SULLA VIRALITA’ DELLE NOTIZIE TRAVISATE

Sta circolando, in questi giorni in modo “virale” (è questa la moda, le notizie idiote diventano “virali” nel senso che grazie a Internet circolano meglio delle altre, praticamente Internet è diventata la fabbrica delle notizie idiote perché per quelle intelligenti non è necessario usare Internet: si possono diffondere pian piano che tanto non gliene frega niente a nessuno…) una notizia idiota del tipo “Tot, ore di attività fisica alla settimana fanno male alla salute…” Non dico nemmeno quante sono queste tot. ore che vengono stabilite in un modo curiosamente preciso e non lo dico altrimenti non faccio che scagliarmi contro solo all’ultimo di una serie di studi scientifici che vengono pubblicizzati in modo idiota.

Tanto per non offendere nessuno chiariamo subito un punto: questi studi non sarebbero per nulla idioti, il problema è che alcuni aspetti di questi studi, magari condotti con ineccepibile rigore scientifico, vengono pubblicizzati in modo esagerato andando a stravolgere completamente i contenuti dello studio. La colpa non è di chi esegue lo studio ma di chi lo pubblicizza in modo maldestro. Il problema è che tale manipolazione dei contenuti da distribuire alle masse avviene così frequentemente che mi viene da pensare o che gli scienziati siano una manica di sprovveduti che non riescono a tutelare l’immagine del loro lavoro o che ci sia qualcosa sotto di poco comprensibile.

Quante volte è venuto fuori che “fumare non fa poi così tanto male alla salute…” Quando sappiamo benissimo e non occorrono ulteriori studi per scoprire che fa semplicemente venire il cancro (dunque non fa male… fa solo venire il cancro).

Adesso è la volta dell’attività fisica. Fare tot. ore di attività fisica fa male. Il fatto è che questo “tot.” è un numero preciso (e questa è una cosa ridicola che scredita subito l’attendibilità della notizia) ma oltre ad essere preciso è pure il numero di una quantità di attività fisica che è assolutamente raccomandata per stare in salute e che purtroppo la maggior parte degli italiani non ha tempo di fare perché il lavoro non consente questi lussi e gli impegni familiari assorbono il poco tempo libero a disposizione in modo esclusivo.

Visto che tutti danno i numeri li do anch’io e senza supportarli con nessuno studio scientifico solo elaborandoli con il buon senso che è l’arma che manca molto spesso a molti giornalisti (se non l’avete capito me la sto prendendo con i giornalisti che travisano il senso degli studi più che con gli scienziati che lasciano manipolare i dati degli stessi in modo maldestro dagli organi di informazione).

Allora: due ore di attività fisica al giorno sono il sogno di ogni italiano che vuole stare in salute solo che la maggior parte degli italiani due ore di attività fisica nella propria giornata non sa assolutamente come farcele stare. Chi le può fare è un privilegiato e può stare tranquillissimo che sta offrendo il miglior servizio possibile in termini di prevenzione sanitaria al proprio fisico. Ovviamente deve essere attività fisica razionale e calibrata secondo le possibilità di ognuno. Tizio non deve muoversi secondo le possibilità di Caio così come questi non deve muoversi secondo le possibilità di Sempronio. Ad ognuno il suo ma fidatevi che due ore di attività fisica al giorno sono proprio una manna dal cielo per tutti. Peccato che gran pochi se le possano permettere.

Per stare in linea con i numeri diffusi in modo virale in questi giorni dallo studio che sembra cretino (ma non lo è, è solo travisato) diciamo pure che le ore di attività fisica giornaliere un po’ sconvenienti diventano quelle da quattro circa in su, facciamo conto tondo sulle trenta ore alla settimana tanto per non emulare quello studio che ci mancava solo che desse pure i secondi esatti da non superare per settimana. Oltre trenta ore alla settimana di attività fisica sono un po’ tantine se non ci si aiuta con dei supporti farmacologici, tanto è vero che gli atleti professionisti che sono costretti più o meno tutti a superare questa quantità se vogliono competere ad alto livello sono costretti quasi sempre a servirsi del supporto farmacologico per recuperare in modo proficuo i carichi di allenamento.

Su quello ho già scritto un articolo di sapore vagamente romantico e ho già affermato che io appoggio pienamente quei pochi atleti che non volendosi avvalere dei supporti biochimici sono costretti ad allenarsi meno degli altri perché altrimenti non riescono a recuperare in modo adeguato. Per me i veri eroi sono quelli e non quelli che si allenano sei ore al giorno ma hanno un armadietto dei farmaci che fa invidia a Carlo Verdone. In ogni caso ho anche scritto che se uno vuol stare al passo con i tempi e vuole allenarsi in modo moderno è inutile che stia a fare l’eroe rifiutando alcun tipo di integrazione farmacologica perché rischia di farsi del male alla salute. L’assistenza medica per chi si allena 6 ore al giorno non è un capriccio, è una cosa assolutamente necessaria per non rischiare di rimetterci la salute. Se poi qualcuno mi dice che è assurdo allenarsi 6 ore al giorno allora io potrei dire che l’osservazione non è del tutto campata in aria ma a quel punto bisogna spegnere la televisione, rifondare lo sport e andare a vedere lo sport autentico dei campi di periferia invece di investire miliardi e miliardi sulle Olimpiadi degli atleti di vertice fintamente dilettanti.

Tornando sui comuni mortali due ore di attività fisica calibrata al giorno (diciamo, anche qui conto tondo, 15 per settimana) fanno bene a tutti ma purtroppo gran pochi possono permettersele. Obiettivo di un paese evoluto dovrebbe essere che almeno 7-10 ore di attività fisica alla settimana siano possibili per tutti. Qui purtroppo non siamo in uno stato del tutto civile e ci sono molti, troppi cittadini che stanno sotto la quota minima sindacale di tre o quattro ore di attività fisica alla settimana.

Si può tentare di diventare un paese civile promuovendo azioni politiche che ci portino a poter far svolgere un’ adeguata attività fisica a tutti i cittadini (riuscendo anche a contenere, nel lungo termine i costi di un sistema sanitario nazionale che costa un’infinità anche per colpa della sedentarietà dilagante) oppure si possono traviare studi scientifici dando false informazioni per far credere che i comportamenti sedentari siano quelli più convenienti.

Ognuno è libero di fare le sue scelte. C’è anche chi continua a fumare perché da qualche parte ha letto che non fa male alla salute. Io temo che sia solo un atteggiamento per non ammettere che non si ha voglia di smettere di fumare.

E’ la storia della volpe e l’uva. Dovremmo muoverci molto di più ma non ci riusciamo perché siamo incasinati in mille impegni di una società che è semplicemente organizzata male e non ha rispetto per l’attività motoria dei cittadini. E’ più facile dire che fare i sedentari fa bene alla salute che non tentare di cambiare la società.