TECNICA, VALORI, S.N.C. E MUSCOLI

Molto spesso mi sento dire che sono vago nel trattare alcuni argomenti su questo sito, che sono poco tecnico, che mi perdo spesso in questioni di carattere generale e difficilmente atterro su questioni di carattere prettamente tecnico.

E’ vero, per esempio perché non tratto molto spesso di valori, che sono uno dei discorsi più tecnici che ci possa essere con riferimento alla pratica sportiva, soprattutto di alto livello.

Intanto perché soprattutto di alto livello: perché è quella che richiede più sacrifici e se non sei informato da certi valori fai fatica a portarla avanti.

Siamo portati a pensare che il discorso tecnico sia il dettaglio con riferimento alla battuta di un certo calcio di rigore e magari se vogliamo trattare di sport di alto livello, della battuta di questo rigore in condizioni altamente stressanti come per esempio i rigori di spareggio  di una importante finale. Si, può essere tecnica anche lì e pure complessa perché è un discorso soprattutto di Sistema Nervoso Centrale più che di muscoli e pertanto è complesso ma tutti i discorsi che fanno capo al sistema di valori dell’atleta sono certamente ancora più importanti.

E allora possiamo studiare il calcio di rigore nelle sue mille sfaccettature ma se non analizziamo il sistema di valori dell’atleta che batte il calcio di rigore rischiamo di aver parlato del colore della tovaglia con riferimento alla cucina di un rinomato ristorante.

I valori anzitutto perché sono sopra alla piramide  Alla base di questa piramide ci sono i muscoli. quei muscoli che sembrano tanto importanti e che all’ISEF ci dicevano sempre di lasciar perdere. “Voi pensate troppo ai muscoli” dicevano gli insegnanti più evoluti. “Il muscolo è tonto, è un mero esecutore, il vero capo è il Sistema Nervoso Centrale. I muscoli non fanno altro che eseguire ordini”.

Molti di noi pensavano che la struttura muscolare avesse una predominanza nell’affrontare gli argomenti relativi alla pratica sportiva ed è quello che tutt’ora continuano a pensare molti teorici del movimento.  Abbiamo perso l’occasione per spingerci un passo più in là, perché una volta accertato che invece ad avere un’importanza fondamentale era il Sistema Nervoso Centrale potevamo proseguire su quella strada ed andare ad indagare sui fattori influenzanti il funzionamento di questo delicato e complesso sistema. Avremmo potuto scoprire che i valori influenzano gli adattamenti del S.N.C. molto di più di quanto non siano in grado di fare i muscoli e forse avremmo potuto dare impulso ad una scienza del movimento più al passo con i tempi. Non è stato così, o meglio non è stato così per molti di noi e siamo ancora a disquisire di muscoli come se il movimento partisse dal muscolo.

Un discorso tecnico sui valori non è solo difficile ma quasi impossibile e per quello si fa fatica ad affrontarlo, fa quasi paura ed è un discorso tecnico decisamente scomodo.

Il muscolo è tonto, inutile negarlo, la scala di valori di un soggetto non può far parte di un sistema tonto perché equivale a dire che quel soggetto è tonto.

Non fa paura indagare sulla struttura muscolare, possiamo anche commettere degli errori grossolani ma qualsiasi scoperta sarà facilmente amministrabile e potrà comunque avere una certa utilità, più o meno marcata, per giungere all’obiettivo finale. Non altrettanto si può dire quando andiamo ad indagare e addirittura ad interferire sulla scala di valori di un atleta. Questo è un  lavoro pericolosissimo che non si sa nemmeno se sia lecito affrontare e che certamente può dare risultati imprevedibili e che  non è assolutamente detto che vadano a condizionare in senso positivo l’obiettivo finale secondo i presupposti di partenza.

Se un tempo dicevamo che “il muscolo è tonto” perché comandato dal Sistema Nervoso Centrale adesso potremmo anche aggiungere che pure il Sistema Nervoso Centrale alla fine è abbastanza tonto, perché è una specie di computer. Ma la scheda di questo computer sono i valori ed i veri discorsi tecnici di scelta di un certo modo di agire sono scritti in questa scheda più che nel Sistema Nervoso Centrale.

