140 CARATTERI

Fermate il mondo voglio scendere. A mio parere i 140 caratteri possono servire per scrivere “Butta giù la pasta”. Ci sta anche il “Per favore” e “Arrivo tra un quarto d’ora” se ho contato bene… Ma poi dicono che con i 140 caratteri quando uno è allenato bene non ha neanche più bisogno di contarli e non sta lì a misurare le parole.

Dicono anche che i 140 caratteri servono per addestrare il cervello all’essenzialità ed a migliorare la qualità della comunicazione imponendo di tagliare tutto ciò che è superfluo.

Sul superfluo ci sono diversi punti di vista. Per conto mio è superfluo un telefonino acceso 24 ore su 24 che ti guasta la vita e ti impedisce di instaurare una qualsiasi discussione da più di 140 caratteri con un qualsiasi interlocutore. Sempre a mio parere è superfluo anche un SUV che fa poco più di 10 km con un litro in un mondo che ha la tecnologia per produrre veicoli che possono superare i 30 km con un litro di carburante. Ma l’immagine è tutto. Il veicolo che fa più di 30 km con un litro non tutela l’immagine come il SUV che pesa quasi due tonnellate ed ha un coefficiente aerodinamico degno delle berline dell’inizio anni ’50. Ma con il SUV puoi salire anche agevolmente sul marciapiede e così puoi dare fastidio ai pedoni in modo essenziale.

Ho sentito un’intervista al Ministro della Salute oggi per radio. Sul più bello che stava arrivando a dire che è opportuno razionalizzare la spesa per l’assistenza sanitaria investendo di più sulla prevenzione è finito il tempo per l’intervista. Anche lì ha prevalso la logica dei 140 caratteri. Per la prevenzione se ne riparlerà nella prossima legislatura. Adesso non c’è tempo, continuiamo a sperperare qualche miliardo in più all’anno.

Si parte dal presupposto che la comunicazione efficace è solo quella che raggiunge il pubblico con semplicità, chiarezza ed immediatezza. Se con queste caratteristiche siamo in grado di trasferire solo concetti idioti dovremo rassegnarci a lavorare con i concetti idioti.

La mediazione dovrebbe essere quell’arte che ci consente di mettere d’accordo persone che la pensano in modo diverso. Con 140 caratteri c’è poco da mediare, c’è solo da dire “Le elezioni le ho vinte io e adesso decido io!”.

La chiarezza è reclamata da più parti, c’è bisogno di chiarezza come di onestà e di semplicità ma non è certamente con i 140 caratteri che riusciamo ad essere sinceri, chiari e semplici.

Non ho avuto tempo di sintetizzare troppo e così ho scritto tutto. Ci ho messo di meno e, soprattutto ho evitato al mio interlocutore di impiegarci un bel po’ a capire il significato profondo del riassunto del riassunto. I 140 caratteri ci stanno facendo perdere troppo tempo. La vita è troppo breve per potersi piegare anche alle esigenze dei 140 caratteri. Restituitemi l’informazione, chiara, semplice, onesta e non stravolta dai 140 caratteri.