PTG E IL MONOPATTINO ELETTRICO

Devo puntualizzare alcune mie osservazioni sull’uso del monopattino elettrico per non rischiare di essere travisato su un argomento che sta diventando (per fortuna) abbastanza importante.

Non ho scritto che il monopattino elettrico è il mezzo del futuro per spostarsi in centro. Sono sempre più convinto che il mezzo del futuro sia la bici elettrica, non solo per spostarsi in centro ma addirittura per fare del sano turismo che con la bici elettrica può essere semplicemente fantastico. Ho ripetuto più volte che sarei onorato di fare da sponsor ad una ditta che produce bici elettriche perché riuscirei a sostenere con sincerità quel prodotto, a patto che non lo commercializzi a cifre esagerate impedendo di fatto la capillare diffusione di questo importante e salubre mezzo.

Ho scritto in termini positivi del monopattino elettrico perché lo ritengo un mezzo che può aiutarci a conquistare il futuro. Il monopattino elettrico non è il futuro della mobilità urbana ma è un’ottima scusa per costringerci a rivederla e farci capire le follie che attraversano le abitudini degli italiani ancora nel ventunesimo secolo.

Ci sono ancora troppe zone ai 50 chilometri all’ora decisamente pericolose, ci sono macchine dappertutto. Ormai l’uso dell’automobile nei centri storici dovrebbe essere consentito solo ai residenti e alle persone anziane o ai disabili e regolamentandolo bene per renderlo meno pericoloso. Poi ci sono anche i pigri e non si possono ignorare, perché sono tanti. Sono quelli che fanno lo shopping in centro e non possono fare poche centinaia di metri a piedi perché vengono sopraffatti dalla fatica. E quelli non possono essere incentivati, se proprio usano l’auto devono sapere che usano il mezzo meno gradito, il mezzo che deve diventare più lento rispetto ai mezzi pubblici altrimenti l’abbonamento al mezzo pubblico non se lo fa proprio nessuno e hai voglia a chiedere una rete efficiente di autobus che passi con frequenze accettabili senza renderti schiavo dell’orologio perché se perdi la coincidenza arrivi a casa in periferia dopo due ore.

Molti si lamentano che questi monopattini sono dappertutto e non si sono resi conto che anche le auto sono dappertutto perché ci hanno fatto il callo. Ho visto monopattini scaraventati nel fiume da personaggi un po’ insofferenti verso questa nuova moda ma non ho ancora visto macchine buttate nel fiume perché parcheggiate su una pista ciclabile. Evidentemente spostare un’auto è un po’ più difficile che spostare un monopattino e se un soggetto che lascia il monopattino in mezzo al marciapiede è certamente un maleducato che va pigliato per un orecchio dicendogli di metterlo dove va messo, chi parcheggia su una pista ciclabile va proprio sanzionato, più che preso per un orecchio, perché compie un gesto al quale non si riesce a porre rimedio se non chiamando il carro attrezzi.

Se i bambini non giocano più a calcio in strada otto ore al giorno come facevano un tempo (solo quattro quando c’è la scuola…) ma solo al campo sportivo al martedì e al venerdì dalle 16.30 alle 18.00, come si fa adesso, non è colpa dei monopattini elettrici ma delle auto che hanno invaso tutte le strade in ogni centimetro quadro. Se fosse per i monopattini elettrici si può pure pigliare un monopattino e metterlo a fare un palo, pigliarne un altro per fare l’altro palo e continuare a giocare per strada come si faceva cinquant’anni fa.

Dunque il monopattino elettrico dal punto di vista del movimento non è questo gran mezzo, al limite sviluppa un pochino l’equilibrio ma essenzialmente si muove lui più che farti muovere, il fatto è che grazie al monopattino elettrico siamo costretti a rivedere la mobilità urbana e allora possono davvero aumentare le occasioni per muoversi a piedi, in bici o con il mezzo pubblico che è comunque cento volte meno sedentario dell’auto perché ti costringe certamente a fare dei tratti a piedi.

Abbiamo un’infinità di stalli per auto che portano via spazio alle piste ciclabili, è indubbiamente molto oneroso rinunciarvi ma è una mossa di civiltà che bisogna iniziare ad ipotizzare per non soffocare nei gas di scarico, per non continuare a fare zig zag fra le auto che ancora comandano sovrane nei nostri centri storici. Un futuro di mezzi pubblici efficienti e di città da vivere a piedi ed in bici (anche con il monopattino elettrico se proprio uno si diverte) non è un futuro a costo zero ma è una scelta obbligata se vogliamo davvero pensare alla salute di tutti. Movimento ed ecologia in questo senso vanno proprio d’accordo, perché le strategie che portiamo in campo per problemi ecologici sono anche quelle che una volta attuate ci consentono di muoverci di più. Poi continueranno ad esistere i pigri perché non si può fare del razzismo e quelli non possono essere ignorati ma è il caso almeno di non farli scegliere per tutti, se uno è pigro che continui pure ad usare l’auto, basta che non sia pericoloso per chi ha deciso di darsi una mossa.