SOSTENIBILITA’ DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

Autunno, tempo di iscrizione ai vari corsi di attività motoria, volantini che circolano a tutto spiano perché l’attività motoria è anche un fatto commerciale e molte volte gestito dai privati (anche se io sono del parere che sarebbe meglio che fosse “garantita” a livello pubblico come l’assistenza sanitaria e come la distribuzione dell’acqua potabile tanto per dire) e tanti dubbi su come fare per scegliere l’attività giusta più adatta per le esigenze di ognuno.

La parola magica che mi sento di portare in campo è “sostenibilità” dell’attività motoria che non è poi tanto magica perché quella veramente magica sarebbe “fascino”.  L’attività  motoria veramente entusiasmante è addirittura irresistibile, è “affascinante” e uno non si pone nemmeno il quesito se sceglierla o meno perché ne viene letteralmente catturato. Il problema non è più che attività scegliere ma come fare a sopravvivere e ad organizzare tutti gli altri impegni esistenziali, ammettendo sinceramente che nella nostra vita c’è anche questa attività fisica che non può assolutamente essere ignorata.

Per molti non è così, non c’è nulla di entusiasmante, non c’è nulla di irresistibile, nulla di divertente e c’è solo una prescrizione medica del tipo “Guardi che se qui non comincia a fare un po’ di attività fisica bisogna aumentare i dosaggi delle medicine perché non va per niente bene…”.  L’attività fisica vista sempre più come prescrizione medica come un qualcosa che si “deve” assolutamente fare perché ormai si è inesorabilmente tormentati da un possibile danno da sedentarietà che coinvolge sempre più italiani di ogni età. In quel caso niente fascino ma solo la rassegnazione di dover scegliere un’attività che, li arriva la mia parola che a questo punto dico che è “quasi” magica, se non divertente deve essere almeno “sostenibile”. Ed allora la prima raccomandazione che do, che si tratti di corsi pubblici o corsi privati, che non si tratti nemmeno di corsi, ma semplicemente di abbonamenti per accedere ad un certo luogo, è di accertarsi che chi vi propone i corsi vi dia tutto il tempo necessario per capire se l’attività che vi propone è effettivamente “sostenibile” per voi. Diffidate di chi vi vuol far concludere in fretta l’affare di chi vi vuole già iscritti prima ancora di entrare in palestra (magari con il falso pretesto dell’assicurazione che è una bufala perché è previsto per legge che uno possa partecipare a delle lezioni di prova e semmai, a discrezione dell’insegnante può essere tenuto a vedere semplicemente). Vi garantisco che molte volte anche solo vedere un certo tipo di attività è una gran cosa e se proprio avete dei dubbi e l’insegnante non vi fa provare potete provarvela anche a casa vostra con calma che nessuno vi corre dietro con i problemi assicurativi e poi quando vi siete fatti un’idea sulla “sostenibilità” di quel tipo di attività potete decidere con maggior certezza.

Il quesito che dovete porvi quando andate a valutare un certo tipo di attività motoria è se per voi quel tipo di attività è “sostenibile”, non per pochi mesi ma, con i dovuti accorgimenti, praticamente per sempre. Immaginatevi di finire su un’isola deserta dove oltre a ciò che vi serve per vivere e la presenza di poche persone che potete scegliere ci sia solo la possibilità di praticare quel tipo di attività che vi viene proposta, se al pensiero di ciò vi viene da spararvi allora vuol dire che quell’attività per voi non è sostenibile.

Molti soggetti non hanno fra le loro possibilità molte attività fisiche “sostenibili”. Non siamo tutti uguali, ognuno ha la sua storia, ognuno ha avuto le sue esperienze con l’attività motoria. Molto spesso, chi non ha fra le varie attività fisiche “sostenibili” un gran panorama di scelta, è un soggetto che è stato un po’ sfortunato con gli istruttori, con quelle persone che dovrebbero averlo instradato alla scoperta delle gioie del movimento. Un buon insegnante occorre per queste persone. Quando si  ha a che fare con un soggetto che pur di muoversi è disposto a far di tutto e qualsiasi cosa faccia si diverte, per assurdo non c’è nemmeno bisogno di un insegnante ma solo uno che, con un buon colpo d’occhio, dica “Guarda qui sei bravo, qui sei bravissimo e qui sei un potenziale campione, fai quel cavolo che vuoi  ma sappi che in questa determinata attività hai delle doti che pochi hanno…”.

Se invece uno arriva in palestra perché ce l’ha mandato il dottore (ma il più delle volte più che andare in palestra dovrebbe semplicemente rivolgersi ad un consulente dell’attività motoria, figura professionale talmente diffusa sul nostro territorio che hanno ancora da inventarsela) allora il problema è ben diverso e occorre davvero una persona molto preparata e di esperienza per districare la matassa, altro che sale attrezzate e scintillanti ma prive di un tecnico che sia in grado di capire con chi ha a che fare.

Un altro consiglio che posso dare oltre a pensare alla “sostenibilità” dell’attività che si va ad affrontare è quello di non farsi ingannare dalle apparenze, pensare alla sostanza dell’attività che vi viene proposta. Per cui, altra cosa che inizia per “sost” come sostenibilità, la sostanza. Lasciate perdere i lustrini e l’aspetto ottico dell’attività e lasciatevi sedurre dalle sensazioni, da ciò che sentite più che da ciò che vedete, dobbiamo reimparare a sentire l’attività fisica. Quarant’anni di cardio frequenzimetro ci hanno illuso sul fatto che fosse sufficiente spiare su uno schermino un numero per capire se l’attività fisica che svolgiamo va bene o no  ma ormai quasi tutti hanno capito che quella è solo una bufala insostenibile per vendere svariati milioni di cardiofrequenzimetri.  Non c’è nessun numero che può sostituire le nostre sensazioni ed un tecnico che si affida semplicemente ad un banale parametro quale la frequenza cardiaca è un tecnico che sta dando letteralmente “i numeri”. Purtroppo siamo nell’era degli schermini e tutto ciò che è computerizzabile, che risponde alla logica del sistema binario ci affascina perché crediamo di trovare le risposte ai nostri dubbi esistenziali dentro ad un computer ma un computer non sa fare proprio nulla se non rielaborare i dati che gli mettete dentro voi e se voi mettete dentro dati inutili lui vi potrà rispondere solo con risposte inutili.

C’è bisogno di parlare, non di dare i numeri e di trovare il tempo per spiegare per filo e per segno, anche con le sfumature, tutti i problemi che si trovano nello svolgimento di un certo tipo di attività motoria e se è semplicemente noiosa va detto anche quello perché in quel caso non ci sarà certamente nessuno stramaledetto cardiofrequenzimetro a renderla più divertente. Per cui, ultimo consiglio, trovatevi un consulente, un istruttore che non abbia fretta che abbia tutto il tempo e la volontà di sapervi ascoltare, dopo se siete un personaggio che ha seri problemi con l’attività motoria non è detto che riesca a confezionare la risposta pronta per voi in un amen ma almeno riuscirà a stabilire una comunicazione sincera e produttiva e insistendo, prima o poi, qualcosa si riuscirà a scoprire. Se invece il tecnico va avanti con il paraocchi partendo dal presupposto che anche voi dovete reagire nello stesso modo degli altri allievi allora non ha capito niente perché anche in tema di attività motoria siamo tutti diversi l’uno dall’altro e lo siamo talmente tutti che potremmo pure dire che su questa cosa siamo tutti uguali…