PERCHE’ I TECNICI NON SI CONFRONTANO QUASI MAI FRA LORO

I tecnici parlano molto spesso fra loro ma essenzialmente di aspetti organizzativi dell’attività sportiva o comunque di altre cose poco legate all’aspetto puramente tecnico della preparazione. Ciò perché ognuno di loro possiede il “verbo” e non ci sta molto a metterlo in discussione. Questa è la dimostrazione pratica del fatto di come tutto ciò che ruota attorno al mondo dello sport deva essere definito arte e non scienza. I medici si confrontano più dei tecnici fra loro ma per il semplice motivo che sono costretti a farlo. La scienza non ha la libertà che ha l’arte, Mentre lo scienziato pazzo è abbastanza simpatico ma non gode della stima dei colleghi l’artista pazzo non solo è stimato ma il fatto che sia pazzo è un requisito ritenuto quasi essenziale per la sua professione.

Dunque, essenzialmente i tecnici non si parlano fra loro perché sono un branco di pazzi scatenati ognuno convinto del fatto che il proprio sapere sia piu’ evoluto di quello degli altri. La cosa tragica è che forse, nonostante questa incomunicabilità, questa è l’unica possibilità per cui l’arte dell’allenamento sportivo possa evolversi. L’approccio scientifico allo sport purtroppo ha consentito passi da gigante solo nella disciplina dell’approccio farmacologico consentendo di fatto l’ingresso a tutti gli effetti della categoria dei medici nel mondo dello sport ma si è dimostrato semplicemente fallimentare dal punto di vista tecnico, dove effettivamente i migliori tecnici continuano ad essere dei veri e propri artisti che hanno dei problemi a codificare ed a standardizzare la loro arte così come a tramandarla e a farla evolvere in un processo comunemente condiviso con gli altri tecnici.

Così accade che mentre i medici si mettano d’accordo su alcuni protocolli che sono ufficialmente riconosciuti ed hanno una rilevanza scientifica, i tecnici non siano assolutamente in grado di fare altrettanto e per questo vengano, a mio parere ingiustamente, screditati nel loro agire che può apparire improvvisato e grossolano.

Scrivo a mio parere “ingiustamente” screditati perché ritengo che questo sia l’unico modo per poter continuare a giocare e sperimentare nello sport. Se la ricerca del risultato diventa una missione a livello professionale con un apparato di stampo sovietico dove la produzione del campione è addirittura propaganda politica allora lo sport muore nella sua filosofia ma non solo a livello di giocosità dello sportivo vero e proprio quanto pure a livello di pionierismo sulla ricerca appassionata delle migliori tecniche di allenamento.

Si evolve e si perfeziona chi può permettersi il lusso di innovare, sperimentare e sbagliare, se bisogna solo attenersi a protocolli ufficialmente validati per la necessità di non fallire allora la cosa oltre che professionale diventa di una noia insostenibile.

Detto questo sarebbe bello che i vari tecnici, pur essendo degli artisti, trovassero l’umiltà per riuscire a confrontarsi anche fra loro non per attribuire un impossibile valore scientifico alle risultanze dei loro confronti ma per stimolare nuove idee di stampo altrettanto artistico per avere ulteriori possibilità di evoluzione della materia.

Finendo con un paradosso abbastanza comico si può dire che i tecnici sono abbastanza incoscienti, spregiudicati e fin troppo convinti delle loro teorie ma non abbastanza da metterle follemente e confronto con quelle di altri tecnici altrettanto incoscienti, spregiudicati ed altrettanto convinti delle loro teorie di stampo magari diametralmente opposto.