STORIE DI SPORT

“TI lascio 3000 punti di vantaggio!” A proclamare la sfida nei miei confronti è Giovanni Tubini, già primatista italiano della categoria M60 (oltre i 60 anni…) nel getto del peso nonché campione italiano 2025 anche nel disco oltre che nel “suo” peso. Tubini da giovane lanciava il peso ad alti livelli e non si è ancora stancato di lanciare. Adesso forse riesce a divertirsi ancora di più perché è pure vicino al record italiano dei “Pentalanci” della sua categoria che è un record che resiste da 27 anni. Nel pentathlon lanci oltre ai canonici Peso, Disco, Martello e Giavellotto c’è pure il Martellone con maniglia corta che è una sottospecie di martello ancora più pesante con una maniglia che è molto più breve di quella del martello tradizionale.

Per certi versi anch’io non mi sono stancato di correre ma a differenza di Giovanni sono decisamente usurato, non so come fare per azzerare il contachilometri dei 90.000 chilometri percorsi, molti dei quali in pista e così corro per combattere l’artrosi perché se mi fermo la situazione peggiora ulteriormente. Nonostante ciò nei pochi momenti che funziono quasi decentemente riesco pure a divertirmi ma è inutile che ci diciamo balle, non posso sperare di “tirare” una corsetta più del dovuto perché il dolore da sovraccarico è sempre dietro l’angolo e pertanto ho pure il freno a mano tirato sul mio già scadente livello prestativo di podista amatoriale.

Accade che in luglio partecipi al campionato regionale master nel lancio del disco dove sono terribilmente scadente ma insomma è il lancio dove mi comporto meno drammaticamente e soprattutto posso sparare tutto quel poco che ho che non ci sono dolori in agguato perché a livello di arti superiori sono quasi ancora in rodaggio (diciamo pure che lì i 90.000 chilometri non si sentono).

Da lì la sfida di Giovanni: “Hai già fatto il disco fai pure gli altri lanci…”

Ed io accetto dopo aver fatto un semplice calcolo: il record italiano del pentalanci che può fare Giovanni (è decisamente su di giri) è a 3914 punti. Se lui me ne da 3000 di vantaggio vuol dire che io facendo solo 914 punti lo posso costringere al record italiano per vincere la sfida. Faccio quattro conti e ce la posso fare, sfida accettata.

A quel punto è proprio Giovanni a darmi indicazioni per cose che per me sono semplicemente terrificanti: il martellone ho paura di darmelo sui piedi ma il martello ho paura di darmelo addirittura in testa. In breve tempo capisco che questi problemi non esistono e si tratta solo di avere un po’ di sviluppina per gettarli dove la tabella punteggio non ti dice che vali proprio zero.

Arriva il giorno della gara (oggi) e mi sento un po’ come Cassius Clay a Kinshasa, pochi istanti prima di salire sul ring. Dopo aver proclamato in lungo ed in largo che Tubini farà fatica a vincere la sfida (nel caso di Cassius Clay era Foreman) e dovrà fare il record italiano per vincerla, mi sento come se avessi fatto il passo più lungo della gamba. “Ma a che cavolo di gara mi sono iscritto, va ben che c’è la sfida con Giovanni ma davvero rischio di farmi del male…”. Passo dallo smarrimento alla concentrazione più assoluta, non posso più tirarmi indietro e faccio di questa concentrazione la mia bandiera. Non è la concentrazione di quando facevo gli 800 metri, di quando alla partenza sapevo che dopo quasi due minuti avrei dovuto dare tutto in quell’ultimo rettilineo dove probabilmente ci presentavamo in quattro o cinque quasi sulla stessa linea a contenderci la vittoria. No qui non ci sono quasi due minuti di attesa, devi dare tutto subito e se non hai la rapidità mentale di concentrare tutto in un secondo sei fregato.

