TECNICI, MOTIVATORI O PORTATORI DI UN’IDEA RIVOLUZIONARIA

Tempo fa, su un articolo un po’ strano, scrissi che più che tecnici o motivatori potevamo essere considerati tutti dei “venditori” perché vendiamo un prodotto, che è l’attività fisica, che siamo convinti che faccia bene alla salute e pertanto lo vendiamo pure con una certa convinzione animati dalla presunzione di vendere un prodotto la cui diffusione serve a migliorare la società.

Da quel punto di vista non mi sono spostato molto, anzi mi sono sempre più convinto di quell’idea al punto che sono pronto a riscrivere quell’articolo in termini diversi, forse non più comprensibili (ce ne sarebbe bisogno) ma ancora più fortemente impattanti sul nostro mercato in modo tale da farmi dire che noi non siamo nemmeno dei “venditori” ma siamo molto più semplicemente e pericolosamente dei “portatori di un’ idea rivoluzionaria”.

Questo è il concetto, che chi è molto convinto sull’idea che sia importante per i cittadini praticare attività fisica con continuità ed in modo sistematico, non tanto per fare o tanto per dimagrire, tanto per affrontare la “prova costume” alla fine è portatore di un’idea rivoluzionaria che fa pure a cazzotti con l’attuale sistema economico.

Nella nostra società l’importante è produrre, non fare sport. Fare sport se non sei un campione per la nostra società è una inutile perdita di tempo, a meno che non pratichi uno sport che costa una follia e ti costringe ad investire cifre notevoli in attrezzatura, per spostamenti e per tutta una serie di cose che finiscono per muovere molto il mercato e pertanto anche in questo sistema di mercato giustificano tutto il tempo che dedichi allo sport.

Se, al contrario, per lo sport non spendi grandi cifre ma lo pratichi con dedizione senza essere un campione di quelli che alimentano lo sport spettacolo allora per questo sistema economico sei un peso morto perché questo tuo praticare molto sport ti rende meno produttivo, magari guardi pure poco la televisione, consumi poco ed insomma sei un peso invece che un traino per questo sistema produttivo.

Non servono cittadini che praticano con dedizione uno sport poco costoso, servono cittadini che consumano, che guardano la televisione, che non pratichino uno sport ingombrante che li rende meno produttivi e consumatori più rilassati e disattenti verso le novità del mercato.

Dando i numeri, ci fa comodo lo studente che si allena 4 ore al giorno perché molto probabilmente quello, se tutto funziona, andrà ad alimentare lo sport spettacolo che è quello che serve al mercato e anche se lo bocciano pazienza, Per quello si possono pure inventare delle scuole ad hoc che aiutino i mezzi professionisti poppanti, i predestinati dello sport, quelli che abbiamo già deciso che dovranno ammazzarsi di allenamento perchè dovranno sostituire i campioni di oggi, quelli per i quali è già pronto uno staff medico di tutto rispetto perché con carichi di allenamento pazzeschi se dietro non c’è uno staff medico pronto a porre rimedio agli inconvenienti creati da quei carichi di allenamento non si va da nessuna parte. Se poi quello non ce la fa, basta raccontargli che è stato bravo a provarci e può pure tornare allo sport “normale” da 4 ore alla settimana.

E questa è la vera anomalia, non il campione. Il campione c’è sempre stato, lo studente che rischia la bocciatura per sopportare carichi di allenamento un po’ spropositati c’è sempre stato, sono stato anch’io uno di quelli se non fosse che “geneticamente” forse ero più un secchione che un campione e pertanto non sono mai riuscito a pensare che con i carichi di allenamento che sostenevo potevo pure permettermi il lusso di provare a rischiare un po’ di più a scuola. No, l’idea di essere rimandato era un incubo e così puntavo sempre al 6 pieno e sicuro che non dovesse trovare la benevolenza di nessun insegnante tollerante nei confronti della pratica di uno sport fatto come si deve.

La vera anomalia è che adesso il 6 pieno per chi non fa sport quasi professionistico non va proprio più bene, bisogna prendere tutti 7 e 8 altrimenti sei un emarginato, uno che “non ha voglia di combinare nulla di buono a scuola” E così si passa dalle 28 ore di allenamento alla settimana (4 al giorno compreso festivi) del pazzo scatenato che vuole assolutamente diventare un campione alle 4 ore alla settimana del secchione modello (due allenamenti la settimana quando va bene perché se c’è l’interrogazione importante il giorno dopo si può pure saltare uno di quei due allenamenti…) che ha ben presente che lo sport è una cosa di contorno perchè l’importante è la scuola e per nessuno motivo bisogna sottrarre tempo a quella.

La via di mezzo, quella della salute non esiste. Perché è un’ idea troppo rivoluzionaria che mina questa società nella sue basi fondanti. L’importante non è vivere, è produrre. E allora cominciamo già dalla scuola a fare quei sacrifici che dopo serviranno ancora di più nel mondo del lavoro dove, dopo, grazie alle aberrazioni di tale sistema potremmo essere disoccupati oppure risucchiati in un frullatore che ti fa lavorare più di 50 ore la settimana senza darti la possibilità di gestire una quota umana di tempo libero e minacciando di lasciarti a casa se sgarri (se non arrivi al sei che nel mondo del lavoro sono le 50 ore la settimana…).

Praticare sport come si deve per la maggior parte dei giovani contemporanei, sia durante la scuola che nel primo periodo nel mondo del lavoro è praticamente impossibile. 10 ore la settimana per uno sport fatto bene, come si deve, senza puntare a diventare un professionista ma con la sola ambizione di praticare sport davvero che possa effettivamente servire per la salute e non solo per scambiare quattro chiacchiere con altri giovani che si ammazzano di studio e/o di lavoro, sono un’idea folle, rivoluzionaria e non perseguibile. Chi si allena tutti i giorni senza esagerare viene preso per un mezzo scemo che vuole andare alle Olimpiadi non per uno che giustamente ci tiene allo sport che pratica e lo usa davvero come “diversivo” concreto e realmente salutare.

Io insisto su questa idea e se coccia contro i principi fondanti di questa società non me ne frega niente, anzi ne vado fiero perché sono pure convinto che in questa idea ci sia sotto un messaggio educativo ecologico, di forte impatto. Se vogliamo salvare il pianeta dobbiamo consumare di meno e produrre di meno e pertanto ci vuole la rivoluzionaria consapevolezza di ammettere che dal punto di vista ecologico il libero mercato ha fallito clamorosamente e va rifondato. La società dei rifiuti è stata inventata dal libero mercato e c’è poco da pensare ad improbabili inceneritori che possono solo peggiorare i gravi problemi ambientali, bisogna cominciare a produrre meno rifiuti. In una parola ripensare la società consumista, pensare che forse ci si può ancora prendere del tempo per vivere ed il lavoro può essere redistribuito meglio. Dieci ore di allenamento alla settimana non sono una follia ma una concreta idea per dare spazio alla salute senza inutili pastigliette che servono a chi fa troppo sport o a chi ne fa troppo poco ma non a chi ne fa la giusta quantità.