Valori e motivazione sono strettamente connessi e così è un discorso decisamente tecnico quando si dice che il tale atleta africano ha trovato nella motivazione di mantenere la propria famiglia fino all’ottavo grado di parentela il dettaglio tecnico per fare un certo record del mondo. Qualcun altro sostiene che tale record del mondo è stato ottenuto solo grazie ad un particolare tipo di appoggio a terra del piede ma chi afferma così confonde la causa con l’effetto e così si potrà anche trovare un atleta che appoggia il piede nello stesso modo ma se ha un’altra centralina di comando non fa nessun record del mondo. Insomma non ci sono certi valori perché il piede va giù in un certo modo ma è il piede che va giù in un certo modo perché la centralina di comando ha deciso che bisogna escogitare le soluzioni per un certo obiettivo e se questa centrale è efficiente si può anche ipotizzare che potrebbe  trovare anche altre soluzioni per giungere allo stesso obiettivo. Quel gesto tecnico del posizionamento del piede è una della possibili opzioni per quella centralina di comando, probabilmente non l’unica. Ma la vastità di opzioni di tale centralina è talmente ampia che non si sa se per un certo obiettivo sia proprio opportuno.

Per fare un esempio legato alla motivazione che sia aderente al mondo dello sport bisogna scomodare lo sport dei paesi dell’Est ai tempi della guerra fredda. Non a caso a quei tempi gli atleti dei paesi dell’Est offrivano un rendimento sensibilmente superiore a quello attuale. Lasciate perdere le leggende relative al doping. Il doping in quegli anni era già molto evoluto anche nei paesi occidentali e se proprio c’era un qualche differenza il gap patito dai paesi occidentali rispetto a quelli dell’Est non era così significativo come si possa pensare.  Quella che invece era diversa rispetto ad adesso era la motivazione. Per un atleta dei paesi dell’Est riuscire ad emergere nello sport era una questione di vitale importanza. Per quelli dell’Ovest era comunque importante ma non in modo così drammatico, ciò che per gli atleti dell’Est era una necessità quasi da equiparare a quella degli atleti africani per gli occidentali era una gradevole opzione.

Fintanto che quella è rimasta l’unica opzione possibile per quegli atleti ha funzionato da motivazione potentissima, nel momento in cui certi equilibri hanno cambiato le carte in tavola è cambiato il tipo di approccio allo sport. Certi record non vanno giù anche per quello. L’approccio farmacologico è molto più evoluto adesso e potendolo traslare a quei tempi l’entità dei record ottenibili avrebbe potuto essere ancora più macroscopica.

La drammaticità di quella motivazione fa capire quanto il vero fatto tecnico possa essere la scala di valori più che ciò che si va ad eseguire sui muscoli con manovre che talvolta sono anche un po’ maldestre.  Non si possono fare di tali esperimenti ma con quei trattamenti farmacologici e le motivazioni attuali  probabilmente non si sarebbe ottenuto nessuno di quei record che hanno fatto la storia dello sport.

Senza uscire dai confini nazionali si può ben vedere come gli atleti delle squadre militari un tempo fossero i più performanti dello sport nazionale ma non erano certamente gli unici perché a far da compagnia a questi c’era un buon numero di atleti delle squadre civili che riuscivano ad ottenere risultati di pari valore.

Questa situazione non esiste più e ciò che una volta era un’opzione (l’accasamento dell’atleta presso un gruppo sportivo militare) adesso è diventato regola imprescindibile. Gli atleti che gareggiano per squadre civili ed hanno risultati confrontabili con quelli degli atleti delle squadre militari sono veramente pochi. Forse la nuova Unione Sovietica siamo proprio noi. Come va giù il piede è importante ma se vogliamo capirci qualcosa di rendimento agonistico bisogna andare “tecnicamente” a monte.