La gara parte e Tubini va alla grande, subito fortissimo nel martello a 49 metri, io con le mie misure non oltre un quarto rispetto alle sue (nel martello sono a 11 metri…) sono comunque in linea con il mio progetto bislacco. Così nella pausa fra una gara e l’altra lo invito a restare concentrato perché è vero che sta andando bene ma con i 3000 punti di bonus io sono ancora lì. Nel peso lancia ancora molto bene ma io non demordo e prendo i miei stramaledetti punticini da potergli dire “Guarda che non hai fatto ancora niente…”. Sono belli questi post gara perché facciamo i conti e valutiamo con attenzione la situazione, poi lui resta nella palestra dove si allena solitamente a tenersi attivo ed io vado fuori a correre come faccio di solito. Modi diversi di recuperare… In questa corsetta immagino che diversamente da Kinshasa qui potranno esserci due vincitori. Non c’è dubbio che io sono Cassius Clay e lui Foreman perché sta menando come un dannato, però io sono ancora in piedi. Come Cassius Clay a Kinsahasa gli dico che non ha fatto ancora niente e così mena ancora più forte e l’idea di un possibile record italiano si concretizza sempre più.

Nel disco facciamo la stessa cosa: dopo un buon primo lancio forziamo e becchiamo entrambi due nulli. E’ un’ analogia della nostra sfida: tredici lanci validi su 15 per entrambi: due soli nulli e per tutti e due il secondo ed il terzo del disco. Arriva il giavellotto e qui per me sono i dolori perché nel giavellotto più che scarso sono praticamente disabile. Lui invece è forte ma terribilmente insicuro. Comincio a parlare al plurale: “Nel giavellotto dobbiamo solo sopravvivere…”. Lui centra un gran lancio ed io, senza strafare, la mia misura che conferma che anche se non ho brillato fino ad ora non ne ho cannata una. Calcoli e ci siamo tutti e due: lui per il record italiano ed io per provare a prendere meno di 3000 punti di distacco da lui. Dopo la corsetta rinnovo con sincerità la sfida. Gli dico: “Guarda se tu fai il record italiano sono contentissimo, è come se l’avessi fatto io, ma sappi che se fai un passo falso non imbroglio, tento proprio di approfittarne e fregarti. E’ un modo come un altro per dirgli che non può guastare tutto proprio adesso che ha costruito con grande impegno i presupposti per il record.+

Andiamo al martellone e la cosa è singolare. Lui lancia con la maggior parte del gruppo ed io, con altri tre, è un po’ come quando all’Isef mi mettevano nella vasca delle ochette a preparare l’esame di nuoto perché non sapevo manco galleggiare: siamo nella pedana del peso perché lanciamo talmente poco che rischiamo di danneggiare la gomma che separa la pedana dal tappeto erboso, normale zona di caduta del lancio. Così succede che lui lancia un po’ prima ed io vedo concretizzarsi il record italiano che ottiene subito al primo lancio di martellone per poi andarlo a migliorare ulteriormente nei successivi due lanci. Mi complimento, siamo veramente contenti entrambi ma io rimango con un tarlo: teoricamente potrei andare anche a casa, ho fatto da spalla a Tubini mentre faceva il record italiano di pentalanci ma io ci ho sta cosa che lo sport è anche degli ultimi e mi sento davvero un po’ Cassius Clay e c’è questa magia che io adesso devo arrivare almeno a quegli stramaledetti 914 punti che davano significato alla mia partecipazione. Sono con i miei colleghi meno performanti nella vasca delle ochette, no, pardon, nella pedana senza gomma fuori. E sono concentratissimo, più che nei miei 800 migliori, quando dopo quasi due minuti dovevo esplodere come una bomba a orologeria. Al primo lancio centro 5.50 con ‘sto cacchio di martellone, è un vero lancio di merda anche se in Italia c’è pure chi fa peggio di me ma mi garantisce 958 punti finali. Mi sento Cassius Clay che è resistito a Foreman e anche se Foreman non è andato giù per me è ancora più bello perché in quel momento di gioia e di festeggiamento per me in quell’ultimo lancio di merda c’è tutta la poesia dello sport. A giochi fatti ho trovato la freddezza di fare un qualcosa che per me non è proprio per niente facile. Lo so che 5.50 nel martellone non è niente ma non per me.

La gara è durata circa sette ore fra una cosa e l’altra, abbastanza estenuante, fra un giretto e l’altro ho fatto a tempo a correre sei chilometri per riorganizzare le idee.

E stato un grande pomeriggio di sport: Giovanni Tubini ha massacrato il record di pentalanci migliorandolo di oltre duecento punti. Io ho fatto 5.50 nel martellone, dopo aver “tenuto testa” a Tubini per tutta la competizione. Ovviamente con 3000 punti di bonus.