 9″80 di Jacobs ed il 2.37 di Tamberi sono tanto più significativi tanto più ci mettono nell’ottica che in una qualsiasi classe di liceo scientifico o anche classico (chissà perché si è sempre pensato che al liceo classico il talento sportivo abbia meno occasione di mettersi in evidenza) l’atleta studente che passa da 13″0 sui 100 a 12″8 e quello che nell’alto passa da un metro e 48 ad un metro e 52 hanno fatto due grandi risultati perché anche se a livello assoluto tali risultati non sono niente e troveranno coetanei in grado di correre i 100 in 10″5 e di saltare in alto 2 metri e 10 sono comunque due miglioramenti apprezzabili utilissimi per la salute e anche per il divertimento perché lo sport serve per la salute e pure per il divertimento e se, per quanto riguarda la salute siamo sicuri che anche il miglioramento dell’atleta di basso rango è decisamente salutare, dobbiamo fare in modo che anche dal punto di vista del divertimento l’atleta che passa da 13″ a 12’8 sui 100 goda come Jacobs quando è passato da 10″ netti a 9″80 e l’altista che ha tirato su 4 centimetri goda come Tamberi che si è riportato da 2.33 a 2.37. In sintesi questi risultati grandiosi sono grandiosi in quanto riescono a trainare una cultura dello sport se invece servono a far restare il telespettatore a bocca aperta mentre la sua mano inconsapevolmente infila dentro un’altra manciata di patatine allora ci tocca dire che sono stratosferici solo per chi li ha fatti.

Tutti vogliamo partecipare alla gioia di questi atleti ed il miglior modo per farlo è partecipare prendendo parte allo sport, anche quegli anziani che ormai hanno la forma della poltrona e che se vogliono provare a fare le gare per le loro categorie devono spendere un sacco di soldi in visite sofisticate che dovrebbero essere indirizzate a chi non fa più sport da ormai troppo tempo. La cultura dello sport ci dice che si festeggia facendo sport. In quel modo si capisce anche che i risultati di oggi, apparentemente normali e quasi insignificanti, sono invece altrettanto stratosferici.