Anche per il dimagramento ci può essere “passione”

Io continuo a battere il tasto che lo sport va fatto per passione e non per dimagrire dimenticando una cosa che ai giorni nostri è molto diffusa: anche per il dimagramento può esistere una “passione” e può essere talmente forte da dire che è nato un nuovo sport: lo sport del dimagramento dove non conta che cavolo di attività fisica fai ma conta solo quanto dimagrisci perché i risultati vengono riconosciuti solo in quell’ambito e non conta se stai bene o se stai male, se l’allenamento è divertente o è una palla insopportabile, conta solo quanti chili tiri giù ed è unicamente la bilancia a dirti se hai vinto o hai perso.

Io non so se quello sport esiste ma probabilmente è proprio vero, sono solo io che non l’ho mai riconosciuto o mi sono rifiutato di riconoscerlo ma probabilmente quello sport esiste davvero ed è pure di moda e praticato da milioni di italiani e anche se non si fanno gare (non ancora… almeno mi pare) si continuano a guardare i risultati sulla bilancia e si spifferano ai colleghi di ufficio come se fossero tempi sulla maratona e si fa crepare di invidia chi non raggiunge risultati analoghi.

Dunque se esiste lo sport del dimagramento ed è pure appassionante io non ho capito niente perché quando uno corre per dimagrire dei risultati sportivi non gliene frega proprio niente e gli interessa solo dimagrire, un po’ come uno che gioca a scacchi e corre per ossigenare il cervello ma di come corre non gliene frega niente perchè l’importante è che il cervello sia ossigenato quando fa la partita a scacchi.

A volte mi pare che siano più interessati alla salute gli sportivi degli scacchi (mica per niente corrono) di quelli del dimagramento (anche quelli corrono ma non per la salute, solo per dimagrire). Però sul fatto della passione mi devo ricredere, sono appassionati quelli degli scacchi, sono appassionati quelli della corsa e sono appassionati pure quelli del dimagramento. Forse quelli del dimagramento sono gli unici a non essere appassionati della preparazione che fanno per il loro sport e così se a uno che vuol dimagrire raccontate che per dimagrire molto è necessario giocare a scacchi è pure facile che si metta a giocare a scacchi per raggiungere l’obiettivo e pianti in asso la corsa. Mentre se a uno che ha la passione della corsa dite che per andare in forma nella corsa deve solo giocare a scacchi questo non valuterà con entusiasmo questa opzione così come se allo scacchista dite che per migliorare le sue mosse deve solo correre perché ormai di partite ne ha fatte abbastanza e non migliora più giocando.

Praticamente gli sportivi del dimagramento non solo sono degli sportivi ma sono pure dei mezzi eroi perché sono disposti ad esercitarsi con allenamenti che non c’entrano nulla con le loro vere passioni, sono disposti pure a rischiare la salute, non vincono premi in danaro né medaglie o coppe, insomma vai a vedere che i veri sportivi sono proprio loro o almeno i più appassionati.

Posso cedere sul concetto di “passione” anche se in questo caso non do un connotato positivo alla passione: anche quella per il fumo può essere una passione o quella per il giuoco d’azzardo o quella per l’alcol senza limiti ma non sono passioni che fanno bene alla salute. Dunque anche se la passione è fondamentale in molte cose non sempre si può dire che sia sufficiente, quando c’è, a dire che ciò che si sta facendo sia una gran cosa.

Mi rifiuto di credere che il dimagramento sia uno sport, non è assolutamente uno sport, è solo una moda e per conto mio pure abbastanza cretina come moda, almeno nel momento in cui subordina la salute alle sue regole. Io posso tollerare il dimagramento per la salute, quello può essere addirittura propedeutico per la pratica di uno sport, uno prima dimagrisce e poi si mette a praticare un certo sport ma non concepisco il dimagramento fine a sé stesso, solo per raggiungere un modello ideale che non sta né in cielo né in terra che molto spesso non ha alcuna base fisiologica per il soggetto al quale è indirizzato e non fa assolutamente i conti con le caratteristiche genetiche di chi guarda quel modello.

L’atletica, sport che io apprezzo tantissimo (le mie infinite critiche alla Federazione di Atletica nascono proprio per quello non perché pensi che la Federazione di Atletica lavori peggio delle altre Federazioni sportive, solo che vorrei che la Federazione di Atletica fosse magica nel diffondere questo sport per quanto si merita di essere diffuso a tutti i livelli), insegna proprio l’opposto e cioè che per ogni tipologia fisica c’è una determinata specialità nella quale è possibile emergere. Quando tu vedi un fisico che per quanto equilibrato ed armonico è anonimo nel senso che non  si capisce se è quello di un lanciatore di un saltatore o di un podista puoi pensare di aver a che fare, se siamo nell’ambito dell’atletica, con un decathleta perché è proprio il soggetto che non specializzandosi da nessuna parte (o dappertutto a seconda dei punti di vista…) è piuttosto anonimo. Tutti gli altri fisici sono abbastanza riconoscibili ed il lanciatore non si sognerà mai di ambire alle proporzioni di un maratoneta così come un centometrista non vorrà mai somigliare ad un atleta del salto in alto.

L’atletica ci insegna questo, lo sport del dimagramento ci insegna esattamente l’opposto: qualunque sia il tuo fisico, qualunque siano le tue caratteristiche genetiche, se vuoi vincere devi dimagrire. A quel punto faccio il tifo per il culturismo che, anche se troppe volte esasperato in modo maniacale, considera comunque che ci sono  gli snelli ed i robusti e che non siamo tutti uguali. Purtroppo, in tema di grassi, il culturismo ignora che un po’ di sano grasso è del tutto fisiologico nel nostro corpo, sia nei robusti che nei mingherlini.

Le modelle hanno delle esigenze particolari, i fantini, se non vogliono stroncare il cavallo devono essere leggeri, ma in tantissime professioni e sport uno può permettersi di avere il suo fisico senza stravolgerlo più di tanto ed avendo cura solo di prepararlo bene e di metterlo in salute, non di dover dimagrire a tutti i costi.

Continuo ad insistere sul fatto che uno che corre solo per dimagrire è inutile che mi chieda consigli perché parliamo due lingue diverse: lui vorrà sapere come fare per bruciare più calorie possibile ed io sarò lì a dare consigli per tentare di correre meglio possibile e dunque spendendo meno possibile perché la corsa buona è quella che costa meno possibile. Il podista finto è quello contento di aver fatto una faticaccia terribile perché “Chissà quante calorie ho speso oggi…” ma quello vero è quello che è contento di non far fatica perchè “Se a questo ritmo vado via proprio tranquillo vuol dire che quando mi impegno di più posso correre anche più veloce”. Sono due modi diversi di intendere lo sport. Per conto mio è sport solo il secondo, poi ognuno è libero di interpretarla come vuole.